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Nick Cave and the Bad Seeds – 6.11.2017 Milano (Live Nation) – by Elena Arzani

Nick Cave and the Bad Seeds – 6.11.2017 Milano (Live Nation) – by Elena Arzani

Nick Cave and the Bad seeds
Forum Mediolanum, Assago (MI)
6.11.2017
by Live Nation Italia

“Music is storming, driving, relentless, devotional, slinky, subtle, heartbreakingly-beautiful sounds that, lyrically, switch from the cynical to the sanguine, the defeated to the defiant, dealing in love, war, beauty, children, romance, rejection, Pethedine, poetry, panties, God, Auden, Johnny Cash, cold potatoes, too-much-money, not enough money, writer’s block, flowers, animals and more flowers. But maybe I’m projecting here.”  Nick Cave

Il concerto di Nick Cave and the Bad seeds è scarsamente narrabile a chi, per diversi motivi, non ha potuto presenziare. Difficile quasi quanto il tentativo di comunicare un sentimento, che sebbene spesso condiviso dall’intera razza umana, acquista sfaccettature uniche ed impronunziabili per ciascuno di noi in modo diverso.

Per riavvolgere il nastro di una serata iniziata compostamente, con Nick Cave seduto su uno sgabello, di fronte ad un leggio ed un microfono, con luci soffuse, preferisco partire dalla fine, da quell’ultima strofa di Push the sky away pronunciata da lui stesso trattenendo le lacrime, mentre abbraccia un ragazzo del pubblico: “’And some people say it’s just rock’n’roll”.

È un uomo cambiato quello che ci troviamo di fronte, un artista che con immutata passione ed amore travolge il suo pubblico, ma i cui occhi comunicano a chi sa leggere, tutto il fardello del pesante vissuto, non ultimo il triste lutto per la perdita del figlio.

Meno irriverente, trasgressivo solo nell’incontenibile adrenalina scalpitante, che in più di un’occasione lo porta a semi distruggere l’arredo del palco, tra salti, calci e giravolte… Ma andiamo per ordine, sono poco più delle 21, quando la band fa il suo ingresso sullo stage del Forum Mediolanum, prendendo posizione come soldati di terra cotta ai lati del pianoforte, nell’ombra di uno spazio in cui l’unica luce illumina lo sgabello sul quale da lì a poco siederà il cantante australiano, naturalizzato inglese. Lo scenario coincide perfettamente con l’aspettativa di una serata cupa, nello stile a cui ci ha abituati da anni mr Cave, ma Nick disattenderà questa previsione più e più volte nel corso della serata, spiazzandoci letteralmente. Sulle note di Antrhocene prende il via la parte più introversa di uno spettacolo durato circa 2 ore, mentre il pubblico in rigoroso silenzio, si spalma lungo il perimetro del parterre, che atipicamente raggiunge quasi il palco, distanziato solo da uno stretto corridoio di circa 30 cm. Terminato il brano, i fotografi si allontanano ed esplode lo spettacolo.

Nick Cave da questo momento in poi, si esibirà letteralmente immerso all’interno della folla, costantemente passeggiando e stringendo la mano del suo pubblico dalla passerella adiacente al palco. L’audience si esalta, mentre il cantante si lascia toccare, abbracciare, rivolgendo lo sguardo ad ogni angolo del Palazzetto gremito. L’animale da palcoscenico più adrenalinico del rock non si smentisce, salvo lasciarsi raggiungere e talvolta superare in follia passionale solo dall’amico e collega Warren Ellis, che indiavolato come un moderno Paganini, incendia lo strumento. Brani tratti da Skeleton Tree si alternano ad altri di nuova creazione senza mai far cadere il tono della performance, senza pause o dialoghi… tutto d’un fiato. L’eleganza con la quale la sagoma di Cave ondeggia sicura sulla passerella, nello stiloso abito scuro, ormai marchio indiscutibile del suo carisma, inebria gli occhi. 

Lo spettacolo di luci e video proiettati alle spalle della band, non sono sufficienti a smorzare la sensazione di trovarsi all’interno di un piccolo club, tale è lo stretto abbraccio costante, che il cantante riserva al pubblico. Lo stesso encore assume le connotazioni dei piccoli concerti, quelli in cui la band gioca il solito rituale dell’uscita di scena, mentre al pubblico spetta il compito di richiamarli sul palco. In questo caso il coro del Bis ha assunto le caratteristiche di un’inno vero e proprio, mentre i piedi di quanti seduti in tribuna facevano il resto, battendo a terra e producendo la più forte vibrazione mai percepita all’interno del Forum. Ed ecco il gruppo ricomparire, mentre Cave di soppiatto si palesa nel bel mezzo della platea, ancora più immerso nel suo pubblico, come un direttore d’orchestra, incitando gli applausi, dirigendo i suoni.

Sulle note di Stagger Lee una sessantina di persone viene invitata sul palco, accomodandosi poi seduta su questo stesso, per tutta la durata dell’ultimo brano Push the sky away. Nessun intoppo in una serata memorabile, nessuna sbavatura, anomalia, nessun tono cupo, pausa, indecisione. Un’amalgama ben rodata di artisti unici è esplosa nel più grande gesto di amore per il pubblico, che abbia mai visto in tutta la mia vita. Un abbraccio, uno scambio costante, quasi un gesto di totale devozione e ringraziamento, in cui la musica, in quanto linguaggio universale, è nuovamente riuscita a riunire ogni anima sotto un unico tetto, al di sotto del quale nel sentimento di unione profonda, ogni paura, ricordo o spettro, sono stati esorcizzati col sorriso, quello stesso con cui Nick ha domandato ad un ragazzo del pubblico: “Dici che ti piacciono i miei calzini, dammi i tuoi, così ce li scambiamo!” 

“And some people 
Say it’s just rock’n roll
Oh, but it gets you 
Right down to your soul”
 
Elena Arzani

Ringraziamo Live Nation Italia e tutto lo Staff del Forum Mediolanum, nonché la Security, per l’opportunità riservataci e la cordiale collaborazione.

Image credits: Elena Arzani ©
All images are copyrighted, and under legal contract between the artist, and the publishing, therefore any misuse by third parties can be persecuted by the law.

Setlist

Anthrocene 
Jesus Alone
Magneto
Higgs Boson Blues
From her to eternity
Tupelo
Jubilee street
The ship song
Into my arms
Girl in amber
I need you
Red right hand
The mercy seat
Distant sky
Skeleton tree

Encore
The weeping song
Staggler lee
Push the sky away