ANTICLOCKWISE – Intervista alla band nel 4° Rock in Park al legend Club di Milano 4 …
“Ciao Pietro, sono contenta di rivedervi a distanza di breve tempo sul palco. Sono curiosa di far la conoscenza con la neonata di casa, cosa mi racconti di lei, come mai hai fatto questa scelta di nicchia?”
Pacio P. B. “Ho scelto di fare una chitarra con la “Nadar Guitars”, perché son stato travolto dall’entusiasmo di Gianluca ed il suo amore per il lavoro.È una chitarra con corpo in mogano e top in acero, manico in acero e tastiera in ebano con intarsio al dodicesimo tasto del nostro logo “Anticlockwise”.Monta dei pick-up EMG 707 splittabili da humbucker a single coil.Ha un suono corposo, ma anche brillante e con un sustain infinito e armoniche pazzesche. É stata chiamata “furia buia” perché quando la bimba di Gianluca l’ha vista l’ha chiamata così perché le ha ricordato il drago del cartone dragontrainer.”
“Ciao Ragazzi, parlando invece di produzione artistica, mi piacerebbe domandarvi come nasce il vostro progetto”
Pacio P. B. “Gli Anticlockwise nascono nel 2004. Michele mi aveva chiamato a suonare in un progetto di metal trash, che aveva costituito lui, l’idea era di fare musica nostra. Ho chiamato subito Bubu, con cui suonavo in una band precedente ed inizialmente mio cugino era la voce. Quando se n’è andato, ho telefonato a Claudio, che già conoscevo…
Claudio: “ Si, ricordo la telefonata, era un sabato sera, uscivo dall’università e Pacio mi dice di voler fare qualcosa di nuovo, di metal, lontano dagli schemi di quello che già cantavo.” “Il gruppo c’è già!” – aggiunge. Vieni il tal giorno che proviamo…
Pacio P. B. “…ed è arrivato in motorino, perché al tempo era minorenne” (ridono)
Michele L. “ Diciamo che il nome è nato prima del gruppo”
“cosa significa?”
Michele L. “ Anticlockwise significa “in senso antiorario” e riassume in un certo senso sia il concetto di liberta d’espressività nella musica, dato che noi tutti ascoltiamo generi diversi ed risentiamo di varie influenze; sia il desiderio di trovare qualcuno che condividesse al 100% ciò che amavamo. Così è nata l’idea, pensando di suonare quello che più ci piaceva. Nello specifico, tuttora troviamo difficile identificarci in un genere piuttosto che un altro”.
“…e siete giunti a suonare un genere progressive e trash”
Bubu: “ Ce l’hanno detto più che altro…”
Claudio: “ Si, perché noi non sapevamo come definirci…”
Bubu: “Però è in realtà un genere nostro…”
Michele L. “ Siamo partiti con il chitarrone di Pietro, Bubu che faceva il pestaggio estremo, Claudio che veniva da un altro genere tutt’altro che metal e molto più melodico…
“…direi Blues”
Michele L. “ Si. Assolutamente! Io invece ascolto e vengo da “un po’ di tutto” e sono principalmente appassionato di progressive, fusion, rock…e tutto quello che mi capita in testa… Quindi metti il Pacio, che fa il chitarrone potetnte, Bubu con il ritmo che spacca i timpani, io un po’ di scuci e cuci…e salta fuori il nostro gruppo”
Claudio: “ …e io non so mai che cazzo fare!” (ridono)
Pacio P. B.: “Tu non sai mai cosa fare, ma arrivi puntualmente con la cosa giusta…”
Michele L. “ È la nostra ciliegina sulla torta e senza di lui non avremmo i nostri ritmi”
“…e direi che piacete tanto, nel senso che avete vinto anche dei concorsi e la vostra carriera sta prendendo una buona piega”
Michele L. “ Lo speriamo. È un periodo positivo per noi, sia professionalmente, che nel privato e credo che questo si percepisca.”
Pacio P. B.: “Hai la fortuna di suonare con i tuoi migliori amici, che sono anche i tuoi musicisti preferiti …”
“…a cosa vi ispirate?”
Pacio P. B.: “nel mio caso Nevermore principalmente, tonnellate di metal e tanto progressive tipo Transatlantic, Threshold, Haken…”
Bubu: “diciamo i Nevermore, che è quello che si sente più di tutti…”
“…ciò che mi ha colpito di voi è che, a differenza di altre band, siete molto attenti al Sociale e spesso avete a cuore questa realtà…”
Pacio P. B.: “diciamo che abbiamo preso a cuore una cara amica con una situazione difficile e non c’è solo lei… È una persona che ha sempre creduto in noi, dalla prima volta…”
Bubu: “…e parliamo del 2004”
Pacio P. B.: “…e per me è praticamente una sorella. Per cui ha stimolato la nostra sensibilità verso questo Progetto.”
