RANCORE – Live @ Festa dell’Unità, Ravenna 29-8-2019

Il maxischermo recita “Musica per bambini”, ovvero il titolo del quarto album della carriera di Rancore, uscito nel 2018. Musiche di vario genere escono dalle casse che fanno da contorno al bel palco allestito di fianco al Pala de André di Ravenna, all’interno della tradizionale Festa dell’Unità. Davanti agli strumenti sono predisposte le 7 lettere che compongono il nome dell’artista, sottoforma di cubi colorati. I presenti, quasi tutti ragazzi poco più che ventenni, alcuni con padre o madre al seguito (che si dimostreranno molto divertiti dal concerto), si dividono tra fan sia del mondo del metal che di quello rap. La tribuna di fronte al palco si riempie quasi totalmente mentre nel parterre in cemento c’è molto più spazio quando, alle 22, compaiono le sagome di tre individui che indossano maschere con occhi e bocche che si illuminano, uno imbraccia il basso, uno si mette dietro alle tastiere e l’altro si posiziona alla batteria. E dopo qualche problemino tecnico, risolto prontamente, seguito da un paio di minuti di musica strumentale molto potente, compare il rapper di nome Tarek Iurcich, per tutti Rancore, di padre egiziano e madre croata, nato a Roma nel 1989, che scrive strofe e rime da quando aveva 14 anni anche se è balzato agli occhi del grande pubblico solamente lo scorso febbraio quando ha accompagnato Daniele Silvestri sul Palco del Teatro Ariston del Festival di Sanremo. Maglietta, pantaloni e berretto neri, energia da vendere visibile subito dai primi secondi, intona subito “Arlecchino”, primo degli 8 brani della serata estratti dall’ultimo bellissimo album già citato “Musica per bambini”. Al termine, viene invitato caldamente il pubblico ad applaudire la band che lo accompagna, denominata Orqestra. Parte quindi “D.A.R.K.N.E.S.S.”, cavallo di battaglia dell’album “Silenzio” uscito nel 2012, il secondo lavoro nato dalla collaborazione con DJ Mike e a seguire “Skatepark”. Rancore corre, salta, l’energia trasmessa al pubblico in visibilio è tanta. Immagini di vario tipo sul maxischermo accompagnano le canzoni, come il video di “Giocattoli”, uno degli episodi più intensi dell’ultimo LP, sul quale Tarek cammina a scatti proprio come un robot giocattolo. Il brano è anticipato da un discorso riguardante i pezzi, pezzi che possono comporre appunto un giocattolo, ma la metafora con i pezzi che compongono la vita delle persone è più che evidente. Al termine, l’artista romano parla di come il disco sia stato scritto in solitudine, con l’aver timore della gente, e chiede ai presenti “come fate a stare lì in prima fila? Io avrei una gran paura di avere tutte quelle persone dietro”. E da queste parole parte appunto “Centro asociale”. Molti ragazzi conoscono tutti i testi a memoria e li cantano a squarciagola, è bellissimo vedere questa generazione così affezionata a questo rapper dall’enorme intelligenza e dalla grande umiltà.

Rancore rientra nel backstage e dopo pochi secondi in cui i 3 rimasti sul palco avevano iniziato un altro bellissimo intermezzo strumentale, con un basso e una batteria da urlo, qualcuno si sente male e lo spettacolo viene interrotto per una decina di minuti per consentire le operazioni degli infermieri. Si spengono le luci e riappare Tarek con una felpa nera ma con strisce luminose, sì proprio così, e si crea una bellissima atmosfera per l’esecuzione di “Questo pianeta”, brano che fa capire come il rapper si senta un pò un alieno su questa Terra che sta andando allo sfascio. Al termine, Rancore dialoga virtualmente con Hermetic, il cervello elettronico che appare sul maxischermo, poi intona “Underman”, un altro splendido episodio di questo piccolo capolavoro chiamato “Musica per bambini”. “S.U.N.S.H.I.N.E.” ci riporta alle collaborazioni con DJ Mike, in questo caso datata 2015 quando uscì l’omonimo EP. Arriva il ringraziamento alla band Orqestra, ovvero Iano al basso, Meiden alle tastiere e campionatori e Chucky alla batteria, i primi due tra i produttori del nuovo LP. A questo punto è il momento di un momento scherzoso tra i 4, e capiamo subito il perchè, infatti inizia la velocissima “Beep Beep” e, tra una strofa e l’altra, eseguite perfettamente, il bassista e il tastierista fingono di dare all’artista romano ossigeno usando una mascherina. Alla fine di questa gag è tempo di “Tufello”, canzone inserita nel primo LP di Rancore “Segui me” risalente al 2006, scritta in onore dell’omonimo quartiere romano dove esso è nato e cresciuto. Ricorda ai presenti che l’indomani si esibirà il collega Murubutu, omaggiandolo con un breve video tratto da un suo brano e inizia un lungo discorso sulle favole che ci vengono raccontate ogni giorno, metaforicamente riportate in “Sangue di drago”, che viene cantata e recitata in una sorta di teatro canzone, dando quindi un ulteriore valore artistico a questa magnifica esibizione. Partono i saluti di rito e dopo vari cori da parte del pubblico che accompagnano l’uscita di scena dell’artista, immancabile il “se non metti l’ultima noi non ce ne andiamo”, le luci si spengono nuovamente ed inizia, dopo alcune battute sui bis, come ad esempio “Siete mai stati ad un concerto in cui chi esce dal palco poi non ritorna?”, il concerto si chiude con “È meglio senza”, unico brano tratto da “Elettrico”, album del 2011 scritto con DJ Mike, tra maschere che vengono tolte, saluti ai tecnici e applausi scroscianti.

È stato un concerto a dir poco spettacolare, Rancore non si limita a cantare, trasmette energia da tutti i pori, recita, dialoga con il pubblico, dimostra intelligenza, competenza e umiltà, merita pienamente il successo che lo sta abbracciando in questi mesi. Un live che consiglio a chiunque ami la musica.

MARCO PRITONI

Setlist:
Arlecchino
D.A.R.K.N.E.S.S.
Skatepark
Giocattoli
Centro asociale
Questo pianeta
Underman
S.U.N.S.H.I.N.E.
Beep Beep
Tufello
Sangue di drago
Encore:
È meglio senza