AVANTASIA – Intervista a Tobias Sammet

In occasione dell’uscita del nuovo album dei suoi Avantasia, “A Paranormal Evening with the Moonflower Society”, su etichetta Nuclear Blast, ho avuto il piacere di intervistare Tobias Sammet, cantante, polistrumentista e frontman della power metal band tedesca Edguy.

Ciao Tobias, benvenuto su Tuttorock, è un grande piacere per me poter parlare con te di questo fantastico album, “A Paranormal Evening with the Moonflower Society”, 11 canzoni scritte quando?

Ciao Marco, grazie! Mi sento lusingato! Devo dire che anch’io sono molto contento, lo sono sempre, se non lo fossi sarebbe stupido pubblicare un album. Ho una sensazione molto buona. È un album molto personale, ogni album lo è. È davvero difficile risponderti perché ho costantemente idee e quando penso di non averne, credo che l’ispirazione avvenga inconsciamente. Voglio dire, quando vai in giro con gli occhi aperti, le orecchie aperte e la mente aperta, penso che tu sia costantemente ispirato. Non sempre lo senti, ma inconsciamente succede qualcosa e ad un certo punto senti “boom” e hai una nuova idea per una canzone. Alcune delle canzoni che ascolti, ad esempio “Misplaced among the Angels” e “Arabesque”, sono state scritte durante il periodo “Moonglow”, l’album precedente. Avevo la sensazione che quell’album fosse già pieno e troppo lungo quindi ho messo quei brani in secondo piano e li ho tirati fuori di nuovo per questa produzione. Parte della scrittura è avvenuta in tour nel 2019, il processo di scrittura e produzione più attivo però si è svolto nel 2020 e nel 2021. È lì che ho assemblato la maggior parte delle cose e dove mi sono concentrato attivamente sulla registrazione dell’album.

Quindi potrei dire che il periodo più buio della pandemia sia stato per te fonte di ispirazione?

Odio dirlo perché la pandemia è stata, voglio dire, soprattutto durante il primo anno e mezzo, un periodo di merda per tutti e tutto stava andando in malora ed eravamo isolati. Non ho sofferto in maniera particolare l’isolamento perché comunque non socializzo molto, ma non poter viaggiare con i miei compagni di band, incontrare i miei concittadini e lavorare a distanza isolati gli uni dagli altri è stato strano. Però ho avuto un piccolo vantaggio, se di vantaggio si può parlare ai tempi del Covid, ed è il fatto che ad un tratto, all’inizio del 2020, ho avuto la sensazione che per la prima volta nessuno si aspettasse niente da me. Nessuno si aspettava che fossi più veloce. Nessuno si aspettava che facessi 75 concerti in un anno. Nessuno si aspettava che facessi “The Metal Opera parte terza”. Nessuno si aspettava che facessi un nuovo disco degli Edguy. Ognuno era impegnato con i propri problemi ovviamente, visto che il mondo intero era in una situazione di merda, ma per quanto di merda fosse, ho sentito che per la prima volta non ero io il capro espiatorio. La pressione era fuori dalle mie spalle, ero fuori dalla linea di tiro e basta. Ciò mi ha consentito di recuperare la mia voce e la mia mente e ho sentito che non importava se ci fosse voluto un anno e mezzo in più, non sarebbe stato un problema, quindi, in un certo senso, mi ha tolto peso dalle spalle. Durante quel periodo non ho visto nessuno degli altri cantanti, solo una volta Oliver Hartmann. Si trovava in autostrada, stava passando per la nostra città ed è venuto a salutarmi. Abbiamo preso un caffè nella veranda fuori per non infettarci a vicenda, è stato strano. Spero di aver finalmente superato il peggio, ma una volta che un problema sembra migliorare, se ne presenta un altro. È una merda.

Adoro l’intero album ma se dovessi scegliere le mie canzoni preferite, direi “Misplaced among the Angels” e “I Tame the Storm”, che trovo terapeutica quando il mio umore è basso.

