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Deep Purple “Long Goodbye Tour” – Live @ Mediolanum Forum, (MI) 27-6-201 …

Deep Purple “Long Goodbye Tour” – Live @ Mediolanum Forum, (MI) 27-6-201 …

Il rock è vivo e i Deep Purple ne sono testimoni. La band ha intrapreso un tour in Italia che in tre giorni ha messo d’accordo tutti ed entusiasmato quattro generazioni. Dopo le tappe di Roma e Bologna eccoli al Forum di Assago di Milano per un live che non si dimenticherà facilmente.
Il Long Goodbye Tour si spera non sia l’ultimo come annunciato, i nostri suonano per 100 minuti senza risparmiarsi e in maniera impeccabile, sorridono, interagiscono con il pubblico, sembrano senza età, hanno una carica notevole per essere degli over 60. 
Alle 20 aprono le danzeTyler Bryant & The Shakedown, grinta e precisione in una band formata da quattro ragazzi carichissimi. Trascinano il pubblico con un rock-blues “sporco” figlio degli anni 70. Tyler, si dimena sul palco e canta a perdifiato, gli altri seguono, Noah, preciso col suo basso e Caleb, il batterista, che ad un certo punto smonta la cassa e si fa un giro sul palco suonandola, tra l’altro il chitarrista è Graham Whitford, figlio di Brad degli Aerosmith. Bello spettacolo, sentiremo ancora parlare di loro. 
I Deep Purple salgono sul palco alle 21 e iniziano con Time For Bedlam, estratto dalla loro ultima fatica InfiniteDietro le loro spalle si staglia un iceberg con le loro  facce scolpite nello stile Monte Rushmore dall’album  del 1970 In Rock
Il pubblico accompagna ogni brano, scandisce con applausi, loro dal palco non si risparmiano. Sono, comunque in forma, a dispetto della loro età, certo la voce di Ian non è quella di un tempo forse, ma fa ancora sognare.
Suonano Fireball, Bloodsucker e arrivano alla  bellissima Strange Kind Of Woman. Ancora dal nuovo album: Johnny’s Band, The Surprising e Birds Of Prey inframezzate da Uncommon Man e da Lazy introdotta da un supremo Don Airey. Gli applausi diventano a scena aperta quando Gillan sfodera un’armonica a bocca e tutti e cinque danno vita ad una parte strumentale corposa. Si prosegue con Hell To Pay e poi ecco l’assolo di tastiere: in una decina di minuti Don si districa tra jazz, rock e lirica con La donna è mobile dal Rigoletto di Giuseppe Verdi e il Nessun dorma dalla Turandot di Giacomo Puccini. Dopo si viaggia ancora con Perfect Strangers, Space Truckin’ e Smoke On The Water, che chiude il concerto: mani alzate, cori da stadio e occhi lucidi.

Ma c’è ancora spazio per cantare, Ian Paice rientra con un asciugamano sulle spalle, ha un bicchiere in mano, fa un brindisi in onore del pubblico che lo applaude calorosamente e grida il suo nome. Si siede alla batteria e pesta le pelli al suono di Peter Gunn, colonna sonora di un telefilm della fine degli anni ’50 che si inanella ad Hush. Arriva l’assolo di basso di Roger Glover contrappuntato dalla batteria di Paice, si unisce anche Steve Morse e Ian per chiudere con Black Night cantata dai fan all’unisono, bellissima e unica come sempre.
Peccato il sogno è terminato, un bellissimo sogno in musica, la musica che rimarrà eterna quella dei Deep Purple.

Deep Purple setlist:
Time for Bedlam 
Fireball 
Bloodsucker 
Strange Kind of Woman 
Johnny’s Band 
Uncommon Man 
The Surprising 
Lazy 
Birds of Prey 
Hell to Pay 
Keyboard Solo 
Perfect Strangers 
Space Truckin’ 
Smoke on the Water 
Encore
Hush
Bass Solo 
Black Night

Articolo a cura di Monica Atzei
Photo di Daniele Di Chiara.

Credits: Si Ringrazia Vertigo Concerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.