ASSALTI FRONTALI – Intervista a Militant A
In occasione dell’uscita del decimo album in studio (Etichetta: Daje Forte Daje Records / distr. fisica Master Music – distr. digitale Believe), ho avuto il piacere di intervistare Militant A, storica voce e fondatore del gruppo rap Assalti Frontali.
Militant A, nome d’arte di Luca Mascini, è un rapper, scrittore, arteducatore il cui ruolo nel panorama culturale italiano inizia negli anni ‘80 quando è Dj a Radio Onda Rossa e fonda il gruppo Onda Rossa Posse.
Autore del testo “Batti il tuo tempo”, manifesto di una generazione, colonna sonora delle occupazioni dell’università del ‘90 (movimento della Pantera), e considerato il primo testo in italiano che ha accettato e vinto la sfida di portare il rap in Italia.
Militant A fonda poi il gruppo Assalti Frontali che partendo dai Centri Sociali porta in tutta Italia l’urgenza espressiva del più impegnato hip hop diventando un simbolo di coerenza e impegno sociale e politico e scrivendo dieci album in trent’anni di attività.
Dall’incontro con Simonetta Salacone dirigente della scuola Iqbal Masih nella periferia di Roma (Casilino Centocelle), Militant A inizia l’attività di arteducatore nelle scuole, diffondendo l’arte come educazione nei laboratori rap e scrivendo testi con i bambini, ripresi anche da costituzionalisti e ministri.
Per il nuovo disco, Militant A ha affidato la produzione musicale quasi interamente a Luca D’Aversa. I due si sono conosciuti in occasione della produzione di “Compagno Orso”, canzone scritta per il disco “Her dem amade me” (2020) dedicato a Lorenzo Orsetti. Vicini di casa e soprattutto in grande sintonia artistica hanno continuato a lavorare per l’album “Courage” nell’Albero Recording Studio, anche perché Bonnot, Dj del gruppo e produttore dei precedenti dischi si è nel frattempo trasferito alle Canarie dopo il periodo della pandemia. Bonnot ha curato la canzone che dà il titolo al disco, “Courage”, e “Vecchi pirati” in collaborazione con Luca D’Aversa.
Il disco vede anche la prestigiosa collaborazione di Daniele Tittarelli al Sax e Pietro Lussu al pianoforte, due jazzisti che fanno concerti in tutto il mondo, oltre alla presenza di due giovani cori d’eccezione: il “Coro se… sta voce” presente nel brano “Difendi l’albero” e del Piccolo Coro dell’Antoniano nella canzone “Gol Gol Rap” che ha anticipato l’album nei mesi scorsi.
Ciao Luca, benvenuto su Tuttorock, iniziamo subito parlando di questo nuovo disco degli Assalti Frontali, “Courage”, 13 brani scritti in quale lasso di tempo?
Ciao Marco, grazie, i brani sono stati scritti negli ultimi 6 mesi, tra gennaio e giugno, ci siamo concentrati dentro l’Albero Recording Studio di Luca Traversa, che si trova a Roma vicino a casa mia. Era da tempo che volevo fare un album, negli ultimi anni avevo fatto uscire solo singoli e l’ultimo periodo, tra pandemia e guerra, è stato fonte di grande ispirazione, abbiamo sofferto come tutti, il rap per noi è lo strumento di rinascita, di liberazione, di trasformazione positiva, quindi ho scritto tutte le canzoni che si supportano l’una con l’altra e fotografano questo momento, come siamo noi in questa situazione.
“Courage” perché ci vuole appunto coraggio di questi tempi?
Courage è il titolo che abbiamo scelto perché ci vuole tanto coraggio, poi ho voluto omaggiare mia madre che era francese, lei non c’è più dallo scorso anno purtroppo. Coraggio è il sentimento che ci vuole in questo momento per sognare un futuro in questo mondo che sembra non averne più, è un coraggio che viene anche dalle generazioni passate che hanno lottato tanto e che noi vogliamo tramandare alle generazioni future.
Anche musicalmente non avete lasciato nulla al caso.
Sì, la parte musicale è stata prodotta sia da Luca D’Aversa che da Bonnot, che è il nostro produttore storico ma, durante la pandemia, beato lui, si è trasferito alle Canarie a Tenerife, a distanza è stato un po’ difficile lavorare ma ha comunque prodotto totalmente la title track e “Vecchi Pirati” con Luca. Il mixaggio è stato poi curato da Gianni Condina. Abbiamo avuto davvero un bel team, su Youtube poi abbiamo fatto uscire tutte le canzoni con dei piccoli video che danno un’identità ulteriore al disco.
Come sono andati i nuovi brani durante il primo live?
