BENJAMIN CLEMENTINE & HIS PARISIAN STRING QUINTET – Live @ Teatro Celebrazioni, …
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Arriva quindi il momento tanto atteso, dopo l’entrata in scena del His Persian String Quintet, sale in scena Benjamin Clementine, cantante dalla voce tenorile, di grande espressività, pianista e multistrumentista, songwriter e poeta, ghanese di origine e cantante di strada, come ricorda su God save the jungle discorrendo di migranti sul tappeto di archi del bravissimo Quintet che lo accompagna. Scalzo ed elegantissimo, il suo brand lo rende immediatamente riconoscibile e dovrebbe essere un esempio per molti musicisti per vogliono ritagliarsi uno spazio nel mondo musicale. Una setlist che si fonda, con ben 8 pezzi estratti, in gran parte sul suo primo album “At Least for Now“, giunto nella Top 10 di iTunes in Italia, Olanda, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Polonia e Grecia e vincitore del prestigioso Mercury Prize. Solo 4 le tracce estratte dal secondo album “I Tell a fly” del 2017, ma il concerto è di un livello meraviglioso ed incanta il pubblico per la straordinaria empatia che emana Clementine, spettacolare nell’esibizione di una rovente Condolence, in cui coinvolge tutto il pubblico.
“Quando penso a me stesso penso ad un Alieno. Sono un vagabondo. Nella maggior parte dei posti dove sono stato sono sempre stato il diverso. Per questo ho iniziato a pensare alla storia di una coppia di uccellini, innamorati: uno ha paura di andare avanti e l’altro si sta assumendo il rischio di vedere cosa accadrà”. (Benjamin Clementine presentando I tell a fly)
Empatia e simpatia, che esplode su I won’t complain, dove introduce nel testo Bologna, dai tortellini alle torri, variando perfino sulla Coppa Italia e rimanendo interdetto di fronte la perplessità del pubblico, ovviamente poco interessato ad una partita fra Bergamo e Roma, le risate ed il clima surreale creato sono state impagabili, così come Benjamin che si distende sul palco in chiusura del pezzo. Un setlist che si conclude con una lunga Adios, con Clementine che passeggia per tutta la platea coinvolgendo il pubblico a cantare con lui. Un encore liturgico è la chiusura di un concerto di estrema bellezza, dove rimane memorabile la Phantom of Aleppoville ed una eterna Farewell Sonata che potrebbe proseguire ancora a lungo. Un concerto dove la voce calda e lussureggiante di Benjamin si fonde alla perfezione con gli archi portati sul palco e l’anima calda che lo ispira, con una trama che fonde classico e soul in una mistura unica e di impagabile meraviglia.
MAURIZIO DONINI
Photoset by NINO SAETTI
Credits: si ringrazia Teatro Celebrazioni e Live Nation per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Winston Churchill’s boy
God save the jungle
Condolence
London
I won’t complain
The people and I
Nemesis
Cornerstone
Gone
Adios
Encore:
Better sorry than a safe
Phantom of Aleppoville
Farewell sonata
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.