THE ARISTOCRATS “tRES cABALLEROS tOUR” – LIVE @ PLANET LIVE CLUB ROMA
Il Planet Live Club di Roma è finalmente tornato ad ospitare grandi eventi già da qualche anno, da quando ha cambiato nome ed in parte anche veste e sotto la direzione artistica di Guido Bellachioma, c’è la garanzia di ascoltare ottima musica. Dopo il sold out dell’aprile 2014, tornano nella Capitale e al Planet , gli Aristocrats, trio strumentale con alle spalle tanta esperienza. Guthrie Govan, tra Asia, GPS, Docker’s Guild e Steven Wilson ha dimostrato tutto il suo estro e la sua tecnica strumentale, autore anche di uno dei lavori strumentali più belli, “Erotic Cakes” uscito nel 2006. Bryan Beller proviene dal death metal e precisamente dai Dethklok, ma vanta collaborazioni anche con Steve Vai, James LaBrie, Dweezil Zappa, Joe Satriani e tanti altri. Marco Minneman, grandissimo drummer, con un passato nei Kreator, Necrophagist, Joe Satriani, Paul Gilbert, Nina Hagen, Mike Keneally e Steven Wilson, nonché uno dei più accreditati batteristi a sostituire Mike Pornoy nei Dream Theater, ma poi sappiamo come è andata a finire.
La band sale sul palco ed inizia a suonare sulla base musicale e subito i saluti da Bryan Beller, “Buonasera Roma, come va” ed inizia lo show con “Stupid 7”, brano veloce, virtuoso e trascinate, tra metal e fusion, teatro delle esibizioni chitarristiche di Guthrie Govan, capace di spaziare dal progressive al jazz, passando per l’hard rock e l’heavy metal, con gusto, perfezione, tecnica, ma anche passione e feeling. Beller e Minnemann non lo stanno a guardare e creano un muro ritmico non solo impenetrabile, ma anche tecnico e fantasioso. Tra un brano e l’altro ci sono i divertenti siparietti dei tre musicisti, ognuno di loro racconta piccole storielle che li hanno portati a scrivere i vari brani, storie e aneddoti espressi però solo in note. Il concerto continua con “Jack’s Back”, dove i tre musicisti sembrano stuzzicarsi a vicenda con trovate che imprimono in tutti i presenti dei sorrisi che rimarranno per tutta la durata del concerto. Le dita di Govan volano nel vero senso della parola in lungo ed in largo per il manico della sua chitarra e “Texas Crazypants” è introdotta da una divertente storiella e parte poi con grinta ed energia e mette in mostra il lato più ironico della musica degli Aristocrats. Ancora ottimi momenti con “Pressure Relief”, dove tecnica e feeling sono bilanciati alla perfezione e con “Louisville Stomp” e “Culture Clash”, dove ancora una volta la band si lascia andare in momenti strumentali di grande spessore, tra parti western, fusion, blues e progressive, una vasta gamma di colori che hanno entusiasmato tutti i presenti.
C’è il ritorno del piccolo maialino di plastica, che saluta il pubblico e “Pig’s Day Off” è perfetta e Marco Minnemann si scatena con la sua batteria in “Desert Tornado” nella parte iniziale e rimane solo nel finale lasciandosi andare in un assolo fantascientifico. La voglia di grandi praterie texane rimane nel sound di “Smuggler’s Corridor”, con Guthrie Govan che incanta con il suo impressionante stile e verso la fine Bryan Beller invita il pubblico a cantare, prima gli uomini, poi le donne, poi ancora le ragazze giapponesi (due presenti in sala) e poi in stile growls (Beller non dimentica il suo passato death metal). Con “The Kentucky Meat Shower”, gli Aristocrtats apparentemente chiudono il concerto, ma in realtà manca ancora un brano e senza fingere di uscire e tornare per il bis, Beller lo annuncia ed è “Get It Like”, estratto dal loro primissimo album, brano tipicamente jazz, dove la band si diverte ad allungare i tempi con un nuovo concerto del piccolo maialino, a cui si aggiunge una gallina ed un’oca sguaiata e stonata, poi fanno cantare al maialino “Another Brick In The Wall” dei Pink Floyd, ribattezzata per l’occasione “Another Pig In The Wall”. Stavolta è finita davvero, gli Aristocrats ci hanno offerto due ore di musica, racconti, storielle e divertimento puro e tanta professionalità e notizia recentissima è che continueranno a girare il mondo con una nuova edizione del G3 con Joe Satriani e Steve Vai.
FABIO LOFFREDO
Photoset by ANDREA STEVOLI
Credits: si ringrazia il Planet Live Clube e Guido Bellachioma per la gentile disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Setlist:
- Stupid 7
- Jack’s Back
- Texas Crazypants
- Pressure Relief
- Louisville Stomp
- Culture Clash
- Pig’s Day Off
- Desert Tornado
- Smuggler’s Corridor
- The Kentucky Meat Shower
Encore:
11. Get It Like
Members:
Guthrie Govan: Chitarra
Bryan Beller: Basso
Marco Minnemann: Batteria
Discography:
The Aristocrats – 2011
Boing, We’ll Do It Live 2012
Culture Clash – 2013
Culture Clash Live! – 2015
Secret Show: Live In Osaka – 2015
Tres Caballeros – 2015
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!