“…progetto che si chiama?”
Pacio P. B.: “…i malati invisibili, per sensibilizzare ed aiutare le persone che hanno malattie non diagnosticate. È una cosa importante ed una realtà che sembra lontana da noi, mentre invece puoi averla sotto gli occhi ogni giorni. E scopri persone fantastiche, che hanno molta più energia di quanta ne abbiamo noi”
Michele L. “ Si, perché se pensi che ciò di cui parliamo maggiormente nei nostri pezzi è il deterioramento della società, qui scopriamo invece che dove ci sono maggiori difficoltà è rimasta più umanità”.
“…come è nato il vostro album?”
Pacio P. B.: “Carry the fire” è nato da 3 o 4 pezzi che avevo pronti strumentalmente. Claudio ha iniziato a cantarli ed abbiamo pensato di farne un concept album, ispirato al libro “The Road” di McCarthy…”
Claudio: “Beh, fare un concept album credo sia il sogno di ogni musicista, significa fare un disco a tutto tondo, che sia completo dalla copertina alla musica, tutto che si lega in un lavoro omogeneo. Noi non ce l’abbiamo fatta a mio avviso, perché in alcuni pezzi il lavoro è disomogeneo, però credo di poter dire che siamo arrivati vicino”.
“…avete già iniziato a lavorare al prossimo album?”
Pacio P. B.: “abbiamo già messo in cantiere i primi pezzi..”
Michele L. “ E non si può certo dire che siamo veloci nel comporre, perché abbiamo una particolare cura…”
Bubu: “ per fine anno, inizi 2016 si spera di registrare i pezzi…”
Claudio: “Stasera suoniamo un pezzo nuovo, si chiama “Rise your head”. Ci diverte molto e riprende nel concetto e testo, uno dei primi pezzi che abbiamo composto. Parla della necessità di svegliare le persone, di far alzare le teste dagli smartphone. Abbiamo letto recentemente le problematiche collegate all’uso smodato della tecnologia, le dipendenze, il modo in cui per esempio Bubu stà giocando con il telefono adesso… (ridono) vorremmo lavorare in questa direzione”
Michele L. “ Anche la stessa alienazione delle persone…”
Pacio P. B.: “…è bello e stimolante, quando Claudio mi indica di cosa vuol trattare, provare a comporre sulla linea della narrazione che mi dà lui…”
Michele L. : “Lavoriamo in saletta…”
Bubu: “Vecchia maniera insomma”
Pacio P. B.: “…altrimenti perdi cuore nelle cose”
Michele L. : “Bubu è molto bravo a trovare un livello di tensione giusto nel pezzo, a me piace molto lavorare sugli arrangiamenti ed inserire tempi dispari, piuttosto che parti diverse per esempio”
Pacio P. B.: “…beh, io ho un particolare feeling con Bubu, perché quando mi lascio trasportare e tiro fuori un riff, lui ha già il groove e l’attacco di batteria giusta…”
Bubu: “…dopo oltre 15 anni che suoniamo insieme”
Claudio: “Io devo guardare il Bubu, perché se vedo che lui non canta, capisco che quello che stò facendo fa schifo”
“…sei la Maionchi del gruppo!”
E tra le risate collettive ci salutiamo a presto…
ELENA ARZANI
La formazione degli Anticlockwise:
Daniele Gotti “Bubu” – drums
Michele Locatelli – Bass
Claudio Brembati – Vocals
Pietro “Pacio” Baggi – Guitar
https://www.facebook.com/anticlockwiseprogthrash
Elena Arzani è Docente presso la University of the Arts London di Londra. Fotografa e Consulente in marketing, comunicazione e social media management, segue artisti e progetti del settore culturale e moda e musica. Master di Laurea in Design Studies, presso il Central Saint Martin's di Londra, ha completato la sua formazione tecnica al Sotheby's Institute of Arts di NY ed alla 24Ore Business Schoold di Roma. Tra le sue collaborazioni, illustri aziende ed iconiche personalità della cultura contemporanea, da Giorgio Armani, Tina Turner, Aubrey Powell, a Guerlain, Fondazione Prada, e molti altri. Elena Arzani, Art Director di Tuttorock - elena.arzani@tuttorock.com