Sì, assolutamente, aiuta molto anche me ed è bello sentire quando lo fa con altre persone, quando forse rende la vita degli altri un po’ migliore perché, voglio dire, la canzone “I Tame the Storm” tratta di evasione, ma si occupa anche del fatto di essere isolati in sè stessi e di essere un po’ isolati mentalmente dal proprio ambiente, non parlando di Covid o altro, ma semplicemente stando da soli e non essere ciò che o chi gli altri pensano che tu sia. È proprio come se tutti ti indicassero e dicessero: “Oh, guarda questo stupido ragazzo, è troppo stupido per camminare nella pioggia”. Ora sta diventando tutt’uno con la pioggia, forse gli piace quello che fa e tu non lo capisci. Forse lui è diverso, forse lei è diversa. Tutte le canzoni, anche se sono fantastiche e sono tutte ambientate in un ambiente fantastico, hanno una verità fondamentale e un approccio serio, molto personale. Ho provato a dipingere queste 11 singole immagini, ho dovuto mettere i miei sentimenti lì dentro e anche fare un po’ di autoterapia in un certo senso, anch’io sono quel ragazzo. Io sono quel ragazzo che, nonostante tutti stiano puntando il dito contro di lui: “Oh, guarda questo stupido ragazzo sotto la pioggia, è da solo sotto la pioggia” risponde con: “Sì, sono solo sotto la pioggia, sono un amico della tempesta, non sono una vittima della tempesta, ho domato la tempesta e diventiamo una cosa sola”. Questo è più o meno ciò di cui parla la canzone, quell’atteggiamento che: “Sì, anche se sono un outsider, beh, fanculo il resto. Sono felice di quello che sono”.

Adoro anche “Paper Plane”.

“Paper Plane” è una canzone molto malinconica e alcune persone la considereranno una canzone pop. Ovviamente tutti diranno: “Oh, non è The Metal Opera – Parte I”. No, certo, sono passati 24 anni. “Paper Plane” è una grande canzone pop, una grande canzone pop rock con un Ronnie Atkins in grandissima forma. Con la sua voce inchioda assolutamente quel brano e mi fa venire i brividi e la pelle d’oca ogni volta che lo ascolto.

Parli di Ronnie Atkins ma hai avuto molti altri ospiti in questo album come Ralf Scheepers, Floor Jansen, Michael Kiske, Jorn Lande, Bob Catley, Geoff Tate, Eric Martin. Quando scrivi una canzone immagini già chi potrebbe cantarla con te o è una scelta che fai in seguito?

A volte lo so già. Ad esempio, quando ho scritto “The Inmost Light”, sapevo che doveva essere Michael Kiske e quando ho scritto “The Moonflower Society”, sapevo che doveva essere assolutamente Bob Catley a cantarla. È stato divertente. Il titolo provvisorio di “Paper Plane” era “Ronny’s Pop Song”. Avevamo uno show televisivo qui in Germania, uno show musicale negli anni ottanta, si chiamava Ronny’s Pop Show. Abbiamo capito subito che doveva essere Ronnie Atkins a cantare quella canzone e l’ho scritta pensando a lui. “Kill the Pain Away” è stata scritta per Floor Jansen ma prima avevo scritto “Misplaced Among the Angels” senza avere in mente lei. Quindi ci sono occasioni in cui non so ancora chi canterà la canzone. Lo stesso vale per “I Tame the Storm”. Quando la canzone era finita, non avevo idea che fosse per Jorn Lande. Per me era una canzone che suonava come una versione piuttosto moderna degli Iron Maiden in un certo senso, con un ritornello “inno”. Ma non avevo idea di cantarlo da solo quell’inno. A volte, nella musica, hai quei momenti in cui all’improvviso qualcosa ti viene in mente, un’idea, e dici: “Oh sì, certo. Come? Come ho fatto a non pensarci prima? ” Molto di quello che faccio si basa sull’intuizione.

