ALIANTE – Il duo salernitano presenta “Strada blu”
In occasione dell’uscita del nuovo album “Strada blu”, avvenuta lo scorso 8 aprile, ho avuto il piacere di intervistare il cantautore salernitano Moreno Naddeo che, insieme all’amico e polistrumentista Nicola Fierro, forma il duo Aliante, progetto musicale che nasce nell’inverno del 2013.
Il loro sound si ispira alle sonorità del folk e alle atmosfere dell’ambient e dell’alternative rock.
Il risultato è un repertorio elettroacustico che miscela musica d’autore e paesaggi sonori. I testi si ispirano sia alla tradizione cantautorale italiana che al nuovo cantautorato internazionale alternativo.
Nei primi anni di attività il duo colleziona numerose esibizioni:
nel 2014 è tra i finalisti del Festival Linea d’Ombra e vince il premio della giuria indipendente del Castellabate Wave Contest.
Nel 2015 partecipa al Meeting del Mare dividendo il palco con artisti della scena campana come Enzo Avitabile, Jovine, La Maschera.
Nel 2016 partecipa a Festambiente Paestumanità, suona al MuSea di Pioppi e apre diversi concerti nell’ultimo tour della cantautrice Giorgia Del Mese.
Nel 2017 suona in apertura a Gnut; a Cristiano Godano dei Marlene Kuntz; a Daniele Sepe insieme al collettivo salernitano di songwriters Sant’Apollonia.
Nel 2018 è nella line up del concerto del Primo Maggio di Salerno; partecipa al Festival “CUT – Container Poesia e Musica” presso il complesso monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli; partecipa al Festival “Balconica” in Cilento; apre la data salernitana del “O’ Diavolo Tour” di Francesco Di Bella, al Teatro Augusteo.
Il 13 Aprile 2018 pubblica l’EP “Aliante”, lavoro completamente autoprodotto, disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Nel 2019 il singolo “Tela e colori” viene scelto per la compilation Napoli Sound System Vol. 3 edita dall’etichetta storica “La Canzonetta Record – Sintesi Tremila” che ogni 5 anni seleziona i progetti più interessanti nel panorama musicale campano.
Nel 2020 partecipa alla mostra evento “Bowie by Sukita” organizzata da Tempi Moderni e Ono Arte ed è tra i 10 progetti finalisti del Premio Mia Martini.
Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, che riscontri sta avendo il vostro nuovo album “Strada blu”?
Ciao Marco, l’album sta muovendo i suoi primi passi. Abbiamo avuto modo di presentarlo dal vivo in una prima occasione, a pochi giorni dalla pubblicazione, e adesso stiamo lavorando per organizzare nuove date per poterlo raccontare. Il live rimane ancora la forma che preferiamo per promuovere la nostra musica e per raccogliere preziosi feedback. I primi riscontri sono stati positivi, ciò ci ha spinto a stampare una manciata di copie fisiche dell’album che siamo sicuri finiranno nelle mani di chi, come noi, è ancora affezionato a un certo tipo di fruizione della musica.
8 brani scritti in quale lasso di tempo?
I lavori a “Strada blu” sono cominciati nel 2018, poco dopo la pubblicazione del nostro primo EP. Avevamo molto materiale su cui lavorare, e, tra questo, abbiamo scelto di concentrarci sulle canzoni che ci sembravano più mature, sedimentate.
Nonostante l’ossatura dell’album abbia preso forma in sala prove, gran parte delle registrazioni è avvenuta in piena pandemia, dunque il processo di cristallizzazione del lavoro è stato lento e senza fissa dimora in quanto una parte di esso è stata registrata in home studio, l’altra presso gli studi dei musicisti coinvolti.
Ho apprezzato tutto l’album ma, se dovessi scegliere una traccia che più mi ha colpito, vi direi “Pura”, voi, da autori prima e ascoltatori poi, ne avete una che preferite alle altre?
Le canzoni, una volta pubblicate, sono tutte come piccole creature che decidono di prendere ognuna la propria strada, dunque non è facile sceglierne una in particolare.
Cantandole mi rimandano ai momenti chiave del processo di scrittura, alle persone, ai luoghi o alle emozioni che hanno fatto sì che esse nascessero.
Per dirne una, ogni volta che suoniamo “Disimparare” penso all’immagine di un bambino che si diverte a scovare forme familiari nell’osservare le nuvole.
