Una magia lunga un’eternità: “Pink Floyd: Live at Pompeii”
by tuttorock
5 Settembre 2015
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Ricetta per creare un’eterna magia di suoni e immagini. Munitevi dei seguenti ingredienti:
– Un bravo regista, con tanta fantasia e un pizzico di follia
– Una band visionaria e di grande talento
– Un città sprofondata nell’oblio di una catastrofe naturale e riscoperta in tutto il suo splendore
– Una chitarra, una batteria, un basso e un hammond
Mettete tutti gli ingredienti in un Anfiteatro, il più bello ci sia, quello di Pompei; spegnete la luce, accendete la luna e mescolate energicamente, avrete così: “Pink Floyd: Live at Pompeii” (1971)
Quaranta quattro anni dopo: 2015
Nel 2015 abbiamo riscoperto con grande entusiasmo il legame temporale che unisce Pompei e il mitico gruppo inglese dei Pink Floyd e, a distanza di oltre quarant’anni tutto questo si è rinnovato con una mostra fotografica, Live @ Pompei, il titolo dell’interessante evento espositivo che ha riunito per tutto il mese di luglio, una ricchissima selezione di fotografie tratte dall’omonimo film girato da Adrian Maben durante l’ormai mitica performance campana della band. Sono passati molti anni da quell’ottobre del 1971 ma il regista del leggendario concerto- documentario non ha perso la sua voglia di raccontare, così, ha deciso di ripercorrere quegli storici momenti attraverso diciotto foto inedite riprese dal set e firmate dal direttore della fotografia Jacques Boumendil. In esposizione anche 250 fotografie che hanno attraversato trasversalmente il film cult, altri scatti ancora da “Chit Chat with the Oysters“, un documentario più recente in cui viene riproposta una conversazione informale tra David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters e Richard Wright mentre mangiano ostriche durante la registrazione del leggendario album “The Dark Side of the Moon” negli studi londinesi di Abbey Road.
– Un bravo regista, con tanta fantasia e un pizzico di follia
– Una band visionaria e di grande talento
– Un città sprofondata nell’oblio di una catastrofe naturale e riscoperta in tutto il suo splendore
– Una chitarra, una batteria, un basso e un hammond
Mettete tutti gli ingredienti in un Anfiteatro, il più bello ci sia, quello di Pompei; spegnete la luce, accendete la luna e mescolate energicamente, avrete così: “Pink Floyd: Live at Pompeii” (1971)
Quaranta quattro anni dopo: 2015
Nel 2015 abbiamo riscoperto con grande entusiasmo il legame temporale che unisce Pompei e il mitico gruppo inglese dei Pink Floyd e, a distanza di oltre quarant’anni tutto questo si è rinnovato con una mostra fotografica, Live @ Pompei, il titolo dell’interessante evento espositivo che ha riunito per tutto il mese di luglio, una ricchissima selezione di fotografie tratte dall’omonimo film girato da Adrian Maben durante l’ormai mitica performance campana della band. Sono passati molti anni da quell’ottobre del 1971 ma il regista del leggendario concerto- documentario non ha perso la sua voglia di raccontare, così, ha deciso di ripercorrere quegli storici momenti attraverso diciotto foto inedite riprese dal set e firmate dal direttore della fotografia Jacques Boumendil. In esposizione anche 250 fotografie che hanno attraversato trasversalmente il film cult, altri scatti ancora da “Chit Chat with the Oysters“, un documentario più recente in cui viene riproposta una conversazione informale tra David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters e Richard Wright mentre mangiano ostriche durante la registrazione del leggendario album “The Dark Side of the Moon” negli studi londinesi di Abbey Road.
In mostra abbiamo potuto anche ammirare una cinquantina di foto, a colori e in bianco e nero, sugli scavi della Pompei dei nostri giorni, un omaggio che il regista scozzese Maben ha voluto fare alla città che gli ha consegnato la cittadinanza onoraria.
Il documentarista rock ha affermato: “sono onorato di ricevere la cittadinanza di Pompei – racconta il regista scozzese che da ragazzo frequentò il Centro sperimentale di cinematografia a Roma per poi approdare un giorno all’Anfiteatro di Pompei, smarrire il portagli al tramonto e avere l’intuizione del concerto nell’arena deserta – questa città mi ha dato tanto e con questa mostra voglio ringraziarla: nell’ultima sala espongo solo foto degli scavi. Voglio mettere in risalto l’enorme lavoro che sta affrontando la Soprintendenza per il sito archeologico. Negli scatti si vede tutto il lavoro di restauro e i problemi di un sito così grande continuamente esposto alle intemperie e al passare del tempo”.
L’esposizione, è stata promossa dal Comune di Pompei con la mostra “Rock!” allestita al Pan di Napoli e The Lunatics, l’associazione culturale dei fedeli collezionisti della band, l’evento ha riscosso nel suo insieme un grande successo e, dopo Pompei, Maben vuole portare la mostra in giro per l’Italia per poi esporla a Parigi…
(Fine Prima Parte)
MAURIZIO DENTE
Il documentarista rock ha affermato: “sono onorato di ricevere la cittadinanza di Pompei – racconta il regista scozzese che da ragazzo frequentò il Centro sperimentale di cinematografia a Roma per poi approdare un giorno all’Anfiteatro di Pompei, smarrire il portagli al tramonto e avere l’intuizione del concerto nell’arena deserta – questa città mi ha dato tanto e con questa mostra voglio ringraziarla: nell’ultima sala espongo solo foto degli scavi. Voglio mettere in risalto l’enorme lavoro che sta affrontando la Soprintendenza per il sito archeologico. Negli scatti si vede tutto il lavoro di restauro e i problemi di un sito così grande continuamente esposto alle intemperie e al passare del tempo”.
L’esposizione, è stata promossa dal Comune di Pompei con la mostra “Rock!” allestita al Pan di Napoli e The Lunatics, l’associazione culturale dei fedeli collezionisti della band, l’evento ha riscosso nel suo insieme un grande successo e, dopo Pompei, Maben vuole portare la mostra in giro per l’Italia per poi esporla a Parigi…
(Fine Prima Parte)
MAURIZIO DENTE