Ed è venuto fuori un bellissimo duetto con Jorn, perfetto per quella canzone, tutti gli ospiti sono perfetti per le canzoni di questo album.

Sì. Jorn è fantastico, è una forza della natura. Non ha bisogno di cantare una canzone tre o sette volte. Lo fa perché pensa sempre: “Oh, posso farla meglio. Fammela rifare”. Ma la prima volta di solito è perfetta. Sì, sono invidioso delle sue qualità.

A proposito di ospiti, ce n’è uno in particolare con cui vorresti collaborare in futuro?

Ho un paio di idee, ovviamente è un segreto di Pulcinella il fatto che vorrei lavorare con Bruce Dickinson, ma non succede mai. E Rod Smallwood, il manager degli Iron Maiden, che è un ragazzo molto simpatico, chiarirebbe così: “Oh, no, non accadrà. Bruce è molto impegnato e vogliamo che si concentri sugli Iron Maiden. Può fare un progetto solista e può fare le sue cose con l’aereo”. La gente ha fatto in modo che non sia successo, nessun problema, capisco. A parte questo, ho alcune idee, ma devo anche dire che non voglio che questo diventi un progetto dove i nomi degli ospiti finiscano al centro dell’attenzione. Ci sono molti di questi progetti all-star in cui prendi un chitarrista da qui e un bassista dai Toto e sette cantanti là. Non so chi sia il bassista dei Toto (ride – ndr), volevo solo dire che peschi musicisti di qua e di là. Ci sono così tanti progetti e si tratta sempre di nomi e nomi. Per me si tratta invece delle canzoni e dei cantanti e ho dei grandi cantanti nella mia famiglia. Ho i più grandi cantanti del mondo e possono fare tante cose diverse. In generale, sono felice con le persone che ho nel mio ambiente. Quindi spero che non ci trasformeremo mai in un progetto, indipendentemente dal fatto che i nuovi nomi rendano entusiaste le persone. Voglio mettere le canzoni lassù nella prima stanza con i cantanti che ho già.

Sai chi mi piacerebbe vedere duettare con te in futuro? Il nostro amico Giacomo Voli dei Rhapsody Of Fire!

O si! Lui un cantante straordinario e siamo nella stessa agenzia booking…

Parliamo un po’ di Sascha Paeth, il tuo chitarrista, quanto ti ha fatto crescere come musicista?

Molto. Ho imparato tanto da lui. Non abbiamo sempre la stessa opinione e devo dire che su questo album, penso che sia la collaborazione in cui io abbia avuto più influenza perché ho fatto tante cose in anticipo. Anche prima di lavorare insieme alle cose, ho preparato ogni demo, ho fatto molte cose nel mio studio. Quindi penso che questo nuovo album contenga più me stesso di qualsiasi altro album che ho fatto con Sascha, ma a volte lui mi ha spinto fuori dalla mia zona di comfort. Ha aperto il mio punto di vista sulle cose. Mi ha reso un musicista migliore. Non con tutto quello che dice sono d’accordo e penso che quando ho registrato la voce con lui, a volte lui mi abbia spinto in una direzione di cui non ero completamente soddisfatto. A volte cantavo molto rude, molto rock and roll. Penso che la mia voce suoni di nuovo più liscia ora, perché canto un po’ di più come vorrei. Ma ho imparato molto da lui, ho imparato molto sulla musica, ed è il miglior musicista che abbia mai incontrato in tutta la mia vita, e non credo di essere l’unico a pensarlo perché ricordo quando abbiamo lavorato con Eric Singer nell’album “The Scarecrow” e ho portato Eric all’aeroporto, disse che se Sascha avesse saputo quanto lui sia bravo e talentuoso, sarebbe diventato assolutamente arrogante proprio perché è così bravo. Incrociammo le dita, non se ne sarebbe mai accorto e dissi a Eric: “Sascha lo sa. Non ha la personalità per perdere terreno sotto i piedi e per avere il naso per aria. È un ragazzo con i piedi per terra”. Ma quindi, in poche parole, tutti coloro che lavorano con Sascha diranno che lui è un grande musicista. Stavo pensando che dovresti chiedere ai tuoi amici Rhapsody of Fire, ad Alex Staropoli. Ti dirà che Sascha è un musicista di livello mondiale e un ragazzo adorabile.

