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CAPAREZZA “Prisoner 709 tour” – Live @ Pala Panini, Modena 7-2-2018

CAPAREZZA “Prisoner 709 tour” – Live @ Pala Panini, Modena 7-2-2018

Questa è la seconda data alla quale assisto del “Prisoner 709 Tour” di Michele Salvemini, in arte Caparezza, prima Bologna e stasera al Pala Panini di Modena.
Spesso mi dicono, ma perché vai a vedere un’altra data lo stesso Tour? La risposta è semplice, curiosità, capire se fanno le stesse cose e ascoltare in posti diversi ti fa capire meglio le sonorità. Il Pala Panini è più piccolo dell’Unipol Arena di Bologna, devo dire che, scartando la parte iniziale nella quale si sono prese un pò le misure del volume, mi sono goduto un buon concerto dal punto di vista acustico. Ho avuto occasione di vedere Caparezza live molte volte, iniziando dalle feste di paese di più di dieci anni fa, fino ad oggi. Di lui ho apprezzato l’evoluzione e la trasformazione dei suoi concerti e la qualità degli album prodotti. Con il suo “Prisoner 709” ha nuovamente dimostrato la sua indipendenza artistica e la sua creatività che non è solo quella di scrivere ottimi testi, ma di raccontare una storia che ancora una volta ci ha catturato, ci ha divertito e ci ha fatto pensare, come sempre.

Veniamo a questa serata, il “Prisoner 709 Tour”, vedere una seconda data ci voleva, forse anche una terza non sarebbe male. Conoscendo già la scaletta ho avuto una visione più ampia notando cose che alla prima data mi erano sfuggite. Come per l’album, è un Caparezza molto più artista visionario, ha portato live il racconto, le storie e non solo le canzoni, pezzi live intramezzati da monologhi che si incrociano con balli e recite per dare ricchezza all’intero evento.

Ho sempre visto sul palco Caparezza con la sua, come l’ha definita lui più volte, famiglia, la spalla e seconda voce di sempre Diego Perrone e i musicisti, questa volta si sono aggiunte due coriste, che ho trovato molto brave e quattro ballerini. Tutti sempre presenti sul palco, in un modo o in un altro, insieme a troni, macchine della polizia di cartapesta, lavatrici alate, libri a figure, gonfiabili e labbra giganti dalle quali uscire e uno spaventapasseri totem gigante. Tutto e tutti mescolati egregiamente per dare valore all’attore principale della serata che con cambi di abito e recite ci ha fatto entrare nel suo mondo.
La serata è divisa in due parti, la prima dedicata al nuovo album “Prisoner 709”, la seconda parte, la sua storia dagli inizi.

Ore 21 in punto, via le luci e si inizia, un concept intro di “Prosopagnosia” introduce i musicisti che salgono marciando sul palco, i quattro ballerini invadono il palco maneggiando enormi chiavi che danno libertà hai prigionieri, gli animi cominciano a scaldarsi e le urla si fanno assordanti, poi eccolo, la sua testa di ricci compare e… siamo dentro. Che dire, sono due ore di concerto da urlo, in tutti i sensi, canti, ti sgoli fino a quanto fiato ti resta nei polmoni prima di riprendere aria ed urlare di nuovo, l’occhio sempre attento su quel palco per non perderti nulla di ciò che succede e di cose, ne succedono tante in questo tour. La scaletta della prima parte segue la track list dell’album, tutti i pezzi non ci stavano ma sono tutti nello stesso ordine e questo ha senso quando si vuole raccontare una storia e “Prisoner 709” lo è. Un racconto della vita non tanto all’interno di un carcere reale ma dedicato alla prigionia della mente. Album bello e molto interessante che racconta più Michele che Caparezza.

Dicevamo, luci blu e partiamo con “Prosopagnosia”, Caparezza che inizia a cantare all’interno di un gonfiabile trasparente, seguita a ruota dal pezzo che sa di metallo e che da il titolo all’album “Prisoner 709”. Il tempo di raccontarci le emozioni della serata e un lavatrice alata entra sul palco per il nostro “Confusianesimo” e così ci puliamo la coscienza adorando il santone che fa lo spettacolo per noi. Si continua poi con “Una chiave”, ultimo singolo estratto dall’album, seguita da “Ti fa stare bene”, il primo singolo dell’album, giganteschi palloni lanciati verso il pubblico rimbalzavano ovunque, i ballerini sul palco che danno vigore a questo senso di libertà per fare, appunto, ciò che si fa stare bene. “Migliora la tua memoria con un click” è il pezzo successivo che termina con un monologo dell’artista alla sua Acufene che non lo lascia in pace con un “Larsen” continuo. “L’uomo che premette”, l’intro di “Minimoog” su “Autoipnotica” e “Prosopagno sia!” chiudono la prima parte. Questa prima parte ha caratterizzato anche una cosa, Caparezza non si è mai rivolto direttamente al pubblico ma ha fatto scene e recite, in un’intervista infatti ha detto – “Volevo trasmettere un’idea di prigionia e libertà, rendere il pubblico prima prigioniero e poi libero”.

