MASSIVE ATTACK “Mezzanine XX1 tour” – Live @ Kioene Arena, Padovava 9-2- …
by tuttorock
12 Febbraio 2019
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Si è conclusa a Padova la settimana italiana dei Massive Attack. Tre shows che hanno portato anche in Italia il tour che celebra i 21 anni di Mezzanine – “Mezzanine XX1”. Sul palco della Kioene Arena, Robert 3D Del Naja fa da direttore d’orchestra ad una formidabile band: due tastieristi, due chitarristi, due batteristi ed un bassista. Insieme a 3D, al microfono si alternano Grant “Daddy G” Marshall, Horace Andy ed Elizabeth Fraser, spirito celeste, già voce “ultraterrena” dei Cocteau Twins. Lo spettacolo parte subito senza convenevoli o ammiccamenti, trascinando il pubblico in una galassia sensoriale in cui il concetto spaziotempo viene sovvertito. I musicisti sono quasi in penombra, sullo sfondo, immersi nei visual curati da Adam Curtis. Immagini di fatti e protagonisti di questi ultimi vent’anni, un mix di sesso, politica, intrattenimento mainstream e guerra.
Il buio, come in una sala cinematografica, viene squarciato dalle note della cover di “I Found A Reason” dei Velvet Underground legata a “Risingson”; l’idea che sta alla base del live è quella di decostruire il disco direttamente sul palco, partendo dalle canzoni che sono state fonte d’ispirazione e campionamenti, per poi ricostruire le loro pietre miliari. Assistiamo quindi alle versioni di: “10:15 Saturday Night” dei Cure con echi ska/punk (“Man Next Door”) e ad una crepuscolare e darkissima “Bela Lugosi’s Dead”, versione ancora più bella dell’originale (“Mezzanine”), che fa quasi da spartiacque fra i tanti nerovestiti presenti in sala. Il merito dei Massive Attack è stato proprio quello di fondere le loro sonorità trip-hop con l’elettronica e le chitarre, creando un mix unico, capace di intercettare un’audience variegata, eterogena, rendendo la band di Bristol un vero e proprio aggregatore sociale. La strumentale “Exchange” è come una boccata d’ossigeno prima della nuova immersione nel mondo ipnotico dei Massive Attack.
Una cupa“Inertia creeps”dal finale rabbioso, la pazza “Rockwrok” degli Ultravox di John Foxx, seguite da “Angel”, cantata da Horace Andy, e “Teardrop” dalla sirena ancestrale Elisabeth Fraser. “Levels” di Avicii innesca un rave party fondendosi poi ad un’incredibile versione di “Group Four” con alla voce la ex Cocteau Twins ed i visual che alternano immagini sincopate tratte da “Mary Poppins” ad omicidi a sangue freddo, politici e moda, tragedia e facezia, arte e consumo; un uccellino che sbatte contro una finestra chiusa, incapace di uscire.
Un’ora e 40 senza pause, senza bis, senza alcun contatto con il pubblico, se non attraverso note, video e testi. A fine concerto, mentre la band abbandona il palco, sugli schermi compare il messaggio finale:
“Siamo intrappolati in un loop perenne”.
“È tempo di lasciarci dietro i fantasmi e cominciare a costruire il futuro”.
Un mondo che non lascia spazio a malinconia o nostalgia, ma che prova a farci aprire gli occhi,
un’occasione per guardarsi indietro e considerare che cos’è accaduto negli ultimi vent’anni.
Oggi, 21 anni dopo, nel 2019, il disorientamento personale ed interiore di cui era pervaso
«Mezzanine» è diventato l’incubo sociale in cui tutti viviamo, sommersi da finte informazioni,
connessioni marcescenti e un progresso troppo simile alla sua nemesi.
La musica deve riuscire a comunicare qualcosa per farsi ricordare. E i Massive Attack lo hanno sempre saputo fare benissimo.