Ho visto il bellissimo video di “The Moonflower Society”, quel cartone animato è nato da una tua idea?

No, no. Devo ammetterlo. Sono il primo ad ammettere quando qualcosa non è nato nella mia idea. La casa discografica mi ha consigliato quelle persone e io ho detto, oh, fantastico, è una buona idea, ho visto quello che avevano fatto in precedenza ed era geniale. Penso che alcuni di loro avessero lavorato per progetti in cui era coinvolto Tim Burton. Mi piaceva quella vista, quell’aspetto e quell’estetica. E così ho dato loro la canzone e il testo e non ho spiegato le mie intenzioni. Forse ho detto qualche parola, tipo: “Non attenetevi alla mia idea per una canzone, fatela vostra, leggete i testi, ascoltate la musica. Anche voi siete degli artisti”. Se lavori con veri artisti in un campo che non conosci, e io non capisco niente di film visivi e cose del genere, devi far decidere loro cosa accadrà. Hanno tirato fuori una cosa grandiosa e sono davvero molto contento del risultato.

Hai già programmato un tour? Verrete anche in Italia?

Spero di suonare in Italia, lo spero davvero. Non ho idea in questo momento di cosa accadrà, di quali saranno i piani del tour. Abbiamo programmato uno spettacolo in Brasile, e ci sarà un tour in Sud America e anche in Asia. Ci saranno festival estivi in Europa e spero che suoneremo anche in Italia. Ma in questo momento, a causa della situazione economica, a causa dell’intera situazione europea, tutto è così difficile da pianificare che non ho idea di cosa accadrà. Ma incrociamo le dita. Mi piacerebbe suonare in Italia perché è sempre stato fantastico per noi e penso sia stato un peccato che avessimo uno spettacolo in programma per il 2021 cancellato poiché il 2021 è stato un anno difficile. E nel 2022, quando finalmente si è svolto il festival in Italia, avevamo già una data per quel giorno in Spagna che era stata programmata prima. Ecco perché quest’anno non abbiamo suonato nel vostro paese.

Devo farti questa domanda a nome di tutti i fan degli Edguy, state pianificando qualcosa di nuovo?

Incrociamo le dita riguardo agli Edguy. Non ho nessuna notizia in questo momento. Amo la band, amiamo tutti la band. C’è il mio amore lì dentro, ho scritto tutti gli album e loro sono miei amici. Ma il fatto è che siamo tutti arrivati ​​a un punto in cui le band evolvono. Avevamo tutti sviluppato punti di vista e approcci molto diversi, competenze, richieste e bisogni molto diversi e ad un certo punto è stato difficile parlare la stessa lingua e poi è diventato molto estenuante. Quindi era inevitabile, devo dire, che tutti dicessero: “Va bene, qui non funziona. Facciamo una pausa”. Ognuno cammina per la propria strada. Penso che tutti siano felici dove sono adesso e vediamo cosa riserverà il futuro. Non credo che faremo un album a breve, non credo che suoneremo presto, a dire il vero, ma penso assolutamente che potrà essere possibile per noi uscire di nuovo in futuro. Ma non dovremo farlo se non sarà per la giusta ragione. Se non sarà una cosa grande e onesta, preferirò farla più in là nel tempo.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Grazie Marco, ti auguro un bel proseguimento di giornata e grazie a tutti per il supporto verso la nostra musica. Grazie tante davvero.

