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LEVANTE “Caos in Teatro tour 2018” – Live @ Teatro Biondo, Palermo 22-3- …

LEVANTE “Caos in Teatro tour 2018” – Live @ Teatro Biondo, Palermo 22-3- …

Levante è cambiata. Si è evoluta. E’ diventata Claudia. Il pubblico quando la chiama usa infatti esclusivamente il suo nome di battesimo. Forse l’esposizione mediatica a cui si è concessa negli ultimi anni, l’ha fatta sembrare vicina ad un pubblico, ora assetato di intimità. Ma Levante è esplosa, possiamo dirlo. Come una stella che muore per rinascere sotto altre forme, sta sacrificando sé stessa in nome di una trasformazione necessaria, se si vuole splendere di più. E Levante splende sul palco, splende davvero. Rispetto all’ultima volta che ho scritto di lei (si era in un piccolo festival a Tindari) è cambiato tutto. Allora c’era ancora tanta polvere di “cantina” sul suo repertorio. Ora tutto luccica, in nome di una fruibilità più diretta. Tutto è più rotondo, musicale. Molti arrangiamenti sono cambiati radicalmente. In alcuni casi le composizione ne ha tratto non poco giovamento, in altri meno. Come in “Farfalle”, una delle melodie più riuscite della nuova musica italiana, massacrata e ricomposta in un’operazione decostruttivista che mi ha lasciato non pochi dubbi. Il resto è però sontuosamente arrangiato e faccio i complimenti a chi se n’è fatto carico. Perché non è mai facile intervenire su pezzi già masticati dal pubblico in una versione studio. Inserire un violino e un violoncello su un pezzo pop può sembrare facile, ma farlo bene, dosando con gusto i singoli ingredienti, è davvero un lavoro ingrato.

Il concerto inizia con un cielo stellato proiettato su un grande telo trasparente. La cantante adottata da Torino si presenta con il “Caos” che ha dentro, in una versione che rimanda alla migliore Cristina Donà ed al suo “giardino” che anni fa prometteva di aprire. Poi, subito “Alfonso”. Il teatro esplode senza indugi. La scenografia cambia. E’ ora una montagna su cui svolazzano nuvole lievi. Il sovrapporsi delle immagini proiettate sul velo, sommate a quelle proiettate sullo sfondo, ben rappresenta ciò che ascoltiamo. Composizioni multilayer che restituiscono una sensazione di tridimensionalità che quasi si può toccare.

Levante è questo, uno strano animale bidimensionale che si muove in una dimensione quadridimensionale. Un animale all’apparenza innocuo, ma che appena ci si distrae prende alla gola. Una fatina buona che appena può si trasforma e balla come una pazza un suo personalissimo Saba. I pezzi si susseguono come caramelle di quei pacchetti assortiti. Ognuna ha il suo gusto, ma tutte hanno un po’ lo stesso sapore. Inutile farne un’analisi allo spettroscopio. Troveremmo sempre lei, Claudia, nel cuore delle cose. Il suo è un Universo egocentrico (nell’accezione letterale del termine), in cui le sue storie saltano fuori come pagine di un diario. Suo padre, i suoi amori, la sua casa. E’ tutto a vista. Come era per la sua pagina facebook qualche tempo fa. Come il suo spazio Instagram oggi. E’ lei, sempre lei, solo lei. Lei ed il suo bisogno smisurato di raccontarsi, di mettersi a nudo, anche nei capitoli più dolorosi. Levante è questo, dicevamo, ma non è affatto poco. Anzi, è un blob straripante di fotografie, stati d’animo, colori, oggetti… poesia. Il ritmo serrato da bicicletta in ritardo di “Io ti maledico” mi desta da questi pensieri e mi riporta a bel concerto che si sta svolgendo un centimetro oltre le mie più rosee aspettative. Parte il “pericoloso” ritornello e cade il velo che separa la band dalla platea. Impossibile non sentire l’elettricità del pubblico che si scalda, grida ed applaude entusiasta.

Nonostante la sua innata eleganza, si rafforza la mia convinzione che abbia davvero un pessimo gusto nell’abbinare le scarpe al resto. Combatto con la mia più intima natura, in genere non votata ai feticismi, per distogliere lo sguardo dalle scarpe “puntute” e meravigliosamente glitterate, che magari sotto un jeans, pure pure, ma sotto il vestitino scelto per la serata: NO, assolutamente NO! (Gioco, non me ne voglia, caso mai leggesse). Parte “Le lacrime non macchiano” (altro pezzo che adoro). In nessuno dei pezzi precedenti, quanto in questo, è percepibile il lavoro che sta facendo sulla voce in questi ultimi anni. La ragazza è piccina, ma ha una voce grande, adulta, potente. Un’ ottima estensione che le permette di districarsi tra i parlati più intimistici e gravi sino ai ritornelli “spaccafaringe”. Dalle versioni in studio non si nota più di tanto, ma queste “canzoncine” sono anche difficili da cantarsi bene. Le melodie, di rara fattura per la media italiana, scorrono fluide, ma è la sua voce a renderle tali. 

Un’altra infilata di pezzi, tutta d’un fiato fino a “Sbadiglio”. Sull’incipit si leva un boato quasi calcistico. E’ un goal, una consacrazione, una comunione. Ancora… Levante balla, Levante canta, Levante scrive, Levante parla… ma Levante pare non esserci più. Sul palco, come dicevamo all’inizio, rimane Claudia, Claudia Lagona. La Claudia che comincia ad essere donna, a farsi “diva”, come le grandi della musica italiana: la Vanoni, la Strambelli, la Zanicchi… Claudia che potrebbe arrivare dove nemmeno lei ha mai sognato. Accanto alla sua conterranea Consoli e forse più su, più su ancora. Perché ha dalla sua parte una leggerezza rara. Un’ironia affilata che forse è mancata a tante sue precorritrici. E’ un fatto fisico, scientifico. Un corpo lieve, in un ambiente denso sale, sale, sale… è la natura che lo vuole. Così come io vorrei che la redazione non mi mandasse ai concerti degli artisti che apprezzo. Non sia mai che cominciassi a sembrare troppo compiacente!!!

Brava Levante, bravi ragazzi della band, bravi tutti della produzione… inutile perdersi in rivoli d’inchiostro “fritto”: ieri, semplicemente, ci avete regalato un ottimo lavoro.

MASSIMILIANO AMOROSO
Photoset by AZZURRA DE LUCA
 
Credits: si ringrazia Puntoeacapo Concerti, OTRLive, MN Italia, per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

Scaletta:
1)Caos (Preludio)
2)Alfonso
3)Diamante
4)La rivincita dei buoni
5)Farfalle
6)Io ti maledico
7)Le lacrime non macchiano
8)Finché morte non ci separi
9)Sentivo le ali
10)1996 la stagione del rumore
11)Sbadiglio
12)Cuori d’artificio
13)Le parole che non dico mai
14)Non me ne frega niente
15)Tutti i santi giorni
16)Le margherite sono salve
17)Santa Rosalia
18)Io ero io
19)Memo
20)Gesù Cristo sono io
21)Ciao per sempre
22)Duri come me
23)Pezzo di me

Band:
Levante – voce
Alessio Sanfilippo – batteria
Mattia Bonifacino – basso, contrabbasso 
Alessandro Orefice – tastiere
Eugenio Odasso – chitarra 
Lucia Sacerdoni  – violoncello
Tommaso Belli – violino
 
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