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ANA POPOVIC – Intervista alla chitarrista e cantante rock blues serba

ANA POPOVIC – Intervista alla chitarrista e cantante rock blues serba

Un’intervista di qualche mese fa, ma abbiamo avuto il piacere di incontrare Ana Popovic nel backstage del suo concerto tenuta la scorsa estate al Subiaco Rock Festival. Ciò che segue è il resoconto del’intervista.
 
Ciao Ana parlami di te, come è nato il tuo amore per il blues?
Ho imparato ad amare il blues grazie a mio padre che è un chitarrista blues e mi ha fatto conoscere chitarristi come Stenie Ray Vaughan, Buddy Guy, Sonny Landrett, Roy Rogers e molti altri, logicamente Jimi Hendrix. Ho poi cercato di allargare gli orizzonti studiando sia il blues che il jazz ed ho cercato di costruirmi uno stile personale.
 
Nel tuo sound infatti ci sono molte influenze, oltre al blues c’è il funky, il soul ed il jazz, perché?
Come ti dicevo prima, mi piace esplorare nuovi mondi musicali, mi piace fonderli al mio stile e cerco sempre di dar vita ad un sound particolare e che mi appassioni, che sia blues, jazz o rock, è nel mio DNA, cerco di non dare mai nulla per scontato.
 
Hai circa venti anni di carriera, sei soddisfatta dei risultati raggiunti?
Si, completamente ma guardo sempre oltre.
 
Come è la scena musicale in Serbia?
Non la conosco sinceramente, perché vivo in America da molti anni e sono attratta dai musicisti americani, i bluesman che in molti conosciamo.
 
Parlami di “Trilogy”, il tuo nuovo album, è addirittura un triplo cd diviso in tre parti, “Morning”, “Mid Day” e “Midnight”. Un progetto ambizioso!
Si, sono molto soddisfatta infatti del lavoro fatto e penso che in “Trilogy” ho messo tutta me stessa e tutto il mio Universo musicale. Ci sono le differenti sonorità del mio background musicale, il funky soul, il blues quello genuino, la musica che mi piace ascoltare la mattina, quando corro per avere energie, c’è il rock blues, il delta blues, il jazzy blues, il Chicago blues, il Texas blues, tutte derivazioni del blues americano, è praticamente il blues più energico che mi piace ascoltare la mattina e quindi tutto questo c’è in “Morning”. Verso metà mattinata, mi piace ascoltare il blues più melodico e slow, più passionale e “Mid Day” racchiude questo, mentre la sera dopo una giornata di lavoro, per riposarmi un po’ mi piace ascoltare un po’ di jazz e in “Midnight” c’è questo sound. Sono tre diversi momenti di una mia giornata e “Trilogy” ne racchiude il tutto.
 
Quali sono quindi le tue influenze musicali oltre a quelle ampliamente citate?
Ascolto musica di vari generi e oltre a quelli citati non nascondo di ascoltare anche dell’ottimo hard rock.
 
Hai collaborato con artisti come Joe Bonamassa, Robert Randolph e Cody Dickinson, cosa mi puoi dire di questa esperienza?
Potrei dirti molto, ma ogni parola potrebbe essere inutile, perché sono dei musicisti straordinari e anche ottime persone e ho imparato molto da loro, un’esperienza che non dimenticherò mai.
 
Hai suonato in tutto il mondo, quindi hai avuto esperienze con vari culture. In quale Paese hai avuto più consensi?
Si ho suonato in Australia, Giappone, Europa, America, in ogni posto ho trovato un pubblico meraviglioso, diverso l’uno dall’altro, ma mi sono sempre trovata molto bene in ogni Paese dove ho suonato. Purtroppo in alcuni posti non parlano molto l’inglese e quindi il pubblico è più orientato ad ascoltare esclusivamente la mia musica, mentre io dò molta importanza ai testi delle mie canzoni e quindi nei posti dove si parla l’inglese, forse capiscono di più la mia proposta musicale, completa anche dei testi.
 
Dell’Italia che mi dici?
Un pubblico eccezionale, vivo, energico, un’ottima audience.
 
Ti saluto e ti lascio chiudere l’intervista come vuoi, un messaggio ai tuoi fan italiani e a i nostri lettori.
Ascoltate sempre buona musica, supportate i musicisti, comprate i cd e venite ai nostri concerti, un saluto a tutti.

FABIO LOFFREDO

 
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