AKES – Intervista al cantante e musicista romano
In occasione dell’uscita del nuovo disco “Revenge”, ho avuto il piacere di intervistare il cantante e musicista romano Akes, che mescola nuovamente le carte in tavola, e lasciate alle spalle le sperimentazioni sci-fi, torna con un disco tra rock, elettronica e nu metal.
Ciao e bentornato su Tuttorock, iniziamo parlando del tuo nuovo album “Revenge”, che riscontri stai avendo?
Ciao a voi! Come ogni album indipendente ci mette più tempo ad essere conosciuto dal grande pubblico ma ai miei ribelli (così chiamo i miei fan) sta piacendo molto, sono dell’idea che una bella canzone prima o poi viene sempre scoperta se c’è un’emozione autentica al suo interno quindi attendo tranquillamente. Ad esempio il mio brano “migliore amica” (pubblicato nel 2017) era a mille visualizzazioni fino all’estate del 2019, quando poi è stato scoperto su Instagram per caso e ora ha 177mila visualizzazioni su YouTube e 108mila streaming su Spotify. Non che siano numeri enormi ma li ritengo importanti per un brano che prima ne aveva quasi 0 di ascolti.
“Revenge”, vendetta contro cosa o chi?
Innanzitutto contro il sistema, e tutto quello che c’è al suo interno. La pressione sociale, gli amici falsi, le storie effimere nate sul web, gli amori malati, i colleghi di lavoro infami e tante altre vicende che ho pensato potessero essere condivisibili da ogni individuo che non accetta la realtà per come gli si pone davanti, ogni traccia è un esorcismo agli ostacoli citati pocanzi. È stata in primis un’esigenza personale a spingermi a fare questo album, avevo bisogno di mettere una croce sopra a un certo periodo della mia vita e l’ho fatto con l’unica arma che conosco, la mia musica. Riassumendo il senso della title track la miglior vendetta consiste nel voltarsi. Mi auguro che il messaggio possa aiutare chi è in difficoltà e sente un peso dato dal passato.
Un disco che ho trovato di altissimo livello, sia dal punto di vista della scrittura dei brani che per quanto riguarda la produzione, a dimostrazione della professionalità del progetto Akes. Parlami un po’ del processo di registrazione.
Intanto grazie per il complimento, questo album rispetto ai precedenti ha avuto uno step in più in fase di registrazione, di solito confeziono dei provini homemade, e poi vado in studio a finalizzarli col producer, stavolta invece dopo aver confezionato i provini a casa mia, e poi delle bozze ri-registrate con il produttore Dr. Wesh a Roma nel suo studio, siamo partiti per Los Angeles dal nostro amico Stefano Moro nello studio di Irko per registrare ancora una volta i brani e affinare ancora meglio le produzioni. Prima di registrare a casa poi ho anche chiesto consiglio a un vocal coach metal per affinare le mie tecniche di canto. È stato un duro lavoro ma ne esco vocalmente più preparato per i prossimi progetti.
Hai avuto un’idea innovativa, pubblicare i video di ogni brano del disco, chi li ha realizzati?
All’inizio mentre finivo l’album a Los Angeles ho pensato di fare un solo visual (quello con la pioggia rossa della title track) poi, tornato in Italia e risentendo le tracce, consultandomi anche con la mia videomaker Federica Di Pasquale, abbiamo optato per dare un’estetica uniforme a ogni brano, facendo collaborazioni in varie parti della penisola con alcune suicide girl in posti piuttosto tetri, sempre per dare continuità al rosso e al nero che sono i colori che attribuirei a questo disco.
L’idea del video album conferma che il tuo progetto va oltre la musica, saresti d’accordo con me se ti dovessi definire un artista multimediale?
Mi fa piacere tu l’abbia notato, fin dal progetto amore 2.0 ho pensato che ormai video e suono vanno di pari passo, ho sceneggiato tantissimi video in passato e mi sono occupato anche della produzione della scenografia e delle comparse, ho utilizzato le mie competenze grafiche delle superiori (si, facevo il grafico industriale). È stata una necessità dover attingere a questa skill perché non c’erano videomaker che appoggiavano la mia visione e soprattutto non avevo budget per delegare la scrittura e la stesura delle mie idee, ma col tempo per me è diventato un piacere comporre tutto insieme. Sono sempre a stretto contatto con chi mi gira i video, mi piace essere il regista del mio progetto, penso che senza una buona immagine (che può essere anche una semplice copertina) la musica perda qualcosa.
Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Ho amato la musica fin da bambino, dai 13 in poi mi ha rapito scoprendo il nu metal e poi dopo il rap, constatando che il nu metal era troppo difficile per cominciare mi sono avvicinato al rap e già a 15 anni ero in cameretta con Dr. Wesh a registrare canzoni. Prima di fare musica ero fissato col calcio, ma appena sono entrato in squadra vedendo compagni più bravi non me la sono sentita di continuare. Invece con la musica nonostante non fossi fin da subito talentuoso rispetto ai miei coetanei mi metteva adrenalina allenarmi e provare a migliorare, dopo 15 anni ancora mi piace mettermici d’impegno e superarmi, sto imparando a suonare il piano, e non smetto di sperimentare nuove forme di scrittura e canto.
Una domanda che faccio a tutti, quali sono i 5 dischi ai quali non potresti mai rinunciare?
“Meteora” dei Linkin Park, “Fallen” degli Evanescence, “Chuck” dei Sum 41, “One-X” dei Three Days Grace e “Phobia” dei Breaking Benjamin. Sono gli album con cui sono cresciuto e che ascolto tutt’ora. Classici per me.
Hai già pensato a come presenterai dal vivo questo progetto?
Sì, sto formando una band per poter suonare al meglio il genere a cui mi sto avvicinando, appunto il nu metal, sequenze, batteria, basso, chitarra e una voce ausiliare. Voglio incentrare così tutte le mie prossime date nel futuro.
A proposito, hai qualche data live in programma?
Il 27 aprile al Traffic Club di Roma (Via Prenestina 738) alle 21.30 ci sarà la prima data ufficiale dell’album. Sono molto emozionato, ci saranno due band in apertura e poi porterò la mia vendetta sul palco con tanto di scenografia.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Grazie mille a te e a voi di TuttoRock per lo spazio, un saluto a tutti i ribelli che mi seguono e ai nuovi che verranno. Abbattiamo il sistema con le nostre emozioni.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.