ERIC BURDON & The Animals – Live @ Festareggio, Campovolo (RE) 31-8-2016
4 Settembre 2016
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Inserito allo slot 57 nella lista dei 100 migliori cantanti del mondo da Rolling Stone, eletto nella Rock And Roll Hall Of Fame con in suoi The Animals, scopritore di una sconosciuta canzone del’800 che trasformò nel 1964 in una delle più belle di tutti i tempi ed anche per questo una delle più coverizzate, ma la versione che possiamo considerare ‘originaria’ dei The Animals, oltre ad avere vinto il Grammy Hall of Fame nel 1999, è anche un pezzo di storia del rock, riportata anche nel lessico musicale italico dai Dik Dik ai Pooh. Una canzone che è diventata anche un simbolo delle antiwar song, in realtà tratta di bordelli, ma il periodo di guerra in cui venne partorita unito alla trama musicale affascinante ed alla scarsa conoscenza dell’inglese degli italiani ne fece un simbolo pacifista.
Quando si parla di un artista classe 1941 e che è anche un mito mondiale senza tempo, l’unico dubbio che si può avere è se la forma fisica e la voce gli consentono ancora esibizioni a livello, e nel caso di Eric Burdon la risposta che Festareggio ha dato è sicuramente sì. Con una band giovane e talentuosa, niente a che vedere con i vecchi Animals ovviamente, quanto ‘Il Mito’ entra sul palco in full black dress, come tutta la band, è una ovazione che lo accoglie. Burdon indossa un paio di occhiali neri impenetrabili, ma la sua presenza è magnetica, saetta lo sguardo sul pubblico ed ogni volta pare ti stia scrutando personalmente nell’anima, la sua voce è perfetta, i segni dell’età non incidono sulla performance artistica la classica Spill the wine incendia subito il pubblico.
Ammantato di medaglie di sudato rock, funk, soul, la musica proposta dalla band è in realtà fortemente contaminata di toni jazz, non per niente molte sono le cover di cantanti di tale genere, a partire dalla celeberrima Don’t let me be misunderstood. Ma un jazz che nelle capaci mani dei bravissimi musicisti sul palco si carica di dannato rock, e la voce di Eric è il pennello abrasivo che va a scrivere pagine di storia. Dalla suite Bo Diddley all’immancabile We’ve gotta get out of this place il vecchio leone sciorina un rosario di perle d’autore senza cedere un solo momento, calamita tutti gli sguardi, una presenza imponente e dominante. Portato dal pubblico adorante a presentarsi per la terza volta sul palco, si scatena in una rovente interpretazione di Hold on, I’m comin’, che fa pogare e ballare tutta l’arena come poche volte è accaduto, incandescente dimostrazione che il vecchio leone ha ancora zanne terribilmente affilate per mordere la mela del rock.
MAURIZIO DONINI
Photoset by Nino Saetti
Credits: si ringrazia Ja.La Media, Festareggio, Madiba e Marianna Burdon per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Quando si parla di un artista classe 1941 e che è anche un mito mondiale senza tempo, l’unico dubbio che si può avere è se la forma fisica e la voce gli consentono ancora esibizioni a livello, e nel caso di Eric Burdon la risposta che Festareggio ha dato è sicuramente sì. Con una band giovane e talentuosa, niente a che vedere con i vecchi Animals ovviamente, quanto ‘Il Mito’ entra sul palco in full black dress, come tutta la band, è una ovazione che lo accoglie. Burdon indossa un paio di occhiali neri impenetrabili, ma la sua presenza è magnetica, saetta lo sguardo sul pubblico ed ogni volta pare ti stia scrutando personalmente nell’anima, la sua voce è perfetta, i segni dell’età non incidono sulla performance artistica la classica Spill the wine incendia subito il pubblico.
Ammantato di medaglie di sudato rock, funk, soul, la musica proposta dalla band è in realtà fortemente contaminata di toni jazz, non per niente molte sono le cover di cantanti di tale genere, a partire dalla celeberrima Don’t let me be misunderstood. Ma un jazz che nelle capaci mani dei bravissimi musicisti sul palco si carica di dannato rock, e la voce di Eric è il pennello abrasivo che va a scrivere pagine di storia. Dalla suite Bo Diddley all’immancabile We’ve gotta get out of this place il vecchio leone sciorina un rosario di perle d’autore senza cedere un solo momento, calamita tutti gli sguardi, una presenza imponente e dominante. Portato dal pubblico adorante a presentarsi per la terza volta sul palco, si scatena in una rovente interpretazione di Hold on, I’m comin’, che fa pogare e ballare tutta l’arena come poche volte è accaduto, incandescente dimostrazione che il vecchio leone ha ancora zanne terribilmente affilate per mordere la mela del rock.
MAURIZIO DONINI
Photoset by Nino Saetti
Credits: si ringrazia Ja.La Media, Festareggio, Madiba e Marianna Burdon per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Setlist:
Spill the Wine (War cover)
See See Rider (‘Ma’ Rainey & Her Georgia Jazz Band cover)
When I Was Young
Monterey
Don’t Bring Me Down (The Animals cover)
In the Pines (Lead Belly cover)
Bo Diddley Special (Eric Burdon song)
Mama Told Me Not to Come (Randy Newman cover)
Don’t Let Me Be Misunderstood (Nina Simone cover)
The House of the Rising Sun ([traditional] cover)
Encore:
Sinner’s Please
We’ve Gotta Get Out of This Place (The Animals cover)
Encore 2:
Hold On, I’m Comin’ (Sam & Dave cover)
Band:
Davey Allen (hammond)
Johnzo West (chitarra)
Dustin Koester (batteria)
Justin Andres (basso)
Ruben Salinas (sax)
Evan Mackey (trombone)
http://www.ericburdon.com
https://www.facebook.com/OfficialEricBurdon
https://twitter.com/ericburdon
https://www.youtube.com/channel/UC2KZdwcvcFLOrzWb-BgaHXw
https://www.instagram.com/OfficialEricBurdon
Spill the Wine (War cover)
See See Rider (‘Ma’ Rainey & Her Georgia Jazz Band cover)
When I Was Young
Monterey
Don’t Bring Me Down (The Animals cover)
In the Pines (Lead Belly cover)
Bo Diddley Special (Eric Burdon song)
Mama Told Me Not to Come (Randy Newman cover)
Don’t Let Me Be Misunderstood (Nina Simone cover)
The House of the Rising Sun ([traditional] cover)
Encore:
Sinner’s Please
We’ve Gotta Get Out of This Place (The Animals cover)
Encore 2:
Hold On, I’m Comin’ (Sam & Dave cover)
Band:
Davey Allen (hammond)
Johnzo West (chitarra)
Dustin Koester (batteria)
Justin Andres (basso)
Ruben Salinas (sax)
Evan Mackey (trombone)
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Maurizio Donini
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.