EUROPE “Walk The Earth world tour” – Live @ Estragon Club, Bologna 5-10- …
Visti più e più volte dal momento del loro ritorno sulle scene con un suono più moderno che inizialmente sembrava avere scosso i fan di vecchia data, i 5 svedesi non mancano mai di confermare dal vivo come non renda giustizia alla band il ricordo della arci-famosa The final countdown offrendo performance precise e vigorose e con una risposta sempre crescente da parte di un pubblico che dimostra di conoscere anche i brani più recenti ed esplodere sui loro classici.
Focalizziamoci però su ciò che accade oggi all’Estragon, club e sala concerti che ha già accolto gli Europe in una serata strapiena nel dicembre 2015 per il tour di War of Kings: una folla da tutta Italia si addensa al Parco Nord già con largo anticipo, dimostrando come il nostro paese non abbia mai perso interesse per questi rocker scandinavi.
L’atmosfera è vibrante quando arrivano on stage gli scozzesi King King, band di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare prima ma che si sono rivelati una vera sorpresa, con il loro sound che mischia blues e un certo rock moderno – una ottima sezione ritmica ma soprattutto il cantante e chitarrista Alan Nimmo, dotato di un ottimo timbro vocale ed una espressività efficace ma soprattutto di una tecnica chitarristica che i rifà a piene mani a giganti quali Hendrix, Clapton, Stevie Ray Vaughan e soprattutto Santana, lasciandosi spesso andare ad assoli al fulmicotone con brani tratti dal loro nuovo e secondo album.
Il pubblico si dimostra partecipe, molti conoscono le loro canzoni e tributano sempre applausi scroscianti ad un set che pur essendo non molto lungo offre delle vere chicche come Rush Hour e Strange to love… insomma i King King sono promossi a pieni voti sia dal sottoscritto che da tutti i presenti.
Membri del gruppo:
Alan Nimmo
Lindsay Coulson
Wayne Proctor
Jonny Dyke
https://www.kingking.co.uk
https://www.facebook.com/kingkingalannimmo
https://twitter.com/KingKingUK
https://www.youtube.com/user/KingKingTV
https://www.instagram.com/kingkinguk
https://open.spotify.com/artist/4SXsNXgRundFdewI58vbZT
In piena forma, granitici, una vera macchina da guerra – i nostri tirano fuori l’artiglieria pesante esordendo con la title track del loro ultimo album, la massiccia e “kashmiriana” Walk the earth, seguite dalla dinamica Siege per poi spettinare una calda audience con l’immortale Rock the night.
Joey Tempest è il solito spettacolare frontman: pose da modello, ammiccamenti alla folla e volteggi con la sua iconica asta del microfono – ma soprattutto un paio di parole in dialetto bolognese – tengono l’attenzione incollata su di lui, mentre un John Norum meno mobile si prodiga in melodiche cascate di note deliziandoci con ogni suo assolo. E’ il momento di un loro inno più recente, la fenomenale Last look at eden, cantata da tutti – seguita dalla nuova e trasognata Pictures, che cita a piene mani mostri sacri come Bowie o i Pink Floyd dando un po’ di tregua ad una scaletta hard n’ heavy ben congeniata. Si ritorna al passato con Ready or not e Sign of the times, tratte dal mai troppo osannato Out of this world – inframezzata dalla più recente Turn to dust, veramente da brividi prima del momento dell’imponente assolo di Norum. Seguono quindi le recenti GTO e Nothing to ya e la madre di tutte le rock ballad anni 80, la stappalacrime (e mutande) Carrie che tanta fortuna ha portato ai 5 di Vasby: bello vedere giovani e meno giovani cantare all’unisono con il sempre sorridente e ringraziante Joey Tempest.
E’ tempo di un altro assolo, sulle note del Guglielmo Tell di Rossini ecco Ian Haugland fare mostra della sua tambureggiante bravura prima di lanciare Danger on the track, anch’essa tratta dal celeberrimo album The final countdown, in cui Tempest sembra un po’ in difficoltà… E’ comunque una performance dal vivo ed è quindi normale che età e stanchezza possano farsi sentire, ciò non toglie un centimetro di pelle d’oca ai presenti che si stanno godendo una serata davvero spettacolare. Siamo quasi alla fine ed ecco la potente War of Kings, seguita da un altro masterpiece della band, la melodica e convincente Superstitious.
Manca qualcosa? Proprio quando la band sembra essersi spremuta al massimo ecco tirare fuori l’asso dalla manica, una doppietta immortale composta dalla mirabolante Cherokee e dal brano che tutti (nessuno escluso) stavano aspettando, l’inno rock The Final countdown – a formare due rami di una corona d’alloro da porre in testa ad una prestazione sinceramente maiuscola degli Europe, troppo a lungo sottovalutati, ignorati o ricordati solo per la loro grande hit – ma alla fine sono i vincitori, come dei veri Campioni del rock.
SANTI LIBRA
Photoset by DANIELE AVERSANO
Credits: si ringrazia Vertigo per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Joey Tempest (vocals)
John Norum (guitars)
Mic Michaeli (keyboards)
John Leven (bass)
Ian Haugland (drums)
http://www.europetheband.com/index.html
https://www.facebook.com/europetheband
https://www.twitter.com/europetheband
https://www.youtube.com/europethebandtv
http://myspace.com/europe
Bolognese, classe 1978 – appassionato scrittore sin da piccolo e devoto alla musica al 100% Cresciuto con i grandi classici della musica italiana ed internazionale, scopre sonorità più pesanti durante la gioventù e non se ne separa più, maturando nel contempo il sogno di formare una rock band. Si approccia inizialmente al pianoforte e poi al basso elettrico – ma sarà la sua voce a dargli il giusto ruolo, facendosi le ossa in diverse band e all’interno di spettacoli che coprono vari generi musicali, fino a fondare i Saints Trade – band hard rock con cui sforna diversi album e si toglie più di una soddisfazione in Italia e all’estero, fino a realizzare un altro piccolo sogno – quello di scrivere di musica entrando a far parte della grande famiglia di TuttoRock.