ERMAL META “Vietato morire tour 2017” – Live @ Teatro di Verdura, Palerm …
Tornando alla serata, la cosa che più mi ha colpito è stato constatare quanto questo esile artista tenga in pugno il suo pubblico. Un pubblico composto principalmente da giovanissimi, strettamente ingabbiati in un “divertificio” organizzato (vi giuro che accanto avevo un tizio che guidava le coreografie con tanto di scaletta scritta delle cose da farsi. Ad es. a quella determinata canzone distribuire al pubblico ali di carta e sventolarle, etc). Sgradevole effetto amplificato dal tormentone “su le mani”, con la variante “su ‘ste mani”, di cui forse il cantante ha effettivamente abusato, restituendo a chi viene chiamato a scrivere del concerto un’ immagine da animatore di villaggio turistico di cui forse un artista che si intenda vagamente impegnato, quale Meta si fregia di essere, dovrebbe evitare di assumere.
Ed è proprio questa logica da prodotto preconfezionato che secondo me penalizza il ragazzo che invece sa scrivere canzoni. Perché il buon Ermal, sa scrivere canzoni. Il mestiere lo si vede tutto negli arrangiamenti che non lasciano il minimo spazio ad una qualsivoglia deroga che ci si voglia/possa prendere se si vuole scrivere una hit che giri in radio. A partire dal suono di una band davvero efficace. Meta, dicevamo, sa scrivere canzoni. Canzoni semplici, piene di una loro bellezza pura, fatta per alimentare i sogni delle tante persone che oggi nel nostro Paese non hanno il tempo né la voglia di approfondire minimamente l’investigazione della materia musicale. Sogni piccoli. Sogni grandi. Canzoni che parlano di persone che secondo l’artista meritano di più di quanto stanno avendo. Che parlano di amore senza, fortunatamente, citarlo mai troppo, ma che pure non possiamo dire che abbiano quella forza deflagrante di una “Piccolo Grande Amore” di Baglioni. Canzoni che rimangono un po’ sempre lì, tra il già detto e l’intenzione di dire.
Niente è mai esplicito nelle canzoni di Meta. E questa è la sua forza, ma forse anche il suo limite più grande. Eppure bellissima è la sua “New York” (forse la canzone meno acclamata dal pubblico, con mio sommo sgomento). Bellissima sono “Buio e luce” e “Come il sole a mezzanotte” (canzoni proprio ripescate dal repertorio de La Fame di Camilla). Interessantissima, soprattutto per l’uso che fa della sua voce, è l’interpretazione del brano di Domenico Modugno “Amara terra mia”. L’infilata di pezzi finale è molto coinvolgente, anche se si rimane un po’ sempre sullo stesso registro. Così, la cosa che ha finito con l’attrarmi di più, risulta essere la coda strumentale di ”Voce del verbo” con cui virtualmente il cantautore presenta la band e in cui Marco Montanari (chitarra), Emiliano Bassi (batteria), Dino Rubini (basso), Roberto Cardelli (tastiere) e Andrea Vigentini (seconde voci e chitarra) fanno vedere cosa sarebbero in grado di fare se non imbrigliati nella ferrea logica dello “show biz” di cui è densamente impregnato l’intero spettacolo.
Composto di pochi, ma cogenti pezzi è il bis. “La vita migliore”, “Bionda”, “Straordinario”, “A parte te”. Non lo avrei mai potuto sospettare se non avessi assistito ad un suo spettacolo, ma la vera forza di questo artista è DECISAMENTE il pubblico. E quando un artista arriva al suo pubblico, metaforicamente a sera può seraficamente sedersi in poltrona e guardare il quadro preferito della stanza, ritenendosi giustamente soddisfatto, come lui stesso ammette essere da qualche anno in qua. Eppure all’uscita continuo a ripensare alla gioiosa insensatezza di una canzone come “Rien ne va plus”, al suo andamento sfacciatamente dance. Uno schizzo di anarchica libertà che si è concesso durante un concerto quadratissimo. Sotto i folti baffi sorrido. Che sia quello il vero Meta?!
MASSIMILIANO AMOROSO
Photoset by AZZURRA DE LUCA
Credits: si ringrazia Puntoeacapo Concerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Ermal Meta (voce, chitarra)
Dino Rubini (basso)
Marco Montanari (chitarra)
Emiliano Bassi (batteria)
Roberto Cardelli (tastiera & pianoforte)
Andrea Vigentini (cori & chitarra acustica)
https://www.facebook.com/ermalmetainfo
https://www.youtube.com/channel/UCsw6_gopN-_KFQNLDx5UEGA
http://www.mescalmusic.com/artisti/ermal-meta
Massimiliano Amoroso, architetto e bassista elettrico. Cresciuto alla corte di alcuni dei più grandi produttori italiani (Franco Patimo, David Lenci, Rob Ellis, Matteo Cifelli, Alessandro Sgreccia, Paolo Mauri, Daniele Grasso), nel tempo ha proposto, in veste di fondatore e songwriter, bands alternative-rock quali Betty Ford Center (oggi Betty Poison), Milk White, Bye Bye Japan, Electro Malicious ed altri. Con queste formazioni ha vinto oltre quindici Premi Nazionali, tra i quali Heineken Jammin’ Festival e Red Bull Tourbus, ed innumerevoli piazzamenti di prestigio (Finalista Tour Music Fest, Sanremo Rock, etc). Le stesse formazioni vantano aperture ai maggiori artisti internazionali (Jamiroquai, Yann Tiersen, Glasvegas, etc) ed a moltissimi artisti della scena nazionale (Elio e le storie tese, Linea 77, Tre allegri ragazzi morti, 24 Grana, Super Elastic Bubble Plastic, Piotta, Frankie HI NRG, 99 Posse, etc). Con le sue band si esibisce in numerosi festival (Neapolis, Home Festival, etc) ed in passato si esibisce con regolarità anche all’estero (Francia, Olanda, Belgio, Germania, etc). La sua musica è stata recensita dai principali magazine nazionali (Rolling Stone, Rumore, Raro, Rockerilla, Repubblica, etc) e frequentemente viene passata nei network nazionali (Radio Rai, Rai Stereo, Rai 3, R101, Rock Tv, etc). Da qualche anno collabora con diverse redazioni di siti musicali fra cui TUTTOROCK