MARCO PRITONI

** ENGLISH VERSION **

On the occasion of the release of the new album by his band Avantasia, “A Paranormal Evening with the Moonflower Society”, on the Nuclear Blast label, I had the pleasure of interviewing Tobias Sammet, singer, multi-instrumentalist and frontman of the German power metal group Edguy.

Hi Tobias, welcome to Tuttorock, it’s a great pleasure for me to be able to talk to you about this amazing album, “A Paranormal Evening with the Moonflower Society”, 11 songs written when?

Hi Marco, thank you! I feel flattered! I have to say I’m really happy with it too, I’m always happy with because if I wouldn’t be happy, it would be stupid to release an album. I have a very good feeling. It’s a very personal album, every album is personal. That’s really difficult to say because I’m constantly having ideas, and when I think I don’t have ideas, I think that the inspiration happens subconsciously. I mean, when you walk around with open eyes and open ears and an open mind, I think you’re constantly being inspired. You don’t always feel it, but something subconsciously happens and at some point it makes “boom” and there you have a new song idea. Some of the songs that you hear, for example, “Misplaced among the Angels” and “Arabesque”, were already written during the “Moonglow” era, the previous album. I had a feeling that the Moonglow album was full already and too long, so I put them on the backburner and took them out again for this production. I did some of the writing on tour in 2019 and I think the most active songwriting and production process took place in 2020 and 2021. That’s where most of the stuff came together and where I was actively focusing on recording the album.

So can I say that the darkest period of the pandemic was a source of inspiration for you?

I would hate to say so because the pandemic was, I mean, especially the first one and a half years, a shit time for everybody and everything was going down the drain and we were isolated. I didn’t suffer so much from isolation because I don’t socialize a lot anyway, but not being able to travel with my bandmates and to meet my fellow citizens and working remotely isolated from each other was weird. But I had a little advantage, if there was one good thing during the Covid time, it was the fact that all of a sudden in early 2020 I had the feeling that for the first time nobody was expecting anything from me. Nobody was expecting me to be faster. Nobody was expecting me to do 75 show tours. Nobody was expecting me to do The Metal Opera Part three. Nobody was expecting me to do a new Edguy record.  Everybody was busy with their own problems and it was obvious that the whole world was in a shit situation. And as shitty as it was, I felt that for the first time I was not the scapegoat. The pressure was off my shoulders, I was out of the line of fire and that was it. It made my voice and my mind recover and I felt that no matter if it took half a year longer, it wouldn’t be a problem so in a way, it took weight off my shoulders. I think during that whole pandemic I didn’t see any of the other singers at all. Only Oliver Hartmann once came by when he was on the on the highway, he was passing by our city and he came by to say me hello. We had a coffee on the porch outside so we wouldn’t infect each other, it was weird. I hope we passed the worst but once one problem seems to be getting better, another occurs. It’s a shit.

I love the whole new album but if I had to choose my favorite songs, I would say “Misplaced among the Angels” and “I Tame the Storm” that I find therapeutic when the mood is low.

Yeah, absolutely, it helps me too a lot and it’s great to hear when it helps other people, when it makes other people’s lives maybe a bit better because I mean, the song “I Tame the Storm” deals with escapism, but it also deals with being isolated in yourself and being a bit isolated from your environment mentally, not talking about Covid or anything, but just being on your own and and not being what others think you are or who others think you are. It’s just like everybody’s pointing at you and saying: “Oh, look at this stupid kid, he’s too stupid to come in from the rain”. Now he’s becoming one with the rain, maybe he enjoys what he’s doing and you just don’t understand. Maybe he’s different, maybe she’s different. All the songs, even though they are fantastic and they are all set in a fantastic environment, they all have a fundamental truth and a serious, very personal approach. I tried to paint these 11 individual pictures. I had to put my own feelings in there and to also do some self-therapy in a way, I am that kid too. I am that kid that no matter everybody points and says: “Oh, look at this stupid kid out in the rain, he’s alone in the rain” and I answer: “Yeah, I’m alone in the rain, I’m a friend of the storm, I am not a victim of the storm, I fucking tamed the storm and we become one thing”. That’s pretty much what the song is all about, that attitude that: “Yeah, even if I’m an outsider, well, fuck the rest. I’m happy with who I am”.

