THE JESUS AND MARY CHAIN @ Alcatraz Milano 12-12-2021
THE JESUS AND MARY CHAIN “DARKLANDS Tour” @ Alcatraz Milano 12-12-2021
Voglio pensare non sia un caso, torni ad un live da spettatore, in piedi, sottopalco, e lo fai nel tour di celebrazione del disco della vita. Il disco che avresti volto scrivere, il disco che vorresti ascoltare ogni volta che ami una donna, il disco che racconta chi sei e che, fosse per te, faresti girare senza sosta il giorno del tuo funerale.
Jesus & Mary Chain play Darklands all’Alcatraz di Milano per me è questo, e, viste le premesse, è un successo già prima di iniziare, indipendentemente da quello che succederà. Mi basta essere qui, a due metri dalla transenna, di fronte agli ampli di William. Feedback e melodia, venite a me, sono pronto allo stridore che stacca la pelle dalla faccia, sono pronto a liberare le lacrime che restano mentre urlo ogni singola parola, quasi fosse un pezzo di corpo che se ne va. Perché Darklands è questo. Ce l’hanno venduto, e continueranno a vendercelo, come la medaglia d’argento dei capolavori dei J&MC, inarrivabile lo shock generato da Psychocandy, ma Darklands, estetica e scalpore giornalistico a parte, vissuto al fuoco lento della distanza temporale è la fotografia più nitida di sound, poetica, melodia e immaginario dei fratelli Reid, il vero disco perfetto.
Jim è sempre uguale, un chiodo anfetaminico appeso al microfono a dispensare sguardi minacciosi, di William resta il ciuffo e il SOUND, quel sound che ha creato generi e plasmato eroi. La prima parte del set, tutta dedicata a Darklands, è un saliscendi di picchi emotivi cullati dall’elettricità, ognuno attorno a me ha il suo momento perfetto, il tempo di urlare e guardare il soffitto, di perdersi tra le ombre disegnate dalle luci minimali, di abbracciare qualcuno e abbandonarsi a un limone. E’ Darklands, un concentrato di bianco e nero, di lacrime e sorrisi, di bordate di fuzz e arpeggi sospesi, è tutto quello che siamo e siamo stati, amori immortali e amori finiti male, gioia e depressione, lune rassicuranti e albe in bad trip. Una cerimonia elettrica di mezz’ora, un soffio ed è finita. Il secondo set saccheggia il resto di trent’anni di repertorio, la band suona storta, in balia della continua sensazione che qualcosa stia per collassare, la precisione è irrilevante e lontana, ma quando i pianeti del mondo Jesus & Mary Chain si allineano, come nella finale Kill Surf City, l’energia sprigionata è devastante e lascia a bocca aperta. Un breve encore ci regala quello che non può mancare, Just Like Honey e Never Understand. Ne vorremmo ancora, ne vorremmo all’infinito, ma va bene così, settanta minuti sono più che sufficienti per ricordarci chi siamo.
PAOLO BLODIO
Photoset by DANIELE “Diki” DI CHIARA
Credits: si ringrazia Ponderosa Music & Art per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
BAND:
Jim Reid – vocals, guitar
William Reid – guitar, vocals
Scott Von Ryper – guitar
Justin Welch – drums
Mark Crozer – guitar
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Tracklist:
Darklands:
Darklands
Deep One Perfect Morning
Happy When It Rains
Down on Me
Nine Million Rainy Days
April Skies
Fall
Cherry Came Too
On the Wall
About You
Second Set:
Happy Place
Everything’s Alright When You’re Down
Taste of Cindy
Drop
God Help Me
Up Too High
I Love Rock ‘n’ Roll
Moe Tucker
Come On
Kill Surf City
Encore:
Just Like Honey (with Audrey Bizouerne)
Never Understand
Si avvicina al mondo della fotografia in età ormai adulta, scoprendo un mondo fantastico,fatto di immagini. Unisce ben presto la fotografia alla sua più grande passione che è la musica, ed il gioco è fatto. Ora scrive per la rivista online "tuttorock.com", per la quale recensisce album, concerti e ne intervista i protagonisti. Da poco vincitore del concorso fotografico "Musica", indetto dal Museo Nazionale Della Fotografia di Brescia, piazzandosi al primo e al terzo posto.