Paul Gilbert chitarrista virtuoso oltrepassa l’atlantico per esibirsi al
Container di Grottammare(AP), regalando ai suoi fan un concerto assolutamente frenetico ed intimo al contempo. La location è un club non grandissimo, ma che appunto rende chi sale sul palco molto vicino al pubblico contribuendo così all’atmosfera per i musicisti e per il pubblico. Nessuna scenografia in particolare, lo stage è scarno e privo di fronzoli, e del resto di nulla necessita Paul che accompagnato da basso e batteria( dove siede un “certo” Thomas Lang, altro mostro sacro del suo strumento) suona per 2 ore circa praticamente senza sosta. L’ inizio è un lungo medley dove Paul sfoggia tutta la sua abilità tecnica senza risparmiarsi, sentire la sua chitarra passare dall’ heavy metal al blues, passando per il rock più anni 80 con qualche strizzatina d’occhio alla musica classica, è non solo piacevole, ma anche sorprendente per la bellezza che questo melting pot di suoni regala all’ascoltatore. Il concerto si muove dunque su arie diverse ed irresistibili, dove Paul suona davvero in tutti i modi: diversi passaggi suonati con i denti, una chitarra di cui divide il manico con il bassista fino al numero più caratteristico: Paul estrae un trapano, e con questo strumento riadattato con plettri che girano stupisce oltre che le orecchie anche gli occhi. Passata questa fase il concerto torna su binari più “normali” : infatti il chitarrista presenta il suo ultimo lavoro in studio
I Can Destroy e pesca anche da qui delle canzoni dalla forma più classica, e finalmente lo si sente anche cantare(nella prima parte in effetti a parte qualche scambio di battute con il pubblico il musicista non si avvicina mai al microfono). Insomma un live da appassionati di musica un po’ di tutti i tipi: chi sa di chitarra non puo’ non apprezzare quello che è uno dei chitarristi tra i più bravi al mondo e chi invece non è strettamente legato allo strumento può apprezzare un musicista bravo nel fondere generi apparentemente lontani tra loro con una maestria semplicemente unica.
STEFANO CASCELLA
Photoset by MARCO CASALI
Credits: si ringrazia Barley Arts per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
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