And I love “Paper Plane” too.

“Paper Plane” is a very melancholic song and some people will say it’s a pop song. Of course, everybody says: “Oh, it’s not The Metal Opera – Part I”. No, of course, that was 24 years ago. “Paper Plane” is a great pop song and a great rock pop song with Ronnie Atkins in such a great shape. With is voice he absolutely nails that song and it gives me chills and goosebumps every time I listen to it.

You talk about Ronnie Atkins but you had many other guests in this album like Ralf Scheepers, Floor Jansen, Michael Kiske, Jorn Lande, Bob Catley, Geoff Tate, Eric Martin. When you write a song do you already imagine who could sing it with you or is it a choice you make later?

Sometimes I know it. For example, when I wrote “The Inmost Light”, I knew this has to be Michael Kiske and when I wrote “The Moonflower Society”, I knew it had to be absolutely Bob Catley singing it. It was funny. The working title for “Paper Plane” was “Ronny’s Pop Song”. We had a TV show here in Germany, a music show in the eighties, it was called Ronny’s Pop Show. We I knew immediately it had to be Ronnie Atkins singing that song and I wrote it with him in my mind. “Kill the Pain Away” was written for Floor Jansen but before I had written “Misplaced among the Angels” without having Floor in mind. So there are occasions when I don’t know who’s going to sing the song. Same goes for I Tame the Storm. To me, when the song was finished, I had no idea it was a Jorn Lande song. To me, it was a song that sounded like a pretty modern version of Iron Maiden in a way, with an anthemic chorus. But I didn’t have idea it would be sung by own. Sometimes in music, you have those moments where all of a sudden something pops up in your mind, an idea, and you say: “Oh yeah, of course. How? How could I don’t have thought of this earlier?” A lot of what I do is based on intuition.

And it turned out a great duet with Jorn, perfect for that song, all the guests are perfect for the songs on this album.

Yeah. Jorn is amazing, he is a force of nature. He doesn’t have to sing a song three times, seven times. He does that because he always thinks: “Oh, I can do that better. Let me do it again”. But the first time it’s usually perfect. Yeah. I’m envious of his quality.

Speaking of guests, is there one in particular that you would like to collaborate with in the future?

I do have a couple of ideas, but I have to say, of course, it’s an open secret that I always want to work with Bruce Dickinson, but it never happens. And Rod Smallwood, the Iron Maiden manager, who’s a very nice guy, would make clear: “Oh, no, it’s not going to happen. Bruce is so busy and we want him to focus on Iron Maiden. He can do a solo project and he can do his own plane stuff”. Folks have made it so won’t happen, no problem, I understand. Apart from that, I have a few ideas, but I also have to say that I don’t want it to become a project where the names of the guests are the focus of attention. There are many of these all star projects where you get a guitar player from here and a bass player from Toto and seven singers here, and there are so many projects. I don’t know who the bass player from Toto is (he laughs – Editor’s note). So it was just I wanted to say, you get musicians from here and there. It’s always about the names and names. To me it’s about the songs and the singers and I have such great singers in my family. I have the greatest singers in the world and they can do so many different things. In general, I am happy with the people I have in my environment. So I hope we’ll never turn into a project, whether new names are everything that people are excited about. I want to put the songs up up there in the first room with the singers that I have already.

Do you know who I’d like to see duet with you in the future? Our friend Giacomo Voli of Rhapsody Of Fire!

Oh yeah! He’s an amazing singer and we are on the same booking agency…

Let’s talk a little about Sascha Paeth, your guitarist, how much did him make you grow as a musician?

