QUEEN + ADAM LAMBERT – Live @ Unipol Arena, Casalecchio di Reno (BO) 10-11-2017

“The Queen is dead, long live The Queen!”.
Poche band si sono identificate così profondamente come I Queen con il loro frontman, Freddie Mercury, questo radicamento ha fatto sì che alla morte nel 1991 dell’indimenticabile Freddie I fans più ‘integralisti’, abbiano deciso che I Queen erano finiti, storia chiusa. In realtà le band sopravvivono, per la loro stessa natura cooperativa alla perdita di uno o più membri, a memori a mi vengono in mente solo gli Zep chiudere la carriera post-Bonzo. Tutte le altre grandi band hanno perso pezzi importanti continuando a percorrere i palchi in lungo e largo, spesso con immutato successo.  Certamente la perdita di un Re come Mercury è probabilmente più fondamentale che in altri gruppi, ma mai come in questo è doveroso dire “The show must go on”.
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E quindi cosa sono nel 2017 i Queen visti alla Unipol Arena? Molti i timori e le polemiche tra fans in rete prima, per i motivi succitati, money machine o vera arte? Celebrazione o insulto? Innanzitutto è bene ricordare che l’entrata di Adam Lambert, dopo la non brillante parentesi Paul Rodgers, alla voce a sostituire Freddie, non è stata una semplice sostituzione. Il bill riporta sempre e chiaramente QUEEN + ADAM LAMBERT, quindi una combo, nulla che possa essere d’ombra al grande scomparso. Una mancanza che viene evocata sul palco in video, apparizioni olografiche che ne riportano negli occhi l’immagine, ed un Lambert che non manca di rendere omaggio all’immarcescibile Mercury. Adam si presenta al pubblico ad un certo punto dicendo “Molti vengono a vedere i Queen e dicono: ma dove è Freddie?”, il gelo che cala nella Unipol Arena si può toccare, sta forse Lambert per porsi a paragone e sostituire Freddie? Nulla di tutto questo, prosegue “Freddie è unico, non ce ne sarà mai un altro, non sono qui per sostituirlo, ma stanotte, noi celebreremo Freddie, io e voi, assieme, okk?”, e tutta l’Arena si alza in piedi sciogliendosi in un grande applauso a rendere omaggio a Freddie.

Poi c’è il concerto, Lambert è bravissimo come cantante, abbastanza diverso e per contro abbastanza simile a Freddie da potersi porre cone frontman senza offenderne il mito. Simile nello sfrontato approccio quanto dissimile nel canto e nel carisma. Cambi d’abito dal nero all’oro con virata in rosa, lo troviamo accovacciato sulla testa di un automa, tale Frank, le cui immense mani meccaniche hanno aperto il muro svelando la band. Dove un May rallentato nei movimenti dall’età, ma non nella maestria tecnica, un Taylor anche lui con l’aiutino di una seconda batteria, manca anche Deacon, ovviamente, ma i sostituti da tour non sono male. Uno strano triciclo impersona Bycycle race, Roger e Brian mostrano ottime capacità anche nel canto, ma su I want it all Lambert mostra tutta la sua classe e l’intera band è dirompente nell’esecuzione di questo pezzo da storia del rock. E l’ologramma di Freddie partecipa a Love of my life nel solo acustico di May. Straordinariamente coreografica We wants to live forever con una foresta di raggi laser a tagliare la Unipol.

La setlist ha riproposto tutte le perle della meravigliosa carriera della ‘Regina’, un sovrana forse leggermente appannata dall’età, ma che ha ancora tante carte da giocare, e ad una certa mancanza di energia esplosiva sopperisce con tanta qualità per regalare una notte indimenticabile ai 18.000 presenti.

MAURIZIO DONINI
Photoset by NINO SAETTI
 
Credits: si ringrazia Barley Arts per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento (biglietti nominali, 500 cambi nominativi escludendo quelli acquistati sul secondary ticketing, bagarini assenti).