Abbiamo fatto una specie di test a Marina di Ravenna, cantare dal vivo è il senso di tutto il lavoro che facciamo. I brani nuovi sono andati bene, in particolare ho notato un grande coinvolgimento durante il brano sulla guerra, “La morale”. Vivendo in un momento in cui sembra che non si possa più dire niente, è invece importante tirare fuori le cose che abbiamo dentro, anche perché è una situazione che riguarda tutti noi.
Parlami un po’ della copertina del disco, immagino sia anche quella un’idea tua, è così?
È una foto che mi ha fatto un fotografo che ha beccato me e mio figlio mentre camminavamo a Piazza Cinecittà, quando l’ho vista ho subito pensato che sarebbe stata perfetta come copertina dell’album. Poi è stata rifatta come una silhouette da Gianluca Staderini che è il nostro grafico che ha creato tutto l’artwork del libretto del cd e del vinile, lo consiglio perché è veramente un’opera d’arte per chi ama gli Assalti Frontali.
A dimostrazione che non date mai nulla per scontato anche dal punto di vista musicale, avete due ospiti d’eccezione nel disco, due jazzisti come Daniele Tittarelli al Sax e Pietro Lussu al pianoforte, come mai avete pensato a loro?
Ci siamo ritrovati insieme a lavorare in una scuola d’arte a Roma, ci siamo conosciuti, abbiamo suonato assieme, ci vogliamo bene, ci stimiamo, li ho invitati in studio quando il disco era ancora in fase di demo e loro, ascoltandoli in diretta, hanno fatto due o tre session per ogni canzone e quello che è uscito fuori, insieme a Luca D’Aversa, è stato campionato e abbiamo messo quelle belle cose nelle canzoni.
E, per dare maggior positività a messaggi importanti avete chiamato cori di bambini, il “” presente nel brano “Difendi l’albero” e il Piccolo Coro dell’Antoniano nella canzone “Gol Gol Rap”.
Sì, c’è il Coro se… sta voce in “Difendi l’albero”, canzone che abbiamo anche presentato in una scuola elementare per un festival di poesia ambientale, poi c’è il Piccolo Coro dell’Antoniano in “Gol Gol Rap” e vorrei citare anche un giovane rapper, Er Tempesta, ha 19 anni, che trovate su “Sogno ancora”. Questo è praticamente l’unico feat di tutto l’album, non perché non ci piacciano i feat ma, essendo un disco che arriva dopo tanto tempo, le collaborazioni dovevano essere vere e non riempitive, avevo tante cose da dire.
Come vedi una certa parte del mondo del rap, più che altro della trap, che oggi utilizza la musica per veicolare messaggi che ostentano alla ricchezza, alla violenza, all’umiliazione delle donne e così via?
È purtroppo un paradosso, prima eravamo in pochi a farlo, adesso ci sono milioni di ragazzi che fanno rap ma sembrano monopolizzati da questo tipo di messaggio incentrato sull’effetto immediato, sul colpire l’attenzione, poi dopo poco spariscono. Sembra essere caduto il senso e il sentimento di voler fare un cambiamento collettivo, di voler pensare al rap come uno strumento culturale per migliorarsi. C’è la sensazione che sia tutta una perdita di tempo, invece, secondo me, è importante mettere contenuti belli, profondi, potenti, perché nel momento in cui li metti si capisce lo spessore, secondo me un disco come questo degli Assalti può essere un punto di riferimento e può unire le generazioni dando il loro coraggio. E la consapevolezza che si possono fare canzoni fighe anche con contenuti interessanti. C’è questa idea che, se uno porta contenuti troppo impegnati, diventa noioso, è importante invece fare queste cose che riportano allo spirito originario del rap, creare un’emozione che crea una cultura che resta.
30 anni fa avresti pensato di trovarti nel 2022 a scrivere ancora canzoni che inneggiano alla resistenza?
La resistenza è il motore dell’umanità da sempre, lo sarà per sempre, nel corso della storia, insieme alla ribellione è sempre stata nel cuore e nel cervello di tutti coloro che hanno cercato di migliorare la loro condizione. Certo, le cose cambiano, ma la resistenza ti porta avanti, ti tiene vivo, ci vuole sempre.
So che avete date estive già fissate, se ne aggiungeranno altre?
Sì, se ne stanno aggiungendo poi stiamo preparando il tour autunnale nei posti al chiuso, speriamo di girare tutta l’Italia.
Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà di chiudere l’intervista come vuoi.
Grazie a te! Aggiungo che l’album si può trovare sul nostro sito oppure su tutte le piattaforme digitali e anche nei negozi, ciao!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.