A lot. I learned so much from him. We don’t always have the same opinion and I have to say that on this album, I think that’s the collaboration where I had the most influence because I did so much in advance. Even before we worked on the stuff together, I prepared every demo, I did a lot of stuff in my own studio. So I think this new album has more of myself in there than any other album that I’ve done with Sascha but he pushed me out of my comfort zone sometimes. He opened up my view on things. He made me a much better musician. Not everything he says I agree with and I think when I have recorded vocals with him, he’s sometimes pushed me in a direction that I was not completely happy with. Sometimes I would sing very rough, very rock and roll. I think my voice sounds more smooth now again, because I sing a little more the way I would sing. But I learned a lot from him, I learned a lot about music, and he’s the best musician I’ve ever met in my entire life, and I don’t think I’m the only one thinking that because I remember when we worked with Eric Singer on “The Scarecrow” album and I brought Eric to the airport, Eric said If Sascha knew how talented and great he is, he would absolutely become arrogant because he is so good. Let’s cross fingers, he will never realize that and I said to Eric: “Sascha knows that. He’s just so understatement. He has not the personality to lose his ground under his feet and to have his nose up in the air. He is a very down to earth guy”. But so in brief words, everybody who works with Sascha will say what a great musician he is. I was just thinking about you should ask to your friends Rhapsody of Fire, you should ask Alex Staropoli. He will tell you that Sascha is a world class musician and a lovely guy.

I saw the beautiful video of “The Moonflower Society”, was that cartoon born from your idea?

No, no. I have to admit it. I am the first to admit when something was not born in my idea. The record company recommended those people to me, and I said, oh, great, it’s a good idea, because what they had done was brilliant. And I think some of them had worked for projects where Tim Burton was involved in. I liked that view, that look and that aesthetic. And so I gave them the song and the lyrics and I did not explain what I meant. Maybe I said a few words, but I said: “Don’t stick to my song idea, make it your own, read the lyrics, feel the music. You are artists as well”. If you work with true artists on a field that you don’t understand, and I don’t understand anything about visual films and stuff, you have to have them decide on what’s going to happen. They came up with a great thing and really I’m really happy with the result.

Have you already planned a tour? Will you also come to Italy?

I hope we can play in Italy, I’m really hoping so. I have no idea right now what is going to happen, what the tour plans are going to be. We have scheduled a show in Brazil, and there will be a tour in South America and also Asia. There will be summer shows in Europe, and I hope that we will play in Italy too. But right now, because of the economic situation, because of the whole European situation, everything is so difficult to plan that I have no idea what’s going to happen. But let’s cross fingers. I would love to play in Italy because it’s always been great for us and and I think it was a shame we had a show planned for 2021 and then it was cancelled because 2021 was difficult. And in 2022, when the festival in Italy finally happened we already had a date on that day in Spain that was planned before. That’s why we didn’t play in Italy this year.

I have to ask you this question on behalf of all Edguy fans, are you planning something new?

Let’s cross fingers regarding Edguy. I don’t have any news right now.  I love the band, we all love the band. There’s my love in there, I have written all the albums and they’re my friends. But the thing is, we all have come to a point where bands develop. We had all developed very different views and very different approaches and very different skills and very different demands and needs and at some point it was difficult to speak the same language and then it got very exhausting. So it was inevitable, I have to say, for everybody to say: “Okay, this doesn’t work here. Let’s take a break”. Everybody walk their own way. I think everybody is happy where they are right now and let’s see what the future holds. I don’t think we’re going to do an album anytime soon. I don’t think we’re going to play anytime soon, to be honest but I absolutely think it’s possible for us to go out again in the future. But we shouldn’t do it if it’s not for the right reason. If it’s not honest and great, I rather want to do it later.

Thank you very much for your time, would you like to add something to close the interview?

Thank you Marco, I wish you a beautiful rest of the day and thank you all for supporting our music. Thank you. Really a lot.

MARCO PRITONI