ANDREA DESSì – Intervista al chitarrista

Andrea Dessì Foto 3

In occasione dell’uscita del nuovo singolo con Massimo Tagliata e Mietta “MI PERDIDO AMOR” ho intervistato il chitarrista ANDREA DESSì.

Buongiorno Andrea, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock, il tuo genere musicale particolare mi invita a chiederti quali sono stati i tuoi primi ascolti? Il tuo guitar hero?
Ah bella domanda… dalla risposta ampia… Da bimbo fino agli 11 anni circa ascoltavo Beatles, Rolling Stones, Mozart, Beethoven, il mitico Rubistein, De Andrè, Battisti, Mina… cioè quello che ascoltavano i miei genitori. Per un anno o forse più ho preso lezioni di pianoforte… Dai 12 anni circa diciamo che il gruppo che mi ha folgorato, a cui mi sono avvicinato, sono i Led Zeppelin, e il mio guitar hero indiscusso era Jimmy Page. Forse lo è ancora… a riascoltare Jimmy con gli Zeppelin sento ancora una magia infinita, fra acustico, elettrico, celtico, psichedelico…erano davvero immensi… il primo grande amore non si scorda mai, neanche in musica.

Come hai deciso di intraprendere la carriera musicale? Hai avuto un maestro?
Come dicevo, alle elementari per un anno o forse più ho preso lezioni di pianoforte classico e già allora la maestra voleva mandarmi al Conservatorio, ma non avevo trovato il mio strumento ancora e il mio guitar hero appunto. Alle superiori, la mia professoressa di musica venne a sapere che suonavo, avevo un gruppo di pazzi rock, mi fece un provino e mi disse che dovevo studiare davvero e mi presentò un Maestro di Chitarra di Conservatorio e poi entrai in Conservatorio. Nonostante ero uno sfegatato con la chitarra elettrica, le mie radici musicali erano ampie e grazie a questo credo mi fu facile appassionarmi davvero anche alla chitarra classica, specie quella flamenco. Negli anni ’90 verso i 18 ho visto Paco de Lucia per la prima volta, immenso, non lo scorderò mai, non solo come chitarrista, anche come musicista e come artista… davvero incredibile.

Il tuo genere flamenco, anche se magari con contaminazioni pop o altro genere, mi pare abbia sempre un nutrito gruppo di appassionati, tu che riscontro hai?
Sì, beh il flamenco per certi aspetti è come il blues, è musica dell’anima, coinvolgente, per cui chi ci crede ci crede davvero. Il flamenco davvero grazie a Paco de Lucia e a i suoi illustri colleghi e seguaci ha avuto anni molto fertili, direi fino a qualche anno fa… difficile dirlo con esattezza. Poi credo che una crisi generale del mondo della musica stia mettendo in crisi da qualche anno qualunque cosa, i giovani non hanno spazio, impossibile farsi un nome per loro e vivere di musica. Le cose sono peggiorate per i musicisti, non sono anni facili. Ma bisogna crederci e resistere, un mondo senza musica sarebbe morto, pensate che tristezza infinita…  

Il brano Mi Perdido Amor sprizza allegria e ritmo, come è nato? La tua unione con la voce di Mietta è superba.
Grazie. Con Mietta abbiamo iniziato a lavorare nel 2015, abbiamo fatto un concerto di prova e ci siamo trovati. Lei è molto caliente e molto versatile, non è solo brava e tanto nel pop… ma sai in Italia se canti anche altro sei un “infedele”, invece che apprezzare il tuo molteplice talento ti escludono. Il pop è un mondo… così… bizzarro. Capisco che cambiare genere può spiazzare, ma voglio dire, ve la ricordate Ornella Vanoni negli anni ‘70 con Toquinho, Mina e il jazz e Antonella Ruggiero? Di eccezioni ce ne sono. Mietta ha una grande istintività e ne ha dato prova, non c’è da dire molto se non brava!!!

Il progetto completo è un vero mix di generi diversi mi pare, con partecipazioni quali, oltre l’ovvio Tagliata, Fabrizio Bosso ad esempio. Ma ci sono riferimenti a pop e jazz, qual è stata l’idea alla base del nuovo disco? Mescolare assieme questi generi ha comportato particolari difficoltà?
In realtà è stato semplice. Ci sono alla base due parti di me, la parte più blues e la parte spanish, che in realtà viene presa e definita spesso come musica latin jazz. Questi sono i filoni su cui mi sto concertando e che sto definendo. Dovrebbe essere un doppio EP, con un titolo unico, ma appunto in due parti. Uno blues ma con influenze mediterranee, latin, funk, ecc., e l’altro spanish, pop, jazz e vedremo ancora, c’è qualche sorpresa dell’ultimo minuto.

Che chitarra preferisci da suonare? Hai una particolare marca/modello e una tecnica che ami?
Di chitarre ne ho varie, forse la chitarra simbolo che mi cambiò la vita è la Les Paul Custom, regalo di un grande amico che ora è un grande e riconosciuto scultore… avevo 15 anni quando ricevetti questo regalo. Per la tecnica ho usato tutto, plettro, tecnica flamenco/classica, finger style, davvero tutto. Anche se ora preferisco suonare tutto senza plettro, usando thumb picking, cioè il pollice al posto del plettro. I chitarristi flamenco hanno un po’ questa cosa che ho estremizzato, mi serve in realtà per suonare come un chitarrista jazz mentre ho in mano una chitarra classica. Il punto è fare più cose possibili, variare il più possibile nella maniera più semplice.  

Tra i tanti premi vinti e le prestigiose collaborazioni, ricordi qualcosa di particolare e/o hai un aneddoto da raccontare?
Mi ricordo la seconda volta che siamo andati a suonare in diretta per Rai Uno con L’Orchestra Sinfonica della Rai, con Massimo Tagliata. Era appena uscito il brano “Non vivo più senza te” di Biagio Antonacci, di cui ho composto e firmato la musica. Eravamo a Roma, al Parco della Musica che ha tante sale e dovendo suonare per ultimi io e Tagliata siamo andati in giro e ci siamo trovati per sbaglio in una terrazza, non so neanche io dove, e ci siamo visti il concerto dei Buena Vista Social Club che erano dentro il Parco della Musica in un’arena all’aperto. Grande concerto, bellissimo! Dopo averli sentiti ci siamo esibiti noi, pieni di musica e di poesia, bel ricordo!! 

Progetti futuri? Stante la situazione ancora ‘fluida’ dei live, ci può essere un tour all’orizzonte?
Sì, sto provando di organizzare un bel tour per quando la situazione difficile di ora si placherà. Una situazione tutta mediterranea ma con elementi e persone nuove, grande voglia di ricominciare!!!

C’è qualche artista al momento che ti piace e potresti consigliare?
Per il jazz consiglio Kamasi Washington, nuovo guru assoluto acclamato dalla critica e dal pubblico. Per i chitarristi flameco consiglio Antonio Ray, bravissimo chitarrista flamenco con influenze jazz, pop, ecc. Davvero notevole, da sentire!!!

MAURIZIO DONINI 

Band:
Andrea Dessì

http://www.andreadessi.it/https://www.facebook.com/AndreaDessiOfficial

In foto da sinistra a destra Massimo Tagliata Andrea Dessì Mietta Roberto Rossi live al jazz club Bravo Caffè di Bologna. Crediti Foto Claudio Costanzo.