AQUAVITE – Intervista alla band: folk dalle cantine alle piazze, dalle strade alle o …
Ciao… quando cercavamo il nome per la band volevamo qualcosa che rimandasse a “sapori rustici”, come lo sono tipicamente i suoni della musica popolare, inoltre tra i musicisti del gruppo nessuno è astemio, e infine l’acquavite è qualcosa che in tante case contadine veniva “autoprodotto”, in casa, come noi facciamo con la nostra musica… poi per aggiungere un tocco di originalità l’abbiamo scritto soltanto con la Q !!!
In passato mi è capitato di porre qualche domanda al cantante dei Modena City Ramblers, band di punta per gli amanti del folk: il “Dio Bacco” alias il vino è protagonista assoluto dei vostri testi, non per niente il vostro album datato 2014 si intitola proprio “Sul Vino Nuovo”. Quanto è importante l’ebbrezza per un musicista?
Dipende da che tipo di musicista sei… i contesti dove suoniamo noi sono spesso piazze di paese, osterie, pub, tutte situazioni dove sarebbe bello che musica e socialità o convivialità si mescolassero sempre, e con un paio di bicchieri di vino o di birra i discorsi scorrono meglio e l’allegria arriva più facilmente…
Sono passati quasi due anni dall’uscita del vostro cd e ne avete un altro in cantiere: volete parlarcene?
Molte canzoni del primo cd “sul vino nuovo” sono tuttora nel nostro repertorio, anche se è cambiato il modo di suonarle: in precedenza c’era un taglio più cantautorale, erano più numerose le ballate, mentre al momento stiamo seguendo una strada più popolare, eseguiamo anche brani strumentali per chi vuole anche ballare un po’ e battere le mani… per cui il prossimo cd sarà sicuramente con sonorità più grezze e probabilmente ritmi un po’ più veloci. Inoltre adesso quasi tutti brani sono cantati da Giulia, mentre in passato avevamo più voci all’interno del gruppo (questa è stata una scelta stilistica ed esecutiva maturata dopo tanti concerti)
Come nasce un vostro brano?
Spesso i testi (di cui sono l’autore) mi vengono ispirati dall’ attualità , quando riesco mi piace attingere immagini da argomenti della “mitologia popolare” e rurale; altre volte, più raramente, parto prima dalla musica, strimpellando una melodia e cercando di adattarci qualche pensiero che ho in mente in quei giorni
Voi -come band- avete prediletto la contaminazione introducendo numerosi strumenti alla vostra formazione: cornamuse, armonica, flauti ecc. Avete voglia di parlarci un po’ di voi come musicisti? Da cosa è nata questa passione? Quanto avete studiato?
In parte siamo autodidatti, o comunque non tutti gli strumenti che suoniamo hanno alle spalle uno studio “accademico” (per alcuni non esistono nemmeno una scuola ed una tecnica ufficiali!) Ma il mondo della musica folk è storicamente composto anche da cantastorie, musicisti di strada, persone che non sempre avevano avuto la possibilità di studiare, e che imparavano il mestiere sul campo… Poi la passione per strumenti particolari nasce di conseguenza a ciò che suoniamo, al contesto… anche solo del “banale” flauto che tutti abbiamo in mente, esistono centinaia di versioni e varianti! Quando cominci a fare ricerche e incuriosirti agli strumenti popolari, ti si apre un mondo vastissimo.
Quali sono i vostri artisti preferiti?
Qui credo che ognuno dovrebbe rispondere per se perchè ascoltiamo veramente un sacco di musica, ovviamente non soltanto folk… sicuramente rimanendo nel seminato, a tutti noi piacciono i Gang, di cui ogni tanto eseguiamo qualche cover e che ci ispirano molto, musicalmente ed umanamente… poi ovviamente siamo cresciuti con le canzoni dei Modena City Ramblers, Bandabardò, La Casa del Vento… e più di recente Me Pek e Barba, Ginevra di Marco.. di musicisti bravi ce ne sono tanti, anche non necessariamente famosissimi.
Preferite la dimensione live o quella della registrazione in studio?
Decisamente suonare dal vivo!
Grazie ragazzi e buona fortuna per il vostro lavoro!
Grazie a te e a voi di Tuttorock!!!
DAFNE D’ANGELO