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STORIES – BOB MARLEY e PINO DANIELE assieme a Milano il 27-6-1980

STORIES – BOB MARLEY e PINO DANIELE assieme a Milano il 27-6-1980

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Il 27 giugno 1980 è una data che di sicuro 100.000 italiani non dimenticheranno. Ebbene fu l’unico giorno in cui Bob Marley musicista nero giamaicano, eroe per milioni di persone l’ autore di canzoni che parlano di sofferenza e salvezza, che era riuscito a rendere popolare il reggae e a comunicare con un pubblico di massa, condivise un palco italiano con un altro eroe della scena musicale dell’epoca: Pino Daniele, il manifesto del blues italiano e internazione, che con un sorriso osiamo dire “nero a metà.”

Quel giorno il re del reggae si esibì col suo storico gruppo i Wailers di fronte a una marea di spettatori giunti da tutta Italia, in una delle sue perfomance migliori. Già alle 16.00, nonostante il caldo soffocante, con prato era già gremito di gente, iniziò puntuale, il poco conosciuto all’epoca, Roberto Ciotti, bluesman di Garbatella, proponendo i suoi freschi ed eccellenti album Supergasoline Blues e Bluesman. Ciotti sarà ricordato per le sue successive collaborazioni sonore per le pellicole di Gabriele Salvatores. Seguì al Ciotti un orgoglio della musica italiana. Big Pino, o Black Pino chissà come probabilmente l’avrebbero nominato nel Mississippi, la terra da cui proveniva la sua sacra musica, per noi semplicemente Pino Daniele. Il giovane artista all’epoca contava all’attivo solo tre album di cui l’ultimo “Nero a metà”, che gli stava spianando la strada del successo. E fu così, i 100.000 andati lì per Bob Marley, si trovarono a cantare in coro Nun me scoccià, A me me piace ‘o blues e Je so’ pazzo, capolavori di quel giovane artista che, in pochi anni già stava rivoluzionando la struttura della musica partenopea, così diverso sia dai cantautori impegnati degli anni Settanta che dai venduti cantanti sanremesi. Dopo ovviamente seguì il protagonista di quell’evento, il profeta giamaicano che tutti aspettavano iniziò a musicare le proprie preghiere di pace: Marley Chant, Zion Train, No Woman, No Cry, Jammin’, Exodus…

La particolarità dell’immenso Bob Marley è che è stato l’unico artista del suo genere a diventare una vera e propria star. Una rockstar nera, con i dread, che non parla di sesso droga ed eccessi come altri del suo tempo, ma di pace nel mondo, di bene comune, di salvaguardare il pianeta, di volersi tutti un po’ più bene. Solo un anno dopo, l’11 maggio 1981 Bob Marley termina il suo viaggio sulla Terra, per un’unghia, una maledetta unghia in una vita vissuta per la musica per passione per il calcio, la superstizione e la scelta di non intervenire drasticamente su quell’alluce che poi sarebbe risultato drasticamente decisivo nella malattia che se l’ha condotto nel paradiso della musica. Quarant’anni dopo quel leggendario concerto due dei suoi massimi protagonisti non sono più tra noi, ma la loro musica continua a vivere attraverso i nostri ricordi e i loro dischi. A questo punto non possiamo che consolarci pensando che “il meglio deve ancora venire”…

LEONARDO DeLARGE