H.E.A.T. + One Desire + Shiraz Lane – Live @ Locomotiv Club, Bologna 11-12-2018
Di scena tre realtà scandinave che propongono un Hard Rock melodico con tinte AOR come solo in nord Europa riescono (qualcuno ha detto Europe?), ovvero le due “new sensation” di casa Frontiers Records – i finnici Shiraz Lane e One Desire, questi ultimi già visti ed acclamati durante il Frontiers Rock Festival dello scorso anno e gli ormai affermatissimi H.e.a.t. da Vasby, Svezia – tornati a Bologna dopo 8 anni di assenza ed alcune variazioni in line-up per una singola data italiana.
Orari e puntualità nordica per questo evento, come raramente accade in Italia – alle 19 la fila per entrare al Locomotiv è già piuttosto lunga, in poco tempo il locale prende vita e poco prima delle 20 ecco saltare sul palco i giovani Shiraz Lane, formazione classica “a cinque” a presentare il loro valido lavoro dal titolo Carnival Days con piglio da consumati rocker. I finnici sono potenti e precisi, un orecchio alla melodia ed uno alla rocciosità, un occhio al pubblico ed uno a ciò che accade sul palco – in breve catturano l’attenzione del pubblico che risponde bene ai ritornelli orecchiabili, vero marchio di fabbrica degli Shiraz Lane, basti pensare alla title-track Carnival Days o alle ancora più convincenti The Crown e Tidal Waves. E’ su Shangri-La che però danno il loro meglio coinvolgendo tutti presenti che cantano insieme al singer Hannes Kett (un Timo Kotipelto in miniatura) e catturando al meglio la loro attenzione: promossi!
Setlist:
- Carnival Days
- The Crown
- Tidal Wave
- Mental Slavery
- Out There Somewhere
- Shangri-La
- Harder To Breathe
- People Like Us
SHIRAZ LANE:
Hannes Kett – voce
Jani Laine – Chitarra solista
Miki Kalske – Chitarra ritmica
Joel Alex – Basso
Ana Willman – Batteria
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La partenza del loro show è affidata al singolo Hurt, valida track che sta trascinando la band a livelli molto alti, così come l’altrettanto entusiasmante Apologize – terza canzone in scaletta questa sera. L’album è praticamente presentato per intero: otto brani su dieci per quasi un’ora di show ricco, denso e coinvolgente: anche gli One Desire seppur giovani sembrano già assolutamente esperti ed appaiono completamente a proprio agio sul palco bolognese nonostante qualche problema iniziale con i suoni, subito risolto.
Il carisma dei 5 scandinavi è ben percepibile, André sa come accattivare il pubblico, annunciando l’arrivo imminente di un nuovo album – che sicuramente farà gola a tutti i presenti stasera: tra una ballad di buona intensità come Falling Apart e una trascinante Whenever I’m dreaming si arriva agilmente alla fine (già finito?!) con Buried Alive ed un pubblico sicuramente calco ed entusiasta, pronto all’arrivo degli headliner H.e.a.t. – intanto massimi complimenti ai fantastici One Desire!
Setlist:
1. Hurt
2. Turn Back Time
3. Apologize
4. This Is Where The Heartbreak Begins
5. Love Injection
6. Falling Apart
7. Whenever I’m Dreaming
8. Buried Alive
ONE DESIRE:
André Linman – Voce e chitarra
Jonas Kuhlberg – Basso
Jimmy Westerlund – Chitarra
Ossi Sivula – Batteria
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Si parte allora, sono le 22 passare quando i nostri saltano on stage con Bastard of society, opener del loro ultimo album Into the great unknown, canzone acclamata a gran voce – seguita dalla potente Breaking the silence: la sala si è riempita, molti saltano, alcun ballano, tutti cantano… bellissimo delirio rock il cui ruolo di maestro di cerimonie è affidato all’energico Erik che tenta anche un piccolo crowdsurfing.
Il destino è però in agguato, Shit city si sta per concludere ed improvvisamente – il silenzio: è saltato l’impianto del locale, forse un calo di corrente o forse un danno agli speaker, fatto sta che qualunque musicista avrebbe reagito in maniera diametralmente opposta agli H.e.a.t. – Erik urla che loro non hanno bisogno di alcuna amplificazione, si fa passare una chitarra acustica ed intona la loro Tearing down the walls, cantata a gran voce da tutti (proprio tutti) seguita dalla Bonjoviana Livin’ on a prayer, eseguita proprio in mezzo al pubblico che canta letteralmente con lui e a 18 and life degli Skid Row. Fortunatamente nessuno è rimasto con le mani in mano: mentre Erik catalizzava l’attenzione del pubblico, i tecnici hanno lavorato sodo per ripristinare al meglio l’impianto – che infatti torna a funzionare e reggerà bene fino alla fine. Come se nulla fosse accaduto, anzi con una energia rinnovata – gli svedesi ritornano sul palco con Living on the run, un piccolo capolavoro che trascina con sé l’intera audience. Segue una forsennata Beg beg beg, resa ancora più interessante dal medley con Whola lotta Rosie degli AC/DC e da nientemeno che l’immortale Piece of my heart di Janis Joplin.
Tanta adrenalina in circolo, bisogna calmarsi – per fortuna è arrivato il “momento acustico” con Laughing at tomorrow – ma la pausa dura poco, qualche canzone e la pressione sale di nuovo sulla potentissima Mannequin Show, preludio al gran finale con il reprise di Tearing down the walls e la conclusiva A shot a redemption, a dimostrare (se ce ne fosse bisogno) che il rock non è mai morto e non morirà mai finché band del genere avranno possibilità di esistere e portare avanti la loro musica, il loro sogno, la loro passione e – lasciatemelo dire – finché un pubblico mostruosamente partecipe come questo sarà in grado di supportarli. Niente aggettivi quindi: solo applausi, tantissimi applausi.
SANTI LIBRA
Photoset by DANIELE AVERSANO
Credits: si ringrazia Hub Music Factory per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento il Locomotiv Club.
1.Bastard Of Society
2.Breaking The Silence
3.Danger Road
4.Emergency
5.Shit City
6.Downtown
7.In And Out Of Trouble
8.It’s All About Tonight
9.Living On The Run
10.Beg Beg Beg / Whole Lotta Rosie (Ac/Dc cover) / Piece Of My Heart (Erma Franklin cover)
11.Laughing At Tomorrow
12.Redifined
13.There For You
14.Mannequin Show
15.Tearing Down The Walls
16.A Shot At Redemption
H.E.A.T.:
Erik Grönwall – Voce
Dave Dalone – Chitarra
Jona Tee – Tastiere
Jimmy Jay – Basso
Crash – Batteria
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Bolognese, classe 1978 – appassionato scrittore sin da piccolo e devoto alla musica al 100% Cresciuto con i grandi classici della musica italiana ed internazionale, scopre sonorità più pesanti durante la gioventù e non se ne separa più, maturando nel contempo il sogno di formare una rock band. Si approccia inizialmente al pianoforte e poi al basso elettrico – ma sarà la sua voce a dargli il giusto ruolo, facendosi le ossa in diverse band e all’interno di spettacoli che coprono vari generi musicali, fino a fondare i Saints Trade – band hard rock con cui sforna diversi album e si toglie più di una soddisfazione in Italia e all’estero, fino a realizzare un altro piccolo sogno – quello di scrivere di musica entrando a far parte della grande famiglia di TuttoRock.