Dirty Honey @ Alcatraz Milano 08-03-2024

Dirty Honey @ Alcatraz Milano 08-03-2024

A distanza di un anno dal tour di “California Dreamin‘“ i Dirty Honey tornano a Milano (unica data italiana) per una nuova sconvolgente nottata all’insegna del R’n’R americano rigorosamente targato L.A.
Stiamo parlando di una lussuosa Cadillac d’antan che incede a massima velocità tra i boulevard e a cui non si riesce proprio a mettere freno: “Can’t find the brakes”!!
La corsa spericolata inizia con “Rock ‘n’ Roll Damnation” tributo agli inossidabili AC/DC, per poi proseguire con la track che intitola l’album uscito lo scorso 3 Novembre ad opera di Dirt records.
Un breve throwback al primo omonimo “Dirty Honey” con California Dreamin’ e Heartbraker.
Rivivono le emozioni dello scorso anno, ma amplificate e migliorate.
E’ l’8 Marzo e si celebra la giornata internazionale della donna, per questo motivo dedicano quest’ultima canzone a tutte le signorine presenti in sala.
L’Italia ha rubato il cuore ai losangelini e Labelle non perde occasione di ricordare con affetto Firenze, città in cui ha vissuto, omaggiandoci una romantica e folkeggiante “Coming home (Ballad of the Shire)“.
Ci si inizia a sentire finalmente un po’ su di giri con “Get a Little High” ma è solo con “Scars” che veniamo catapultati su un’ ampia autostrada a cinque corsie. È un viaggio piacevole: Jaydon Bean è l’ultimo – solidissimo – batterista della band e risulta avere una grande intesa con il muscoloso basso di Justin Smolian. Impossibile smettere di muoversi ondeggiando, come posseduti dal demone del ritmo.
Eccoci a “Dirty mind” ed è ora di chiamare l’esorcista del blues: è travestito con un completo nero, camicia bianca, Rayban neri modello Wayfarer e cappello trilby.
La voce di Marc Labelle raggiunge picchi altissimi e la sua energia è contagiosa: gira tra le mani l’asta del microfono e la capovolge sottosopra con aplomb da grande frontman del passato.
Ad “Another Last Time” si concede un bagno di folla, attraversando la sala per il lungo e ponendosi proprio di fronte al palco, in direzione opposta.
Il pubblico è il visibilio. Vuole toccarlo come un messia.
La vera protagonista della serata è però la goduriosa chitarra di John Notto che ti fa sentire come un gatto che ricevendo un grattino peccaminoso col plettro alla base della schiena, solleva la coda e si inarca facendo le fusa. Ci regala assoli a profusione, generoso e implacabile.
Degna di nota anche l’acustica “Honky Tonk Woman” (cover dei Rolling Stones) dove esprime un po’ di sana improvvisazione bluegrass.
Encore con la classica Rolling 7s ormai marchio di fabbrica: when you need a little lovin’ /all night long / when you need a little lovin’ / baby turn me on…
Sedotti e abbandonati. O almeno… fino al prossimo tour.

SUSANNA ZANDONÀ

Credits: si ringrazia Barley Arts per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

SETLIST:
Setlist:
Can’t Find the Brakes
California Dreamin’
Heartbreaker
Get a Little High
Scars
Dirty Mind
Tied Up
Coming Home (Ballad of the Shire)
Honky Tonk Women (cover The Rolling Stones)
Don’t Put Out the Fire
Roam
The Wire
Another Last Time
When I’m Gone
Encore:
You Make It All Right
Won’t Take Me Alive
Rolling 7s