A TOYS ORCHESTRA – Intervista al cantante Enzo Moretto
Ormai sono come una droga per me, tutte le volte che so che si esibiscono in zona, io non riesco a resistere e vado di corsa a godermeli dal vivo. Producono musica rock di alta qualità, frizzante, e riescono a far ballare il pubblico per tutta la durata dello show, sto parlando degli “A Toys Orchestra”. Questa volta li ho rivisti al Tambourine di Seregno e non deludono davvero mai, facile con le canzoni del loro ultimo cd: Butterfly Effect; partendo dalla hit “Made to Grow Old”, e passando per “Fall to Restart” o “My Heroes Are All Dead”, “Wake Me Up”, tutte canzoni bellissime e tanto acclamate dal pubblico. Qualche giorno prima ho incontrato ho incontrato il vocalist Enzo Moretto e ci ha rilasciato un’intervista.
Ciao Enzo, il vostro primo album,“job”, pur essendo un album acerbo, aveva riscosso un certo favore dalla parte della critica, ed aveva una forte impronta indie rock, successivamente i vostri album sono cambiati radicalmente, diventando più elettronici, senza abbandonare però una certa sfumatura rock, qual’è stato il vero motivo di questo cambiamento?
Il cambiamento è la vera cifra stilistica che abbiamo adottato sin dagli inizi. Non abbiamo mai pensato di doverci affiliare ad un unico genere e/o stile, motivo che ci ha concesso sempre larghe vedute senza preclusioni o limitazioni di sorta. La dinamicità, il continuo movimento e appunto il cambiamento ossigenano i tessuti vitali della nostra creatività e della nostra produttività. In sintesi il concetto è molto più semplice di quanto si possa pensare: facciamo semplicemente quello che ci va di fare, punto.
Avete omaggiato il mitico Adriano Celentano intitolandogli una canzone, tra l’altro è una delle mie preferite,sia in italiano che in inglese, c’è un motivo particolare per questo omaggio?
Non si tratta di un vero e proprio omaggio, anche se per certi versi lo è diventato autonomamente. La storia di questa canzone è abbastanza curiosa. Di solito quando scrivo i pezzi nella loro forma di bozza do loro dei titoli provvisori che il più delle volte si ispirano ad assonanze o a vaghi richiami. I primi accordi della nostra “Celentano” mi ricordavano infatti proprio il giro armonico di “Yuppi Du” dell’Adriano nazionale e dunque come titolo momentaneo nominai la bozza appunto “Celentano”. Successivamente mi resi conto che quel titolo aveva un immaginario potente su cui poter giocare, e al momento di scrivere il testo colsi la palla al balzo per lasciarmi ispirare da questa suggestione nonché di enfatizzarne richiami e citazioni, senza però mai voler intendere la canzone come un vero e proprio tributo in senso letterale. Infine il titolo passò da provvisorio ad effettivo, e con il senno di poi è stata una scelta azzeccata in quanto ancora oggi catalizza curiosità ed attenzione.
Come è cominciata la storia dei Toys? e mi incuriosisce molto anche come è nato il vostro nome.
I Toys nascono ad Agropoli, in una tranquilla provincia sul mare del salernitano. Posto dalle meraviglie paesaggistiche ma ,come tutte le realtà di provincia, carente in opportunità. Questo ci spinse a crearcene delle nostre e fu così che decidemmo di mettere in piedi questa band. Il nome scaturisce dal fatto che noi tutti suoniamo un po’ di tutto, dunque per certi versi siamo come una piccola orchestra…termine però in se abbastanza ridondante. Per non sembrare troppo presuntuosi pensammo quindi di affiancarci la parola “giocattolo” e in un eccesso di umiltà aggiungemmo come prefisso l’articolo indeterminativo minuscolo e i puntini sospensivi. La nuda verità è però che questo nome era per noi molto suggestivo, ci piaceva e buona li. Successivamente abbiamo ingegnato una spiegazione più romanzata e razionale da dare alla stampa e a chi ce lo chiedesse.
Una domanda scomoda come faccio solitamente devo farvela, dopo i fatti di Parigi, cosa pensate di questo pericolosissimo fanatismo che sta mettendo in pericolo l’occidente?
Non è semplice rispondere. I fatti accaduti sono molto intricati e scadere nella banalità è davvero un attimo. Ovviamente l’equazione “terroristi=assassini” è la più veritiera ma anche la più accomodante. Per rispetto della gravità dei fatti non si può però minimizzare in modo ottuso e semplicistico. E’ una tragedia per l’umanità e per la libertà.. una tragedia spaventosa,terrificante e profondamente drammatica e disgustosa. Spiace solo che negli stessi giorni venivano trucidati migliaia di innocenti in Nigeria e la notizia non venisse trattata con la stessa rilevanza dai media. Questo di certo non sposta l’asse della gravità dei fatti di Parigi, ed è ovvio che i terroristi restano assassini in quanto tali. Ma purtroppo questa visione da “due pesi due misure” pone talvolta anche noi occidentali in una colpevole posizione. Come ti dicevo però l’argomento è troppo complesso e spinoso, ed io oltre a partecipare al dolore di questa tragedia, in cui tutta l’umanità è coinvolta, non posso certo esporre delle verità. Preferisco sempre e comunque non scivolare in affrettate conclusioni populiste atte solo ad alimentare l’odio e il razzismo incondizionato.
