JETHRO TULL THE ROCK OPERA ft. IAN ANDERSON – Live @ Teatro Auditorium Manzoni Bolog …
Ian Anderson è naturalmente il “signore in calzamaglia”, non porta più la calzamaglia e non esistono più neanche i Jethro Tull, ma esiste e prosegue la sua storia musicale, rappresentata oggi al Teatro Manzoni di Bologna con “Jethro Tull Rock Opera”, la storia dell’agronomo e inventore inglese immaginata in un futuro prossimo, con chiari riferimenti ai problemi planetari attuali legati allo sviluppo industriale incontrollato.
Lo spettacolo è basato sull’intreccio costante tra ciò che accade nel megaschermo che fa da fondale al palco e la musica suonata da virtuosi musicisti dagli specchiati curriculum: Greig Robinson al basso, Hohn O’Hara alle tastiere, Florian Opahle alla chittarra e Scott Hammond alla batteria, oltre il flauto di Ian Anderson. Una continua interazione tra virtuale e reale che permette a Anderson di cantare duettando con i due protagonisti della storia di Jethro Tull che appaiono giganti alle sue spalle: l’attore e cantante Ryan O’Donnel, che interpreta il giovane Jethro, e la violinista e cantante Unnur Birna Björnsdóttir, entrambi dalle notevoli capacità vocali. Purtroppo non altrettanto notevole è rimasta la voce di Ian Anderson, che il tempo ha ridimensionato parecchio (mentre non è stato altrettanto impietoso nei confronti della forma fisica del quasi settantenne Ian che appare più che discreta). Molto bravo pertanto nell’inventare questo espediente che oltre ad essere strumentale alla narrazione della storia, diventa anche fondamentale per mantenere alta la qualità del cantato lungo le quasi due ore di durata dello spettacolo.
E mentre scorrono le immagini della verde campagna di Oxford alternata alle strade trafficate di Londra e tutto è pervaso da una atmosfera squisitamente inglese, la musica che si ascolta live è una summa di quanto i Jethro Tull hanno sperimentato nella loro lunga carriera: blues, hard rock, folk, progressive (l’hard rock è ben rappresentato dal giovane chitarrista dalla lunga chioma che a tratti diventa protagonista con assoli dal sapore quasi “metal”). Il risultato può essere sintetizzato nel termine “rock classico” che assume in alcuni passaggi tonalità liriche e tinte barocche, ben identificate nel termine “opera” che titola lo show. Il filo che lega tutto è naturalmente il flauto traverso di Anderson, che abbandona solo per imbracciare occasionalmente la chitarra e, in un’occasione, l’armonica. I brani sono un mix fra pezzi originali scritti appositamente per lo spettacolo e alcuni dei brani più noti dei Jethro Tull, con alcuni versi modificati laddove è stato necessario adattarli alla storia; tra tutti inevitabilmente spicca Aqualung, dilatata nella sua esecuzione e che termina con una scontata ovazione da parte del pubblico in sala.
Tutto perfetto, quella perfezione che sfocia però in una certa freddezza che non si sposa mai bene con il rock. Ma non vi è stata mistificazione: che non fosse un concerto rock era chiaro sin dal titolo. E poi la maggioranza del pubblico è accorso per un solo motivo: vedere ancora una volta, o forse per la prima, quel folletto in calzamaglia su un piede solo suonare in “quel modo” il flauto traverso.
ANGELA ZOCCO
Credits: si ringrazia il cortesissimo Ufficio Stampa del Teatro Auditorium Manzoni per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
http://www.auditoriumanzoni.it/jethro-tull-rock-opera
http://jethrotull.com
http://www.twitter.com/jethrotull
http://facebook.com/officialjethrotull
http://www.youtube.com/user/officialjethrotull