Nicola è molto legato a “Sbarre e catene”, in quanto è una canzone che ci portiamo dietro dall’inizio del percorso, totalmente cambiata rispetto alla versione originale e che, dunque, sintetizza l’evoluzione dei nostri ascolti che sono confluiti in gran parte verso l’experimental pop o la folktronica.
Alternate la lingua italiana al vostro dialetto, quanta importanza ha per voi il fatto di mantenere vive le proprie radici a livello artistico?
Tra le nostre influenze c’è sicuramente anche parte della scena alternativa campana fiorita tra gli anni ’90 e i primi del 2000. La visceralità e la musicalità del dialetto erano veicolo per importanti messaggi sociali e di “resistenza” ad un sistema sempre più consumistico, anche musicalmente parlando. L’idea di provare a dare seguito ad una tradizione del genere ci ha sempre affascinato.
Parlatemi un po’ della copertina dell’album.
La foto copertina ci è stata donata dal fotografo Giuseppe Novellino. La notammo su Instagram e ne restammo fulminati. Scattata allo zoo di Berlino, ritrae un elefante circondato da grattacieli. Può rimandare ad un senso di inadeguatezza o può colpire per l’incredibile somiglianza cromatica tra l’animale e il contesto urbano nel quale è stato (“ahilui”) inserito.
Quando e come vi siete conosciuti?
Io e Nicola ci siamo conosciuti tra i banchi del liceo. In quei tempi la nostra comune urgenza espressiva e gli ascolti comuni ci spinsero a trasformare un piccolo garage nella nostra sala prove personale (lo è tuttora). Da subito abbiamo sentito la necessità di produrre roba nostra, considerando la musica come una sorta di struttura alare che ci permettesse di esprimere, condividere e comunicare liberamente le nostre idee, le nostre emozioni.
Quali sono gli artisti del passato e di oggi che più ammirate?
Siamo affezionati ad un certo tipo di cantautorato italiano ed internazionale, ultimamente nei live stiamo suonando dei brani di Battiato, Dalla, Nick Drake; ma siamo anche cresciuti con le influenze dei Radiohead, Wilco, Sigur Ròs, Bon Iver, Damon Albarn, Fleet Foxes, Pearl Jam, Afterhours, CCP, Subsonica. L’elenco potrebbe continuare a lungo con ascolti più recenti – come Motta, Fabi, Iosonouncane, Andrea Laszlo De Simone, Michael Kiwanuka, Arcade Fire, Bibio ecc. ecc., e ci piace anche confrontarci con le realtà territoriali a noi più vicine come i 24 Grana, Epo, Dileo, e gli amici songwriters con i quali ci scambiamo consigli e nuovi ascolti.
Avete mai pensato di aggiungere altri membri al progetto?
Nel tempo abbiamo sempre cercato un confronto con altri musicisti. Non tutti i rapporti sono stati duraturi, ma alcune relazioni sono divenute davvero importanti e si sono trasformate in vere amicizie o, per dirla in chiave ‘Strada Blu’, in veri compagni di viaggio.
Certo, il nucleo del progetto siamo noi due, ma a differenza dell’EP pubblicato nel 2018, nel quale abbiamo praticamente prodotto e suonato tutto, quest’ultimo album è frutto di un lavoro condiviso con amici di vecchia data: Federico Amato ha suonato e registrato le batterie acustiche ed elettroniche; Francesco Verrone ha suonato e registrato il basso su tutte le tracce, a meno della traccia ‘Settembre’ nella quale il basso è di Flavio D’Addino; mix e mastering sono stati curati da Maurizio Loffredo de ‘Gli Artigiani Studio’ di Roma.
C’è un vostro concerto che ti è rimasto particolarmente impresso?
Sicuramente l’ultimo concerto pre pandemia, risalente al febbraio del 2020. Siamo stati invitati ad esibirci all’interno di una mostra – evento dedicata a Bowie in un palazzo storico di Salerno. Per l’occasione abbiamo messo su uno show in trio, con qualche cover dedicata al Duca Bianco. C’era un’atmosfera commovente per ascolto, curiosità e partecipazione.
A proposito, avete qualche data in programma?
Sì, la prossima data di presentazione dell’album è prevista per il 28 maggio presso XXXV Live, una sala concerti a Cava de’ Tirreni. Suoneremo in trio. Ci divertiamo a diversificare di volta in volta i nostri live set: dal live in duo acustico, al quale stiamo progressivamente aggiungendo strumenti elettronici, a quello in full band.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Ci teniamo a ringraziarti per l’interesse mostrato nei confronti del nostro progetto. Speriamo di rincontrare presto Tuttorock lungo il nostro percorso, lungo questa Strada blu!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.