Now Reading
HAYSEED DIXIE + Iron Mais – Live @ Locomotiv Club, Bologna 1-3-2018

HAYSEED DIXIE + Iron Mais – Live @ Locomotiv Club, Bologna 1-3-2018

Neve, neve ovunque.
Ecco cosa ci prospetta la serata, ma la voglia di divertirsi e di vedere un buon concerto è comunque più forte del maltempo -ed eccomi qui in un Locomotiv pressocché deserto: probabilmente non tutti la pensiamo allo stesso modo.

Fatto sta che stasera a Bologna va di scena il calore della musica degli Americani Hayseed Dixie, accompagnati in apertura dai nostrani Iron Mais pronti a sciogliere il ghiaccio che va via via formandosi attorno al locale con una miscela di canzoni in pieno stile “agricolo”. E’ di fronte ad una ventina di persone che – puntualissimi – entrano in scena i Lombardi Iron Mais, in tour da qualche settimana in supporto al loro album The Magnificent Six e forti di un buon segno lasciato nella scorsa edizione del reality show X Factor. Il poco pubblico non demoralizza i nostri ed offrono uno spettacolo più che convincente e degno di nota, tra cover e brani propri: dopo L’Intro del culo rotto si parte con Drink N Drive e quindi con la prima cover del lotto, la celeberrima Nothing Else Matters dei Metallica, molto “Cashiana” e coinvolgente. Il coinvolgimento infatti aumenta, le canzoni si susseguono rapide alternando alla voce il lead singer Testa di cane e la avvenente e talentuosa violinista Francesca La Contessina tra una Another Brick in the wall  di Pinkfloydiana momoria e una strepitosa Killing in the name dei Rage Against the Machine (momento topico della loro esibizione) inframezzate dalla loro Cu cù, brano interessante che vede il loro chitarrista indossare una maschera da piccione, in mancanza di quella di altro volatile. Il finale è da applausi, che infatti arrivano copiosi nonostante la poca affluenza grazie a I fought the law – puro esempio di country punk – e le conclusive Paranoid (Black Sabbath) e l’omaggio ai loro ispiratori: Can I play with madness degli Iron Maiden, coinvolgente tanto da fare desiderare un altro bis.
Bis che però non arriva in quanto è il momento dell’act principale: gli Hayseed Dikie da Nashville!

Band:
Testa di Cane – voce e banjolele
Jack Pannocchia – voce e banjo
Contessina – voce e violino
Scoll – Contrabbasso
Ragazzo Nutria – Chitarra
Burrito – Batteria

http://www.ironmais.com 
https://www.facebook.com/IronMais 
https://twitter.com/iron_mais
https://www.youtube.com/channel/UCHyHw3NcWOVU9SSHiqVTPCg
https://plus.google.com/118092087914338590815/posts
https://instagram.com/ironmais 

Se il rock agricolo degli Iron Mais ha totalmente convinto, il “rockgrass” dei Dixie infiammerà i presenti, nel frattempo raddoppiatisi. Si parte dunque con la loro versione di TNT degli AC/DC (e chi altri se no?) e subito non deludono le aspettative: brillanti, coinvolgenti e caciaroni – i quattro americani sanno davvero come prendere il pubblico e divertirsi assieme a loro. La loro presenza scenica è di assoluto rilievo, grazie al carisma del loro cantante John Wheeler, ben supportato dal gigante bassista Jake Byers e dai Reno’s – ovvero Don e Dale, rispettivamente al banjo e al mandolino, quest’ultimo sempre in movimento sul palco e sempre pronto a fare boccacce al pubbilico. Torniamo a parlare di musica – i ragazzi del Tennessee vanno avanti a raffica con canzoni celeberrime quali Rebel Yell di Billy Idol o Walk this way degli Aerosmith fino a sfociare in una favolosa Eye of the tiger seguita da una bellissima versione di Love Gun dei Kiss e Fat Bottomed Girls dei Queen. Il pubblico è partecipe e reagisce bene al dialogo con John Wheeler che non manca mai di scherzare presentando i vari brani che si alternano sempre più veloci tanto da non capire se si tratta di un vero e proprio medley unico o una serie di citazioni in stampo country-bluegrass di canzoni arcinote. Ne è un esempio Bohemian Rhapsody, uno dei migliori momenti episodi della serata – introdotto da Livin’la vida loca in medley con I don’t feel like dancing degli Scissor Sisters: episodio pienamente riuscito.

Tre una battuta e l’altra e citazioni del Guru Germano Mosconi (lo conoscono anche a Nashville?) il quartetto esegue una dannatamente convincente Ace of Spades dei Motorhead e pare fermarsi solo per ricordare al pubblico di festeggiare con loro i propri 18 anni di attività, per poi riprendere ancora con dei medley di grande valore – vedi una Iron Man dei Black Sabbath introdotta nientemeno che da Seven Nation Army degli White Stripes.
Dixie bevono e sudano tanto ma hanno ancora forze per offrirci una bruciante Touch Too Much degli AC/DC, quasi a ricordare che sono nati proprio in omaggio alla rock n roll band australiana –  ed andare avanti con il rush finale che sembra concludersi con una sorprendente Clandestino di Manu Chao.

Non è così: gli americani fingono di lasciare il palco ma ritornano immediatamente per suonare il loro bis – una scoppiettante Highway to hell, terminando così una serata divertente che ha visto calcare il palco due band di spessore che sanno divertire divertendosi – cosa non da poco considerando la musica usa e getta che va tanto di moda oggi. Ecco infatti uno slogan efficace: contro il logorio della vita moderna – gli Hayseed Dixie ed il loro bluegrass rock! Da assumersi preferibilmente in maniera smodata, anche a ore pasti.

SANTI LIBRA
Photoset by DANIELE AVERSANO

Credits: si ringrazia Barley Arts per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione del Locomotiv Club.


Band:
John Wheeler (credited as Barley Scotch) – vocals, acoustic guitar, violin, mandolin, piano
Hippy Joe Hymas – mandolin, acoustic guitar
Jake “Bakesnake” Byers – acoustic bass guitar
Tim Carter – banjo
 
http://www.hayseed-dixie.com
http://www.facebook.com/hayseeddixie
https://twitter.com/barleyscotch
http://www.youtube.com/user/johannespud
http://instagram.com/hayseed.dixie
http://en.wikipedia.org/wiki/Hayseed_Dixie
https://itunes.apple.com/us/artist/hayseed-dixie/id3912402
http://open.spotify.com/artist/7x1riqKyOjly8udO9DhPVi