BOBO RONDELLI “Giù la maschera” @ Officina Jungle, Prato 12-9-2020
Roberto Rondelli, cantautore, poeta, attore e performer, nasce il 18 marzo 1963 a Livorno, città che ispira da sempre la sua carriera artistica. Fin dagli inizi si cimenta nelle cover band dando vita al trio Les Bijoux, per poi formare gli Ottavo Padiglione (reparto di psichiatria dell’ospedale civile di Livorno), band che riscuote un discreto successo anche al di fuori della Toscana soprattutto grazie ai testi di Rondelli, introspettivi ed ironici, specchio di una cultura, quella toscana, che racchiude un modo di essere, cinico e spassionato. Il risultato è il singolo intitolato Ho Picchiato La Testa, prodotto da Pirelli, che impazza nelle radio e vende ben 30.000 copie. La vita artistica degli Ottavo Padiglione prosegue con una serie di dischi pubblicati da major fino al 1999-2000, quando la band si scioglie e Bobo inizia la sua carriera solista. Nel 2001, infatti, viene pubblicato Figli del nulla, un disco che esprime tutta la personalità di Bobo, seguito un anno dopo da Disperati intellettuali ubriaconi, prodotto e arrangiato da Stefano Bollani. Per la critica specializzata si tratta di un autentico successo. Molti giornali, fra i quali Il Corriere della Sera e La Repubblica, ne parlano con toni lodevoli ed è così che Bobo Rondelli vince, nel 2001, il Premio Ciampi per il miglior arrangiamento. Negli anni successivi esce un best of degli Ottavo Padiglione e si dà alle colonne sonore di film quali Sud Side Stori di Roberta Torre di cui è il protagonista, e Andata e Ritorno di Alessandro Paci. Seguirà un periodo di silenzio terminato nel 2009, anno della pubblicazione di Per Amor Del Cielo prodotto da Filippo Gatti, album che contiene nove brani caratterizzati dall’intimismo di una persona che ha fatto della riflessione uno stile di vita. Risale a maggio 2009 anche il road-movie L’uomo che aveva picchiato la testa che il regista Paolo Virzì dedica a Bobo, che ne è attore protagonista, recentemente pubblicato in DVD da POPOLI DOC, la collana del Festival dei Popoli.
Dopo una lunga stagione concertistica tra teatri e piazze, nell’ottobre 2011 esce L’ora dell’ormai, che contiene dodici brani e una poesia del poeta meneghino Franco Loi. Nel marzo 2013 Bobo registra A Famous Local Singer, album di respiro internazionale nato dall’incontro con la brass band l’Orchestrino, prodotto da Patrick Dillett (già a lavoro con David Byrne, They Might Be Giants, Soul Coughing, Lounge Lizards, Bebel Gilberto, Notorious B.I.G., Mariah Carey, Queen Latifah, Brian Eno, Angelique Kidjo), uscito in Italia a inizio giugno dello stesso anno per Ponderosa Music&Art. Il 2014 vede la consacrazione mediatica di Bobo con partecipazioni prestigiose a show televisivi e radiofonici, compresa un’intensa e incessabile attività live. Nel 2015 esce il disco “Come i Carnevali” per Picicca dischi e seguirà un lungo e continuo tour in italia e all’estero. Il labronico Bobo Rondelli cavalca l’onda del suo momento magico, che lo ha da poco portato ad esibirsi nella Grande Mela e in un’applauditissima performance sul palco del Premio Tenco, annuncia l’uscita di un album tributo a Piero Ciampi. Coronamento di una serie di spettacoli che Bobo sta portando a giro da un po’ di tempo dal nome “Ciampi ve lo faccio vedere io”, il giorno 19 dicembre questo nuovo lavoro uscirà come allegato al quotidiano il Tirreno e vedrà ufficialmente la luce a inizio 2016. Il disco è stato registrato live il 19 novembre scorso presso il Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno all’interno del Premio Ciampi Città di Livorno 2015.
Personalmente ho partecipato a diversi concerti, o meglio performance, di Bobo Rondelli; ogni volta è una prima volta, ogni volta stupisce, perché in fondo non hai mai la benché minima idea di cosa possa tirar fuori dal cilindro! La sua voce è una certezza, calda, suadente, drammaticamente romantica. Lui, ironico e autoironico, leggero ma mai superficiale. Il tributo a De Andrè con la “Canzone dell’Amor Perduto” è struggente e appassionato. “Gigi Balla” è, almeno per me, uno strazio; il contrasto fra la musica fintamente “allegra” ma profondamente nostalgica e il testo che richiama la superficialità della gente che non vede il dolore dell’Orso che balla. (Orso realmente esistito!). Oltre due ore di musica, emozioni a fior di pelle che Bobo con la sua sensibilità trasmette con eleganza e delicatezza, salvo poi concludere lo spettacolo rimanendo letteralmente in mutande! Concludo con un briciolo di delusione, perché avrei ascoltato volentieri qualcosa del nuovo Album. Attendiamo con ansia.
Manuela Di Caterino
Credits: si ringrazia Officina Jungle per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
“La sua copertura da impiegata ormai è saltata: Manuela Di Caterino è una rockettara eclettica e onnivora, scrittrice introspettiva, cinofila sfegatata e bassista in erba. Si è sperimentata da poco con la critica musicale imponendosi una sola regola: sentire e suscitare emozioni.”