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The Cult 8424 Tour @ Carroponte Sesto San Giovanni (MI) 27.07.24

The Cult 8424 Tour @ Carroponte Sesto San Giovanni (MI) 27.07.24

The Cult 8424 Tour @ Carroponte Sesto San Giovanni (MI) 27.07.24

Quello dei The Cult è un cerimoniale che unifica le genti sotto un unica bandiera spesso e volentieri erroneamente definita col termine di gotica, dimentichi del fatto che non esiste solo new-wave e post punk nella piovosa Inghilterra di metà anni ’80.
Erano in origine “Southern Death Cult” come southern è anche il loro sound che ha radici nel blues, nel country ma è anche un po’ portatore di quel cromosoma hard rock americano che tanto piace ai glamster: un genoma d’oltreoceano frutto dell’accoppiamento con una cultura indigena che da sempre esercita un forte ascendente in Ian Astbury.
Si evince nelle minuzie, nel modo in cui il palco viene purificato con la salvia bianca bruciata, reminiscenza di riti sciamanici antichi. Memori che innegabilmente la loro intera iconografia è pellerossa.
Liberare gli ioni negativi per dare spazio solo a positività e benessere, ottimo impiego – tuttavia – anche per tenere lontane le zanzare.
Gli indizi sono disseminati ovunque: “Rain” dall’ album “Love” (1985), proprio come le danze dei Pueblo del Sud-Ovest degli Stati Uniti, “Spiritwalker” da “Dreamtime” (1984) con le sue percussioni tribali o ancora la struggente “Brother Wolf, Sister Moon” in cui la potenza sovrumana della natura racconta del genocidio indiano. Motivi di grande intensità emotiva opportunamente pianificati in scaletta.
8424 Tour è una riproposizione dei brani da 40 anni di carriera, un vero e proprio “best of” che incorpora 11 album in studio, ripercorrendo i punti salienti della discografia della confraternita formata da Ian Astbury (voce) e Billy Duffy (chitarra) a cui poi si uniranno, nei primi anni duemila, anche Charlie Jones (basso) e John Tempesta (batteria).
Il compito di aprire le imposte va a Jonathan Hultén (Tribulation), songwriter e illustratore grafico svedese che suona in acustica.
Il chitarrista si presenta seraficamente sul palco, circondato unicamente da un arco di fiori morenti.
Trincerato dietro ad uno spesso strato di trucco bianco e ai pesanti tendaggi neri che richiamano l’epoca vittoriana, intriga il pubblico grazie alla sua estetica futuristica e malinconica ma soprattutto ad un sound oscuro che fonde dark folk e canti spirituali a basi elettroniche.
Alle 21.30 una versione registrata della Cavalcata delle Vachirie di Richard Wagner ha il compito di introdurre il quartetto di culto che attacca con “In The Clouds”, la scenografia industriale del Carroponte di Sesto San Giovanni (MI) fa da cornice ad un set essenziale che pone l’accento esclusivamente sulla musica.
Il riferimento immancabile ad “Electric” (1987) arriva con “Wild Flower” omaggio alla febbre psichedelica degli anni sessanta, una traccia grezza e stagna, in cui il tamburello si muove frenetico insieme ai fianchi e alle mani. Poi più tardi, ormai a fine concerto “Love Removal Machine”: “shake it, don’t break it, baby / shake it, don’t break it, baby” […]
Ci fu quella fase in cui dopo le registrazioni di “Beyond Good and Evil” Ian Astbury si unì Robby Krieger and Ray Manzarek dei The Doors, era il 2002…
Il duo delle origini si dimostra in gran forma e nella seconda metà dell’atto fa sognare sulle dolci note della ballad acustica “Edie (Ciao Baby)” dedicata alla musa di Andy Warhol.
Assenti i cedimenti e gli acciacchi dell’età che lamentano molti altri musicisti dell’epoca.
Un’ estensione vocale intaccata quella di Astbury, pienamente all’altezza delle registrazioni incise su nastro.
“Sonic Temple” è un album fondamentale per la band e ne traggono anche le elettriche “Sweet Soul Sister” e “Fire Woman”, mentre si avverte con una certa nostalgia la mancanza di “Automatic Blues” o “Medicine Train” di bonjoviana memoria.
In questo frangente la ritmica occupa una parte essenziale seppur le partiture di basso a volte sembrino leggermente variate rispetto alle originali, non per questo comunque meno piacevoli.
Il climax si raggiunge con l’ovvia “Rain” a cui segue “She Sells Sanctuary”.
Questo l’unico momento in cui Ian Astbury si lascia finalmente un po’ andare col pubblico, si sbottona come si usa dire in gergo, affermando che gli piacerebbe suonare in un ambiente diverso, ad esempio al Teatro della Scala di Milano. Applausi e inchini di rito.
Le luci si alzano illuminando la notte arroventata di Sesto, mentre il pubblico lentamente si riversa in strada.

SUSANNA ZANDONÀ

Credits: si ringrazia HUB MUSIC FACTORY e MC2 Live per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

BAND:
Ian Astbury  (voce)
Billy Duffy (chitarra)
Mike Mangan (tastiera)
Charlie Jones  (basso)
John Tempesta (batteria)

SETLIST:
In the Clouds
Rise
Wild Flower
Star
Mirror
The Witch
The Phoenix
Resurrection Joe
Edie (Ciao Baby)
Sweet Soul Sister
Lucifer
Fire Woman
Rain
Spiritwalker
Love Removal Machine
Encore:
Brother Wolf, Sister Moon
She Sells Sanctuary