Now Reading
The Darkness “Permission to Land Tour” @ Alcatraz di Milano 14/11/2023

The Darkness “Permission to Land Tour” @ Alcatraz di Milano 14/11/2023

andrea nascetti thedarkness 26

The Darkness “Permission to Land Tour” @ Alcatraz di Milano 14/11/2023

I (still) Believe in a thing called … rock’n’roll e sono in molti a farlo, a giudicare dal pit gremito di fan.

A 20 anni dall’ uscita del loro disco d’esordio: “Permission to Land” (2003) i The Darkness atterrano in grande stile sulla pista allestita presso il palcoscenico dell’ Alcatraz di Milano, per festeggiare l’anniversario che ha cambiato “le loro e le nostre vite”, sottoscrivono con fierezza.

Cabin crew, sit for land! I faretti verdi lampeggiano ad intermittenza ed Arrival degli Abba in filodiffusione giunge alle note finali: l’entrata è in perfetto orario, sono le 21:00 CET con “Black Shuck”, 160 bpm di energia pura che manda il pubblico su di giri.

Seguono “Get Your Hands Off My Woman” e “Growing on me”, nella stessa sequenza incisa su album.

Del fortunato disco che ha venduto più di 1.400.000 copie i Darkness suonano tutti i brani, compreso qualche b-side meno conosciuto al grande pubblico: “The Best Of Me” e “Makin’ Out”.

La formazione è la stessa degli esordi: Justin Hawkins (voce e chitarra), Dan Hawkins (chitarra), Frankie Poullain (basso) grande assente per il periodo dal 2005 al 2011 a causa di “divergenze musicali” ed infine la più recente tra le acquisizioni della band, il batterista Rufus Tiger che di cognome fa Taylor, come quello dei Queen (è il figlio).

Si avvalgono, inoltre del contributo del roadie Softy alla chitarra solista in “Curse Of The Tollund Man” e come cavallo da soma per “Love On The Rocks With No Ice” (outro).

Justin Hawkins è un frontman d’eccezione: giocherella col pubblico sfidandolo a ripetere i suoi vocalizzi e improvvisa anche un piccolo assolo sulle note di “olè olè olè olè, Darkness, Darkness”.

Quarantotto anni portati con grandissimo entusiasmo, lo testimoniano le corde vocali super allenate e il fisico definito dalla tutina attillata che lascia scoperto il petto, un’ attitude graffiante, in grado di riportare in auge i fasti del glam rock targato 70s.

Outfit in stile ripreso anche degli altri componenti della band: il bassista Frankie Poullain, il quale veste un bellissimo completo ricamato con motivi cangianti e sfoggia un Gibson Thunderbird vintage, confermando un certo gusto estetico. Stessa marca per la chitarra di Dan, il fratellino “piccolo” di casa Hawkins che sfoggia una Les Paul e omaggia gli iconici Thin Lizzy con la sua maglietta.

Nel bis però sbalordiscono, rientrando tutti in vestaglia da notte e scambiandosi gli strumenti.

Tra i motivi più cantati propongono una “Love Is Only A Feeling” in cui l’assolo finale viene ripetuto due volte per via di un piccolo disguido con il braccialetto di Justin Hawkins che si incastra nelle corde della chitarra, a seguire un piccolo cambio di rotta con una “Friday Night” che parte a cappella e l’immancabile “I Believe in a Thing Called Love” che fa letteralmente esplodere il pubblico in saltelli “bouncy-bouncy” ed urla.

Una performance accattivante come solo una grande rock band di questo calibro può offrire, con un sound totalmente invariato nell’ energia e nella capacità di intrattenere anche a vent’anni di distanza.

SUSANNA ZANDONÀ

Credits: si ringrazia Vertigo per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

SETLIST:
Black Shuck
Get Your Hands Off Of My Woman
Growing On Me
The Best of Me
Makin’ Out
Giving Up
Love Is Only A Feeling
Love Is Only A Feeling (solo reprise)
Curse of the Tollund Man
Stuck In A Rut
How Dare You Call This Love?
Street Spirit (Fade Out) (cover dei Radiohead)
Holding My Own
Friday Night
I Believe In A Thing Called Love
Encore:
I Love You 5 Times
Love On The Rocks With No Ice