Personalmente ascolto i Toys da pochissimi mesi ed è raro x me affermare quanto segue: mi piacciono tutti i vostri 6 album! cosa che non è successa nemmeno con il mio gruppo preferito, i Litfiba. fate davvero belle musica e belle canzoni, eppure il “grande pubblico” non arriva, e capita davvero troppo spesso che a riempire palazzetti e stadi siano i soliti noti, che vivono di sola popolarità, mentre chi crea davvero qualcosa di bello debba avere solo un pubblico di nicchia. Riusciremo un giorno ad invertire questa tendenza? E come?
E chi lo sa? Credo però che farsene un cruccio o un ossessione sarebbe solo futile e controproducente. Non riempiremo i palazzetti ma godiamo di un cospicuo pubblico che ci sostiene ormai da tanti anni.. e questo, credimi, non è affatto poco, né per noi né in generale.
Durante il concerto di Milano ho visto che vi scambiate praticamente tutti gli strumenti, tranne la batteria, non dirmi che è perché nessuno di voi sa suonare perfettamente nessuno degli strumenti, come avevi raccontato negli studi RAI, perché non ci credo.
E’ un modo scherzoso di giustificare questo nostro modo di complicarci la vita. La verità però è che non sappiamo farlo diversamente. Abbiamo sempre vissuto lo scambio degli strumenti come una cosa funzionale ed assolutamente spontanea. E’ semplicemente la nostra natura. Il fatto che sia diventato un elemento “scenografico” è solo un’ involontaria conseguenza.
Negli ultimi anni avete fatto una bella collezione di premi, miglior band, miglior tour, miglior performance live dell’anno, miglior disco dell’anno…il 2015 è appena cominciato, a cosa puntate? Che aspettative avete?
I premi fanno bene all’autostima e di certo arricchiscono il curriculum della nostra carriera, legittimandone la storia. Siamo orgogliosi di averne fatto incetta e ne siamo sinceramente più che felici, ma la verità è che la “battaglia” si combatte sul campo e i lustrini sul petto contano fino ad un certo punto. E’ il “campo” quello a cui puntiamo.
Siete a 6 cd più una raccolta, una sorta di best, pensate di fare un album live? o un dvd live?
No, quella è roba per band a fine carriera.. farlo adesso sarebbe troppo auto-celebrativo. In generale, a meno che non sei David Bowie o i Rolling Stones, trovo sia un’operazione troppo pretenziosa. Non vedo perché pubblicare un dvd live quando la gente può vederci suonare dal vivo in giro. Sarebbe un tantino ridicolo per una band in attività e della nostra tipologia.
Le vostre canzoni sono davvero tutte diverse tra di loro, in una vi potrei paragonare ai Depeche Mode e in quella seguente ai Coldplay, e in quella successiva ai Black Keys, ma chi siete voi davvero? E cosa ascoltate?
Il bello di “essere” tutti questi nomi è che alla fine non sei nessuno di loro in particolare. Lasciarsi ispirare è di certo un modo salutare di fare musica,oltre che inevitabile.. Non c’è artista nella storia che non abbia subito l’influenza di un altro. Alla fine nell’arte, quando la si fa, si è sempre alunni. L’importante è essere onesti e non scadere nella mera imitazione.. nello scopiazzamento.. quello sarebbe scorretto e abominevole. Se volessi elencarti tutti i miei/nostri ascolti musicali non basterebbero dieci pagine. Ti dico solo che non ho alcun tipo di pregiudizio nei miei ascolti. Se un disco o una canzone mi piace, mi piace e basta… che l’abbia realizzata Nick Cave o Miley Cyrus.
DANIELE DI CHIARA
ENZO MORETTO (Vocals, Guitar, Piano, Synth)
ILARIA D’ANGELIS ( Vocals, Piano, Synth, Guitar, Bass)
RAFFAELE BENEVENTO ( Guitar, Bass, Backing Vocals)
JULIAN BARRETT ( Piano, Synth, Guitar, Bass)
ANDREA PERILLO (Drums, Percussions and Loops).
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Si avvicina al mondo della fotografia in età ormai adulta, scoprendo un mondo fantastico,fatto di immagini. Unisce ben presto la fotografia alla sua più grande passione che è la musica, ed il gioco è fatto. Ora scrive per la rivista online "tuttorock.com", per la quale recensisce album, concerti e ne intervista i protagonisti. Da poco vincitore del concorso fotografico "Musica", indetto dal Museo Nazionale Della Fotografia di Brescia, piazzandosi al primo e al terzo posto.