THE WINSTONS – Live @ Covo Club Bologna 9-1-2016
Lo si capisce già dal pubblico che infatti non è composto dalla solita ventina di amici che caratterizza gli esordi, ma è invece piuttosto nutrito e fatto evidentemente da chi ascolta musica con l’attenzione necessaria per andare oltre le apparenze, ovvero munito di quella sana curiosità che porta a farsi delle domande tipo: ma chi sono ‘sti Winstons?
Rob Winston, Linnon Winston e Enro Winston – brothers in rock, come vuole una certa consolidata tradizione nel rock’n’roll – altri non sono che Lino Gitto, Roberto Dell’Era e Enzo Gabrielli e il loro posto nella scena indie-rock italiana si presume lo abbiano già trovato, avendo alle spalle nomi solidi come Afterhours e Calibro 35, oltre a innumerevoli presenze e collaborazioni a vari altri titoli. Gli strumenti in campo sono basso, tastiere, batteria e, all’occorrenza, sax, oltre alla voce, per dare vita ad un sound che la band stessa definisce “anarco-psichedelico”, elemento già di per sè sufficiente a creare una certa curiosità, amplificata dall’assenza, per lo meno “ufficiale”, di uno strumento apparentemente fondamentale come la chitarra. Potremmo qui iniziare a perderci nello scivoloso mondo delle definizioni musicali e più o meno accademicamente ricordare che il rock psichedelico ha dato vita a diversi sottogeneri, il più noto fra i quali è il cosiddetto prog-rock. e che entrambi colonizzarono la seconda parte degli anni sessanta e la prima dei settanta (fino a quando, nel 1976, arrivò un onda d’urto che si rivoltò contro a tutto ciò armata di tre accordi soltanto e di una certa dose di incazzatura).
Ci fermiamo qui, ma tanto per intenderci è proprio lì che si collocano The Winstons, e se vogliamo aggiungere una collocazione anche geografica questa sarebbe senza dubbio la Gran Bretagna, in particolare dalle parti di Canterbury. Dunque brani dilatati, lontani dalla forma canzone e passaggi dal sapore free-jazz. Un approccio musicale che nel rock è contemporaneamente antico e senza tempo. Sulle loro capacità tecniche non c’è nulla da dire: sono più che note. Cosa abbia spinto i nostri ad abbracciare questo nuovo progetto (che include naturalmente un album, omonimo, uscito il 6 gennaio scorso) sarà fra le prime domande delle interviste che li attendono nel corso di questo loro primo lungo tour, ma si può ipotizzare che la necessità di rispettare le cifre stilistiche dei rispettivi gruppi crei a lungo andare la voglia se non il bisogno di andare oltre, o comunque da un’altra parte. Se si tratterà di una vacanza o di un viaggio senza ritorno ce lo diranno The Winstons fra un po’ di tempo.
Angela Zocco