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CARMEN CONSOLI – Live @ Villa Tittoni, Desio (MB) 21-6-2019

CARMEN CONSOLI – Live @ Villa Tittoni, Desio (MB) 21-6-2019

Quando penso alla Sicilia si creano subito tra le incertezze degli occhi immagini di limoni a picco sul mare, con quel caldo africano ad asciugare l’anima e la gola come in un vecchio film dove arsa dal sole, la Trinacria sprofonda negli anni cinquanta di un entroterra brullo e inospitale. Eppure io la Sicilia non l’ho mai vista, non ho idea di cosa voglia dire attraversare lo stretto e trovarsi faccia a faccia con questa terra ancora retta dopo secoli, sulle affaticate spalle di Colapesce in fondo al mare. C’è una forza che arriva da Catania, una forza femmina e fiera, una forza che brandisce una Fender Jaguar rosa con la stessa forza con cui un soldato sguainerebbe una spada luccicante. Eppure questa spada non fa male, questa spada rosa attraversa il cuore senza farne uscire un goccio di sangue. C’è una mamma, una mamma fiera di portare il proprio figlioletto a scuola e svegliarsi alle sei del mattino per fargli imparare l’inglese. Eppure, eppure la mamma parla un misto di italiano e giapponese, e quando urla GEISHA il cielo è indeciso se crollare o inchinarsi per rispetto. Persino il cielo ha paura di questa minuta siciliana venuta dall’Etna. Vorrebbe piovere il cielo, ma sulla Lombardia, dice lui, rimanda a domani. Non si può , non si deve. È rock portare il figlioletto a scuola ogni mattina, come è rock cominciare un concerto rock con la scenografia che ammicca a Madonna e Marilyn Manson e una chitarra sottile che intona Mille violini suonati dal vento mia dolce bambina.

Immagino il limone in quel momenti, l’odore forte dei limoni di Sicilia che invade le strade a mezzogiorno, immagino il sapore del limone in bocca mentre con classe si può parlare di argomenti duri e difficili come le molestie sessuali raccontate in Mio Zio. La Sicilia, la Sicilia quella terra da noi così lontana, famosa per tutto quel Traffico che la fa sembrare più cattiva di quel che è. La Sicilia invece ha le fattezze domestiche della foto di una madre in bianco e nero, di una donna che aspetta il proprio uomo che non arriva all’altare ed è costretta a recitare l’ennesimo incazzati requiem. Vorrei annodare le parole come si fa sulle spiagge di Catania, ma non riesco, non riesco perché ho troppo rispetto di questa raffinata cantautrice che anno dopo anno come il vino migliora, e non invecchia, è quasi leggendaria, una Venere oserei scrivere. È indiavolata, indiavolata ma Santa. Santa perché riesce a fermare la pioggia prima ancora che qualche scroscio cominci, indiavolata perché pezzo dopo pezzo Desio si trasforma in una gigantesca baraonda infernale, tutti cantano, tutti insieme, tutti, una voce sola, una voce che parte dallo stomaco e strappa via in un solo attimo la lunga attesa di questa serata . Uno, nessuno, centomila, ma che importa, per un’ora e mezza siamo tutti in balia della Cantantessa, e più che Confusi e felici torniamo a casa soltanto felici sperando che dall’etna la signora con la chitarra rosa fiammante voglia tornare un po’ più spesso a trovarci. Lei e i suoi fidi scudieri. 
Rispetto e comandi vossignoria. 

CRISTIAN BRIGHENTI

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