ANTONELLA GUERRERA
Photoset by ALEX PANOZZO
Il buio, come in una sala cinematografica, viene squarciato dalle note della cover di “I Found A Reason” dei Velvet Underground legata a “Risingson”; l’idea che sta alla base del live è quella di decostruire il disco direttamente sul palco, partendo dalle canzoni che sono state fonte d’ispirazione e campionamenti, per poi ricostruire le loro pietre miliari. Assistiamo quindi alle versioni di: “10:15 Saturday Night” dei Cure con echi ska/punk (“Man Next Door”) e ad una crepuscolare e darkissima “Bela Lugosi’s Dead”, versione ancora più bella dell’originale (“Mezzanine”), che fa quasi da spartiacque fra i tanti nerovestiti presenti in sala. Il merito dei Massive Attack è stato proprio quello di fondere le loro sonorità trip-hop con l’elettronica e le chitarre, creando un mix unico, capace di intercettare un’audience variegata, eterogena, rendendo la band di Bristol un vero e proprio aggregatore sociale. La strumentale “Exchange” è come una boccata d’ossigeno prima della nuova immersione nel mondo ipnotico dei Massive Attack.
Una cupa“Inertia creeps”dal finale rabbioso, la pazza “Rockwrok” degli Ultravox di John Foxx, seguite da “Angel”, cantata da Horace Andy, e “Teardrop” dalla sirena ancestrale Elisabeth Fraser. “Levels” di Avicii innesca un rave party fondendosi poi ad un’incredibile versione di “Group Four” con alla voce la ex Cocteau Twins ed i visual che alternano immagini sincopate tratte da “Mary Poppins” ad omicidi a sangue freddo, politici e moda, tragedia e facezia, arte e consumo; un uccellino che sbatte contro una finestra chiusa, incapace di uscire.
Un’ora e 40 senza pause, senza bis, senza alcun contatto con il pubblico, se non attraverso note, video e testi. A fine concerto, mentre la band abbandona il palco, sugli schermi compare il messaggio finale:
“Siamo intrappolati in un loop perenne”.
“È tempo di lasciarci dietro i fantasmi e cominciare a costruire il futuro”.
Un mondo che non lascia spazio a malinconia o nostalgia, ma che prova a farci aprire gli occhi,
un’occasione per guardarsi indietro e considerare che cos’è accaduto negli ultimi vent’anni.
Oggi, 21 anni dopo, nel 2019, il disorientamento personale ed interiore di cui era pervaso
«Mezzanine» è diventato l’incubo sociale in cui tutti viviamo, sommersi da finte informazioni,
connessioni marcescenti e un progresso troppo simile alla sua nemesi.
La musica deve riuscire a comunicare qualcosa per farsi ricordare. E i Massive Attack lo hanno sempre saputo fare benissimo.
ANTONELLA GUERRERA
Photoset by ALEX PANOZZO
Credits:
si ringrazia ZED Live! per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.Setlist:
I Found a Reason (Velvet Underground)
Risingson
10:15 Saturday Night (Cure)
Man Next Door (con Horace Andy) Black Milk (con Elizabeth Fraser)
Mezzanine
Bela Lugosi’s Dead (Bauhaus)
Exchange
See a Man’s Face (di e con Horace Andy)
Dissolved Girl
Where Have All The Flowers Gone? (Pete Seeger, con Elizabeth Fraser)
Inertia Creeps
Rockwrok (Ultravox)
Angel (con Horace Andy)
Teardrop (con Elizabeth Fraser)
Levels (Avicii) / Group Four (con Elizabeth Fraser)
http://www.massiveattack.co.uk
https://www.facebook.com/massiveattack
https://twitter.com/MassiveAttackUK
https://instagram.com/massiveattackofficial
http://www.thefantom.co
http://po.st/RitualSpiritiT
http://po.st/RitualSpiritSP
I Found a Reason (Velvet Underground)
Risingson
10:15 Saturday Night (Cure)
Man Next Door (con Horace Andy) Black Milk (con Elizabeth Fraser)
Mezzanine
Bela Lugosi’s Dead (Bauhaus)
Exchange
See a Man’s Face (di e con Horace Andy)
Dissolved Girl
Where Have All The Flowers Gone? (Pete Seeger, con Elizabeth Fraser)
Inertia Creeps
Rockwrok (Ultravox)
Angel (con Horace Andy)
Teardrop (con Elizabeth Fraser)
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