APPINO – lIVE @ ROCKKERETO 2015 (rOVERETO sulla Secchia MO 5-9-2015)
by tuttorock
11 Settembre 2015
0
Shares
IL TESTAMENTO DI APPINO A ROCKKERETO 2015
Metti una sera di inizio settembre dal clima meteorologico un po’ incerto. Una semi-tempesta pomeridiana sembrava minare le esibizioni degli artisti di quel Festival tutto particolare che è Rockkereto, festa musicale nata sulle ceneri degli eventi sismici del 29 maggio che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel 2012. Metti che il Sole decida di essere clemente e che una dolce frescura avvolga la serata consentendo agli artisti di susseguirsi sul palco. Metti che alle 23.30, salga on-the stage lui. L’ospite per eccellenza, il più atteso dell’evento: il cantante degli Zen Circus, Andrea Appino. Si, proprio lui.
Con quei suoi riccioli ribelli e la grinta unica che lo caratterizza, Appino saluta Rovereto sorridendo birichino. Toscano e arzillo come non mai, apre il live presentandoci i brani del suo cd inciso da solista dal titolo “Grande Raccordo Animale”. I primi due brani scorrono come una Vodka “rock’ n’ roll”, lisci e non corretti nonché capaci di mandare su di giri il pubblico.
Si susseguono: “Passaporto” (eseguita con chitarra acustica) che crea un molto estremamente intimista, “Buon Anno” (preceduta da alcune riflessioni di Appino sulla difficoltà a digerire gli auguri e/o tutte le formalità), “Che il lupo cattivo vegli su di te” (sano e puro rock che porta il pubblico a scatenarsi cantando in coro ogni parola), “Linea guida e generale” e “Galassia”, “Fuoco”, come il titolo stesso suggerisce, crea fiammate di calore nei fans emozionati e partecipi. Sarà che Rockkereto è gemellato con Woodstock, come recita il cartello ironico all’entrata, ma a Woodstock sembra di esserci davvero mentre Appino si scatena con la sua chitarra coinvolgendo anche il resto della sua band. Dopo una splendida premessa parte “Ulisse”, canzone intensa e quasi commovente per i suoi contenuti che riguardano la condizione di colui che deve lasciare il proprio paese non per scelta. Il migrante. Ed è qui che, il chitarrista che accompagna Appino, improvvisamente imbraccia un nuovo strumento, il “burzum” per aprire le danze a “Tropico del Cancro”. “Questo sarebbe il momento in cui noi usciamo e voi gridate fuori” annuncia Andrea al microfono con quel suo sardonico modo di fare. Incurante di tutto e tutti, ribelle come non mai continua a suonare senza pausa e ci regala “Il Testamento”, capolavoro coinvolgente e profondo che fa gridare i fans. “Rockstar”, brano lento e introspettivo, diventa invece un momento più intimo che precede il brano finale “La festa della liberazione”.
Metti una sera di inizio settembre dal clima meteorologico un po’ incerto. Una semi-tempesta pomeridiana sembrava minare le esibizioni degli artisti di quel Festival tutto particolare che è Rockkereto, festa musicale nata sulle ceneri degli eventi sismici del 29 maggio che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel 2012. Metti che il Sole decida di essere clemente e che una dolce frescura avvolga la serata consentendo agli artisti di susseguirsi sul palco. Metti che alle 23.30, salga on-the stage lui. L’ospite per eccellenza, il più atteso dell’evento: il cantante degli Zen Circus, Andrea Appino. Si, proprio lui.
Con quei suoi riccioli ribelli e la grinta unica che lo caratterizza, Appino saluta Rovereto sorridendo birichino. Toscano e arzillo come non mai, apre il live presentandoci i brani del suo cd inciso da solista dal titolo “Grande Raccordo Animale”. I primi due brani scorrono come una Vodka “rock’ n’ roll”, lisci e non corretti nonché capaci di mandare su di giri il pubblico.
Si susseguono: “Passaporto” (eseguita con chitarra acustica) che crea un molto estremamente intimista, “Buon Anno” (preceduta da alcune riflessioni di Appino sulla difficoltà a digerire gli auguri e/o tutte le formalità), “Che il lupo cattivo vegli su di te” (sano e puro rock che porta il pubblico a scatenarsi cantando in coro ogni parola), “Linea guida e generale” e “Galassia”, “Fuoco”, come il titolo stesso suggerisce, crea fiammate di calore nei fans emozionati e partecipi. Sarà che Rockkereto è gemellato con Woodstock, come recita il cartello ironico all’entrata, ma a Woodstock sembra di esserci davvero mentre Appino si scatena con la sua chitarra coinvolgendo anche il resto della sua band. Dopo una splendida premessa parte “Ulisse”, canzone intensa e quasi commovente per i suoi contenuti che riguardano la condizione di colui che deve lasciare il proprio paese non per scelta. Il migrante. Ed è qui che, il chitarrista che accompagna Appino, improvvisamente imbraccia un nuovo strumento, il “burzum” per aprire le danze a “Tropico del Cancro”. “Questo sarebbe il momento in cui noi usciamo e voi gridate fuori” annuncia Andrea al microfono con quel suo sardonico modo di fare. Incurante di tutto e tutti, ribelle come non mai continua a suonare senza pausa e ci regala “Il Testamento”, capolavoro coinvolgente e profondo che fa gridare i fans. “Rockstar”, brano lento e introspettivo, diventa invece un momento più intimo che precede il brano finale “La festa della liberazione”.
Un concerto veramente rock’ n’ roll, un artista verace e “popolare”, che promuove la gente di periferia, che canta la verità in faccia. Un artista che non ha paura, un nuovo Edoardo Bennato, Una promessa per la musica italiana. Andrea Appino è un nome destinato a rimanere ed essere ricordato. Rock On.
DAFNE D’ANGELO
https://www.facebook.com/andreaappino
http://www.thezencircus.com