THE ZEN CIRCUS “La terza guerra mondiale tour” – Live @ Auditorium Flog, …
Ed è questa l’anima degli Zen Circus. che, durante tutta la loro carriera, hanno sempre voluto essere di rottura, essere una critica ad un mondo che ci vuole sempre più omologati, sempre più qualunquisti. La terza guerra mondiale è una guerra che si combatte sui social, attraverso post e selfie dove mai è chiaro chi sia il vinto o il vincitore: e così, mentre i più giovani si sentono perfettamente protagonisti dei nuovi testi elaborati dal trio toscano, il pubblico più adulto continua a divertirsi, trascinato da quel combat-folk spedito e divertente, che non lesina riferimenti impegnati, tanto sul versante politico quanto su quello sociale. Qualunque sia l’età dell’ascoltatore, il sound e i testi degli Zen Circus riescono sempre a entrare prepotentemente nelle orecchie e nel cuore di chi li guarda, rendendo impossibile far star fermi i piedi. E’ questa la loro particolare bravura. Una bravura poco tecnica, poco virtuosa ma più empatica e travolgente
La prima traccia che viene proposta è La terza guerra mondiale dell’omonimo album. Il giovane pubblico sembra andare in delirio. Dalle prime file parte un pogo che non si è più fermato. Poi è una rapida successione dei nuovi brani: Ilenia, non voglio ballare, L’anima non conta, Zingara e ovviamente Pisa merda, introdotta da Appino con un entusiasmo particolare data la storica rivalità tra le due città. Ritornelli orecchiabili, corse sfrenate, tamburi arrembanti, chitarre sempre ben in vista – anche grazie all’aggiunta di un quarto membro per il tour, Francesco Pellegrini (già con Motta nei Criminal Jokers) – testi densi di quel neorealismo proletario senza ombra di retorica o melodramma, ma zeppi di ironia (spesso amara), dai quali emergono istantanee metropolitane, biechi campanilismi di provincia e spassosi atteggiamenti finto-buonisti, ingredienti che hanno fatto la fortuna del gruppo. Non sono mancati i cavalli di battaglia come Andate tutti affanculo, L’amorale, Vent’anni, Figlio di puttana, I qualunquisti, Canzone di Natale. Quest’ultima è stata eseguita senza l’esilarante dialogo telefonico finale che le da uno smalto tutto particolare e che purtroppo è un po’ mancato.
Il concerto sta per concludersi e sotto gli applausi incessanti e le urla del pubblico è la volta delle ultime canzoni: Nati per subire, L’egoista e la potentissima Viva. L’ultima traccia è stata Andrà tutto bene, quasi a voler sottolineare che dopo una guerra si ha sempre bisogno di rassicurazione e calore. Dopo una guerra (soprattutto se mondiale) ci sarà una pace. E chissà se quella degli Zen Circus è una pace fatta di aperitivi e selfie in uno scenario di devastazione.
ALESSANDRO FABBRIZZI
Photoset by ANNA PIEROBON (New Age di Roncade 18-11-2016)
Credits: si ringrazia Big Time Agency per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Membri:
Andrea Appino – Testi, voce, chitarra
Massimiliano “Ufo” Schiavelli – Basso
Karim Qqru – Batteria
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