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PFM canta De André – Auditorium Parco Della Musica, Roma 18-11-2019

PFM canta De André – Auditorium Parco Della Musica, Roma 18-11-2019

pfm singola

Il destino tira le fila degli eventi, ma poi sono gli uomini quelli che scrivono la storia, accettando le sfide che il destino gli riserva.

Così dice Franz Di Ciocco prima di raccontare di quella sera del 1978  in Sardegna, tra Nuoro e Tempio Pausania. A Nuoro c’era la band, la sua band, la PFM, pronta per un concerto. A Tempio Pausania c’era il poeta, Fabrizio De André, che riesce a strappare un passaggio in macchina ad un pastore per arrivare a Nuoro, perché quel concerto non voleva perderselo. Da lì nasce tutto, con Franz che, forte delle sue esperienze in giro per il mondo, e soprattutto negli Stati Uniti, propone a Faber qualcosa che in Italia non si era mai vista prima. Un tour insieme, il cantautore e il gruppo rock. Come in America appunto, dove c’era Bob Dylan che andava in giro con i The Band, e Jackson Brown suonava con gli Eagles

Il destino aveva fatto la sua mossa.

De André ci pensa, chiede pareri in giro, e tutti più o meno gli rispondono così:

“Tu sei pazzo! In tour con quelli là?! Ma li hai visti?! Vanno in giro con tutti quegli strumenti strani, e poi come si vestono, sembrano dei matti. Tu ti siedi con la tua chitarra e loro ti sommergono di suoni con tutta quella roba che si portano dietro. Sarebbe una cosa pericolosissima!”

“Pericolosissima eh… Belin, allora lo faccio!”. Questa la risposta del poeta.

La sfida era stata raccolta, la storia poi la conosciamo tutti.

Non potevo esimermi su questo racconto prima di addentrarmi in ciò che è stato PFM canta De André lo scorso lunedì 18 Novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Data strepitosa di un magnifico tour che celebra i quarant’anni da quegli storici concerti insieme, la band e il poeta.

Ad aprire la serata Micol Arpa Rock, artista genovese che incanta il pubblico con delle versioni solo arpa di tre pezzi storici di Faber: Verranno a chiederti del nostro amore, La canzone dell’amor perduto, e Via Del Campo. Quest’ultima specialmente è capace di inondare l’etere di note cristalline, di una bellezza assoluta, e gli spettatori gliene rendono merito con un lunghissimo applauso.

Poi la band entra in scena, si spengono le luci, arpeggi di chitarra  si diffondono nell’aria, parte Bocca di Rosa, inizia il viaggio.

Trasportato su una nuvola rock, fra nostalgia e prime volte, il pubblico è in estasi, tra momenti di assoluta attenzione ed esplosioni di gioia. Si seguono così La Guerra di PieroAndrea, Un Giudice con la fisarmonica di Premoli a farla da padrona, fino ad arrivare a Rimini e a Giugno ‘73 che con la sua atmosfera magicamente struggente, indice anche della passione di Fabrizio per il cantautorato francese, chiude la prima parte di concerto.

La seconda parte è completamente dedicata a La Buona Novella disco del 1970 di De André al quale avevano lavorato agli arrangiamenti proprio i membri principali della PFM che all’epoca non avevano ancora quel nome e si facevano chiamare I Quelli. Un concept album tratto dalla lettura di alcuni Vangeli Apocrifi, che all’inizio fu criticato in quanto non ritenuto impegnato nella lotta al potere come tanti altri lavori dell’epoca, ma che Fabrizio “difese” poiché parlava del più grande rivoluzionario della storia. Che se lo si considera un uomo, e non un dio, si può provare ad imitarlo.
La band ne esegue sei brani tutti d’un fiato in un climax crescente in pieno stile prog che va a detonare con l’iconico Il Testamento di Tito.

La terza e ultima parte del concerto contiene perle di rara bellezza che innalzano ancora di più il coinvolgimento dei presenti ed il tasso emozionale. A partire da La Canzone di Marinella, con un fascio di luce bianca ad illuminare il microfono e la voce di De André a risuonare nell’auditorium. Poi Zirichilttaggia e Volta la Carta a far ballare, seppur da seduti, praticamente tutti, e Amico Fragile, introspettiva e malinconica, con un Marco Sfogli da applausi con la sua chitarra

Arriva il momento dell’encore con Il Pescatore che, come dice Franz, è ormai una canzone di tutti, e allora lì sì che la gente si alza, inizia a ballare, canta a squarciagola il ritornello in una rumba di felicità.

Finale con il manifesto programmatico della PFM, quella E’ festa che fonde il progressive con i sapori mediterranei, che la band chiude magistralmente inserendo il ritornello di Impressioni di Settembre.  Canzone dotata  del ritornello suonato e non cantato più immaginifico di sempre. Con il suono di quel moog che si innalza fino al cielo, creando varchi ultradimensionali. Qualcosa di riconoscibile sempre ed ovunque. 

Come la musica della Premiata Forneria Marconi, come i testi di Fabrizio di Andrè, e come il loro perfetto connubio

Una sfida vinta, oggi come allora.

 

di Francesco Vaccaro

(foto di Daniele Aversano tratte dal concerto di Bologna del 27-05-2019)

Credits: si ringrazia D&D Concerti e Parole e Dintorni per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

SETLIST:
Bocca di Rosa
La Guerra di Piero
Andrea
Un Giudice
Rimini
Giugno ‘73
Universo e Terra (preludio)
L’infanzia di Maria
Il Ritorno di Giuseppe
Il Sogno di Maria
Maria nella Bottiglia del Falegname
Il Testamento di Tito
La canzone di Marinella
Zirichiltaggia
Volta la Carta
Amico Fragile
Il Pescatore
Celebration / Impressioni di Settembre

pfm batteria