La seconda parte si apre con un paio di labbra giganti sul palco e le voci di sottofondo di Caparezza e Diego che cercano la strada per essere “Fuori dal tunnel”, da questo punto in poi il contatto con il pubblico è più marcato, cerca i suoi fans che lo acclamano a gran voce, scambia continue battute tra una canzone e l’altra, ci presenta i componenti della band uno per uno e li ringranzia per essergli stato vicino nei momenti difficili. Nei suoi ultimi tre anni sono cambiate tante cose che lo hanno obbligato a fare nuove scelte. Si continua con l’energia di “Legalize the Premier”, il teatrino con Diego dal ponte rialzato sul palco per dare l’inizio a “Non me lo posso permettere”, “Jodellavitanonhocapitouncazzo” e la ruota da criceto di “Goodbye Malinconia”. L’ingresso di un gigantesco libro pop-up fa partire “China Town” e Michele che gira le pagine raccontandoci il suo viggio. Tutti vestiti da Apicoltori per lo sterminio di api che sta avvenendo per “La fine di Gaia”, “Vieni a ballare in Puglia” e “Mica Van Gogh” concludono questa seconda parte.

Pausa, prendiamo fiato per un ultimo sforzo, il colore dominante del palco è il rosso, entra l’astronauta Caparezza con la sua “Avrai ragione tu”, poi ci racconta che “Vengo dalla luna”. A questo punto un momento di pausa e si racconta, fa i ringraziamenti a tutti, operatori dietro le quinte, chi al mixer e alle luci i service, poi si rivolge al pubblico parlando direttamente con le persone, ad un ragazzo dice che lo ha riconosciuto anche in altre date del tour e gli chiede di passargli il cartello che tiene sempre sulla testa nel quale c’è scritto “Micky guardami”, cosa che Caparezza stesso trova un pò inquietante.
Parla della suo carattere e della sua inquietudine, si confessa “Se avessimo seguito altre strade, altre possibilità, ci saremmo potuti trovare in altre situazioni: io, per esempio, sono curioso e se avessi assecondato quella caratteristica sarei potuto diventare uno scrittore, un professore o un ricercatore. Fuori dal palco sono timidissimo, a scuola i professori pensavano fossi l’armadietto: se avessi seguito quell’indole, oggi lavorerei dietro le quinte. E soprattutto ho un’anima dannatamente inquieta: se avessi seguito soltanto quella, oggi sarei il più bravo serial killer in circolazione. Tutto accade per caso!”
Breve scambio del pubblico anche con Diego e i musicisti e si chiude lo show con la possente e granitica “Abiura di me”.

Finito, si accedono le luci, in sottfondo c’è “Sogno di Potere” come è successo anche a Bologna, si sono fermati tutti sul palco a salutare il pubblico, scambiare saluti, foto e strette di mano. Pubblico molto partecipe, come del resto ad ogni suo concerto, anche sulle tribune ho visto parecchio movimento di mani con salti e urla.
Lo tornerò a vedere? Sempre! Tornerei a vedere un’altra tappa di questo tour? Sì.

ROBERTO BECCARI
Photoset by NINO SAETTI
 
Credits: si ringrazia Studio’s Online per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

Set List

  • Prisoner 709 Concept Live (intro)
  • Prosopagnosia
  • Prisoner 709
  • Confusianesimo
  • Una chiave
  • Ti fa stare bene
  • Migliora la tua memoria con un click
  • Larsen
  • L’uomo che premette
  • Minimoog (Solo Intro) / Autoipnotica
  • Prosopagno sia!
  • Fuori dal tunnel
  • Legalize the Premier
  • Non me lo posso permettere
  • Jodellavitanonhocapitouncazzo
  • Goodbye Malinconia
  • China Town
  • La fine di Gaia
  • Vieni a ballare in Puglia
  • Mica Van Gogh

Encore

  • Avrai ragione tu (ritratto)
  • Vengo dalla luna
  • Abiura di me
  • Sogno di potere (Outro e saluti)

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