JAG PANZER, Traffic Live Club, Roma, 12/12/2024
JAG PANZER + GATECLOSER + HALF LIFE, Traffic Live Club, Roma, 12/12/2024
Il quarantennale di Ample Destruction, album di culto nonché pilastro del power metal statunitense, ha servito ai Jag Panzer l’assist ideale per riaffacciarsi in Europa con un mini-tour celebrativo della longeva carriera della band e in particolare dello straordinario album d’esordio del 1984.
Dopo aver “devastato” la Germania e qualche altra località dell’Europa centrale, i Panzer sono scesi in Italia per ben tre date e la tappa finale del tour è stata proprio quella di Roma, dove gli statunitensi hanno espresso al massimo il proprio amore per l’heavy metal non solo in quanto genere musicale, ma come stile di vita che unisce con una forza aggregante prossima alla fratellanza.
Con questo spirito, la serata è stata vissuta dai fedelissimi fan della band nel giubilo e nell’esaltazione per uno show ricco di classici intramontabili e tanta energia positiva.
Ad aprire le danze due band italiane ancora poco conosciute che han fatto del proprio meglio per intrattenere il pubblico presente in sala.
I romani Half Life, con un album all’attivo (Like A Jungle), si sono rivelati decisamente in linea con il mood della serata essendo una band propriamente heavy metal, dal sound piuttosto ruvido e aggressivo. Buona la prova del trio caratterizzata da una sezione ritmica d’impatto e dalla chitarra di Guerrino Mattioni che ha rappresentato il vero motore dell’esibizione. Meno d’impatto l’apporto di Gianluca Carai, non per demerito, ma per un’acustica abbastanza funesta per la sua voce e il suo suono di basso.
Meno centrata la musica e il look dei Gatecloser. La band ha già inciso due album ed è senz’altro valida, ma il loro metal in bilico tra il power melodico e sonorità più moderne e alternative non riesce a catturare il pubblico dei Panzer. Tecnicamente nulla da dire e sul palco i ragazzi sanno essere carismatici. Il problema è il target della serata. In certe occasioni fa piacere avere un bill diversificato, ma in una serata dedicata ai defenders duri e puri è complicato inserire band dalle sonorità anche solo leggermente più moderne.
La sala, fino a quel momento abbastanza sgombra, si riempie velocemente per accogliere gli alfieri del power americano che si presentano sul palco quasi in punta di piedi, per poi esplodere fragorosamente sulle note di Chain Of Command accompagnati dai cori di un pubblico estasiato. Da li in poi solo grandi classici, uno dietro l’altro, interpretati ancora alla grandissima dal mitico Harry Conklin che avrà anche perso un po’ di capelli, ma non ha perso quasi un briciolo della sua potentissima voce, né del suo carisma e della sua simpatia.
Anche le due asce di Ken Rodarte e del fondatore della band Mark Briody danno spettacolo. Il primo, entrato di recente nella band, è un solista dalle buone doti tecniche e dall’ottimo apporto dinamico on stage. Il secondo è praticamente statuario sul palco, una sorta di Tony Iommi del power americano che non ha bisogno di inutili orpelli per far percepire la sua enorme presenza: a parlare sono i suoi intramontabili riff e la sua affascinante “aura” da gigante del rock d’altri tempi.
La sezione ritmica è “alternativa”. Mancano all’appello John Tetley e Rikard Stjernquist, ma i sostituti non sono da meno. Molto coinvolgente il bassista Aric Avina, che oltre a reggere botta tecnicamente tiene il palco da musicista navigato, mente una vera e propria sorpresa si è rivelato il giovanissimo Jacob Lee Coleman che ha davvero dato un boost di potenza disumano al repertorio della band.
Manco a dirlo, Ample Destruction è stato eseguito praticamente per intero, sebbene in ordine sparso, ma anche altri classici come Iron Eagle o The Mission hanno fatto cantare e “scapocciare” a dovere i il pubblico accorso al Traffic per omaggiare (in molto casi per l’ennesima volta) i propri beniamini.
Questi dinosauri provenienti dall’epoca d’oro del metal non potranno continuare così in eterno e la cosa ci rattrista, ma finché saranno in grado di offrirci ancora prestazioni di tale caratura, teniamoceli stretti e supportiamoli con tutto l’ardore che abbiamo!
Photoset by RICCARDO ARENA
Credits: si ringrazia ERocks Producion per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Half Life Line-up:
Gianluca Carai – voce e basso
Guerrino Mattioni – chitarra
Manolo Cogoni – batteria
Gatecloser Line-up:
Stefano Tarroni – voce e chitarra
Matteo Corbara – chitarra
Nicola Gavini Fiorentini – basso
Thomas Frassinetti – batteria
Jag Panzer Line-up
Harry Conklin – voce
Mark Briody – chitarra
Ken Rodarte – chitarra
Aric Avina – basso
Jacob Lee Coleman – batteria
Jag Panzer Setlist:
Chain Of Command
Licensed To Kill
The Watching
Black
Iron Eagle
King At A Price
Onward We Toil
The Mission
Harder Than Steel
Symphony Of Terror
Reign Of The Tyrants
Dark Descent
Stronger Than You Know
Take To The Sky
Cardiac Arrest
Warfare
Generally Hostile
Appassionato di musica heavy metal e hard rock, con particolare predilezione per le loro varianti progressive, entra nel mondo dell’editoria musicale nei primi anni 2000. Dopo una breve ma formativa parentesi sul Web (Eustakio), il grande salto sulle pagine patinate di Rock Hard Italia presso il quale ha curato recensioni, interviste, reportage e ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia live (2003-2008). Accantonate le proprie velleità giornalistiche poiché la propria vita professionale lo ha portato altrove (esercita la professione di Consulente del Lavoro e ha collaborato con Buffetti in qualità di estensore di articoli in materia giuslavoristica), preserva la propria sanità mentale respirando e fotografando ancora tanta musica dal vivo, preferibilmente, bella pesante!