Astronauti: intervista ad un gruppo che promette di essere unico
Da Napoli alla galassia, gli Astronauti sono pronti a conquistare lo spazio con il loro singolo: Unici
Buongiorno e benvenuti tra le pagine virtuali di Tuttorock! Esploratori spaziali, come mai definirsi “Astronauti”?
Chi non ha mai sognato di essere un astronauta? Il fascino del cosmo, quel panorama verso l’infinito visto da un oblò, mentre nella navicella si fluttua, in fuga dalla gravità.
Gli astronauti sono esseri umani che viaggiano nello spazio, si preparano allo loro missione con grandi sacrifici e allenamenti durissimi.
Noi siamo cinque musicisti sognatori, e il nostro duro allenamento è la gavetta. Esploriamo l’universo musicale cercando ispirazione.
Mi raccontate il vostro viaggio orbitale all’interno della galassia Musica?
Il nostro viaggio musicale inizia nel 2015 subito dopo l’uscita dell’album da solista del nostro cantante Antonello. In tutti questi anni ci siamo divertiti tantissimo a suonare ovunque..nelle piazze, per strada, nelle disco.
Negli ultimi anni abbiamo arricchito il nostro repertorio con alcune cover delle più grandi voci femminili della musica italiana. Quando una voce maschile canta un brano portato al successo da una donna ,il paragone scompare.
C’è più libertà di poter stravolgere il brano per potergli dare un’altra identità.
Attualmente stiamo collaborando con il Mario Tortoriello per la produzione di nuovi brani.
Noto una componente cosmica che ritorna nel vostro primo singolo, cito la strofa: “l’universo trama per definire la nostra realtà”. Mi avete riportato alla mente un’altra citazione di Paulo Coelho da l’Alchimista: “quando desideri una cosa, tutto l’universo trama affinchè tu possa realizzarla”. Soltanto la paura di fallire rende impossibile il sogno…
Assolutamente sì ! Noi siamo i nostri pensieri. Se dentro di noi crediamo di non essere all’altezza di fare una determinata cosa, falliremo già in partenza.
A chi è dedicata questa canzone, Unici?
Unici racchiude molti significati. Il ritornello è nato mentre Antonello stava in scooter, nella sua testa risuonavano forte e chiare le parole e la melodia dell’inciso. L’ispirazione è arrivata all’improvviso. La canzone è dedicata a NOI, alle nostre diversità e alle nostre fragilità che ci rendono unici e speciali.
Cos’è per voi l’unicità nel panorama musicale odierno e in che modo pensate di potervi differenziare?
Nella musica di oggi, a parte qualche eccezione, gli artisti si assomigliano tutti.
Gira questa strana moda di non articolare bene le parole rendendo i testi incomprensibili.
Non parliamo poi dell’abuso sconsiderato del l’autotune.
Parassalmente ci stiamo già differenziando da tutti, con un pezzo senza filtri, suonato con strumenti veri e cantato a gran voce.
Abbiamo scelto di eseguire questo pezzo così come lo sentivamo, senza preoccuparci di essere moderni e seguire il flusso della musica di oggi.
Si potrebbe obiettare che nel vostro repertorio proponete diverse cover di successi della musica italiana come “La Cura” di Franco Battiato, ma in una versione rimaneggiata. Molti musicisti si trovano spesso costretti a ricorrere ad un repertorio non proprio originale per motivazioni indipendenti dalla propria volontà.
Mi chiedevo le motivazioni di questa scelta, apparentemente in contrasto con il fatto di proporre musica inedita e quindi anche “unica”?
Abbiamo sempre eseguito canzoni inedite e cover. All’inizio abbiamo fatto molta fatica a suonare in giro, proprio perché i locali accettavano solo le tribute band ma piano siamo riusciti ad avere il nostro spazio
Reinterpretiamo alcuni brani che hanno fatto la storia della musica Italiana, è una cosa che ci diverte fare, è un onore e un rischio, noi cerchiamo di farlo sempre in punta di piedi, con rispetto e senza stravolgere troppo il brano.
Ritenete importante continuare a mettersi in discussione, anche da un punto di vista artistico?
Mettersi in discussione è l’unico modo per migliorarsi, crescere ed evolversi.
L’attitudine a mettersi in discussione però, è costata cara al nostro frontman, che per anni ha smesso di scrivere e farci ascoltare le sue canzoni.
Nel suo caso, si è trasformata in un eccesso di autocritica e ha assunto un’eccezione negativa alimentata dalla paura del giudizio degli altri e dal desiderio di compiacerli.
Quale il consiglio che vi sentireste di dare ad un musicista che si sente bloccato nel suo percorso?
Semplicemente di essere se stesso e di seguire il suo istinto, la sua anima. Il pubblico capisce sempre se un artista è vero.
C’è una stella che brilla più di tutte, un punto di arrivo che vi siete prefissi di raggiungere?
Non ci siamo prefissati un punto di arrivo, viviamo tutto con estrema passione godendoci ogni attimo che la musica ci regala. Vorremmo che le nostre canzoni arrivassero lontano e ci auguriamo di continuare a divertirci ed essere sempre sinceri con il nostro pubblico.
Qualcuno che dallo spazio vorreste salutare?
Il nostro meraviglioso pubblico che da anni ci segue e ci vuole bene.
Grazie per il vostro tempo e vi auguro in bocca al lupo con la promozione del vostro singolo!
È stata un’intervista bellissima! Grazie davvero.
SUSANNA ZANDONÀ
Band:
Voce: Antonello Condoluci
Basso: Carlo Finardini
Chitarra: Francesco Frullo
Tastierista: Salvatore Capuano
Batteria: Antonio Perrotta
https://www.instagram.com/astronautiband/
https://www.facebook.com/astronautiofficial
https://www.youtube.com/@astronautibanditalianmusic7076
Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal