MommyMetalStories-RAMONES
Dee Dee Ramone un giorno disse: “La vera spinta è l’aggressività, dev’essere autentica, altrimenti il risultato fa schifo di sicuro. Lo show business non può creare le rock band a tavolino. Non funziona così”.
Ho iniziato questo nuovo viaggio della Mommy Metal Stories con questa frase perché credo racchiuda l’essenza dei Ramones, la band di cui parlerò oggi; come le altre volte cercherò di parlare solo della musica, nessun accenno ad altri fatti fuorvianti.
Solo la musica.
I Ramones sono stati uno dei gruppi più rivoluzionari della storia del rock, gli unici, ad esempio, ad assicurarsi un album tributo dal titolo “We’re a Happy Family” pubblicato nel 2003 in cui cantano gli U2, i Red Hot Chili Peppers, i Green Day, i Kiss, The Pretenders, Marilyn Manson, Eddie Vedder… Perché i Ramones mettono tutti d’accordo!
Nascono nel 1974 nel quartiere Forest Hills di New York e sono John Cummings alla chitarra, Doug Colvin al basso e Jeffry Hyman alla batteria. Questa formazione, però, viene sconvolta quasi subito: Jeffry diventa il cantante e Tamàs Erdélyi, fino ad allora ingegnere del suono, diventa il batterista. Non paga di ciò la band adotta il “cognome” Ramone per tutti: Colvin diventa Dee Dee Ramone, Hyman: Joey Ramone, Cummings sarà Johnny Ramone ed Erdélyi invece,Tommy Ramone.
Come se fossero tutti fratelli, Ramone in omaggio a Paul Ramon, uno pseudonimo che Paul McCartney aveva utilizzato su un album di Steve Miller.
I Ramones iniziano ad esibirsi e a farsi conoscere pian piano, sino a quando non diventano una delle band del club CBGB Manhattan, qui debuttano il 16 agosto 1974 e si fanno letteralmente le ossa cantando dal vivo, approntando le loro esibizioni e affinandole fino ad ottenere anche quell’immagine iconica che tutti conosciamo: capelli arruffati, giacche di pelle nera, t-shirts aderenti, jeans strappati e scarpe da tennis.
Le canzoni dei quattro sono caratterizzate da pochi accordi, da una chitarra distorta, da una ritmica pulsante, niente fronzoli da aggiungere, solo la voce, particolarissima, di Joey Ramone.
Nel 1976 incidono l’omonimo album di debutto in cui gran parte delle canzoni sono scritte da Dee Dee, come Blitzkrieg Bop, Now I Wanna Sniff Some Glue e Judy Is a Punk. E qui inizia davvero la storia: il disco dura 30 minuti ed è un esordio fenomenale, che lascia senza parole il pubblico e la critica di quegli anni.
Essenziale, semplice, unico.
I brani sono orecchiabili, spontanei, ribelli, comunicativi, unica regola: divertirsi e far divertire. Sono canzoni che parlano di quotidianità, di una società impazzita che va sempre di fretta e la musica deve interagire con questa società, immergersi, partecipare, ma anche spiazzarla divertendosi.
Il 4 luglio del 1976 si esibiscono al Roundhouse di Londra, fu una consacrazione! Dopo quell’esibizione niente fu come prima, i Ramones vennero associati alla nascita del punk, visti come loro precursori; erano beffardi, scanzonati come per certi versi è il punk, ma non per questo il loro percorso è “solo punk”. Loro non erano inquieti come i Sex Pistols, né tanto impegnati nella sfera sociale come i The Clash, loro attingevano dal rock’n’roll degli anni 50, a volte anche dal surf. Alle inquietudini giovanili e dell’esistenza si opponevano con la musica, come se fosse l’unica energia positiva; certo fanno parte della generazione punk, ma non basta per essere “catalogati” solo come punk, anche perché i Ramones cominciarono ad esibirsi due anni prima dell’affermazione di questo genere e anche perché, a differenza della quasi totalità dei gruppi nati intorno al 1977, continuarono per molto più tempo e si distinsero per aver dato nuova linfa all’energia originaria del rock’n’roll.
In quell’anno pubblicano Leave Home in cui troviamo Pinhead che ha reso immortale il tormentone della band Gabba, Gabba, hey! Ma anche I remember You, Gimme Gimme Shock Treatment e anche tutte le altre sarebbero da ricordare.
Nello stesso anno esce Rocket to Russia che contiene brani come Teenage Lobotomy, Rockaway Beach e Sheena is a Punk Rocker, quest’ultimo uno dei loro brani-manifesto: divertente, funambolico e irriverente quanto basta per ascriverlo nella storia dei Ramones.
Nel 1978 Tommy è stanco del tour, ma resta come produttore del gruppo; il suo successore è Marc Steven Bell, ribattezzato Marky Ramone che debutta in Road to Ruin del 1978 album dove troviamo I Wanna Be Sedated, I Don’t Want You, Bad Brain… Al 1979 risale It’s Alive, per una band che ha sempre puntato molto sulla dimensione live e sul contatto con i fan è un’altra consacrazione; nello stesso anno compaiono nel film Rock’n’Roll High School.
Nel 1980 la band incontra il produttore Phil Spector e con lui incide End of The Century omaggio agli anni 50 e 60, qui canzoni come Do You Remember Rock’n’Roll Radio? e Baby I Love You sfidano veramente le convenzioni del genere punk.
Pleasant Dreams del 1981 strizza l’occhio al pop con We Want the Air Waves, The KKK Took My Baby Away e la dolce 7-11.
Nel 1983 al posto di Marky Ramone troviamo Richard Reihardt che diventerà Richie Ramone.
Del 1984: Too Tough To Die, tre titoli su tutti Daytime Dilemma, Howling At The Moon (Sha-La-La) e Chasing The Night; nel 1986 pubblicano Animal Boy: She Belongs To Me, My Brain Is Hanging Upside Down (Bonzo Goes to Bitburg) e Something To Believe in pole; dopo questo album Richie lascia il gruppo.
Arriviamo al 1987 con Halfway To Sanity dove rientra Marky, brani come I Wanna Live e la ballata Bye Bye Baby impreziosiscono questo lavoro.
I nostri sono instancabili gli album continuano ad arrivare uno dietro l’altro, infatti nel 1989 è la volta di Brain Drain, il loro decimo album, dove spiccano Merry Christmas (I Don’t Want To Fight Tonight) e Pet Semetary, altra pietra miliare della produzione Ramones; in fase di produzione Dee Dee lascia per intraprendere la carriera solista, ma continua a scrivere per il gruppo. Il suo sostituto è Chris Ward per tutti C.J. Ramone.
Con questo nuovo cambio di formazione pubblicano Mondo Bizarro nel 1992, rispetto agli ultimi lavori si mostrano in forma smagliante, bellissime qui Poison Heart, Tomorrow She Goes Away, Touring.
Subito dopo compaiono in versione cartoon nei Simpson in un episodio divertentissimo.
Nel 1994 pubblicano Acid Eaters, album di cover degli anni 60 con tracce di Bob Dylan, Eric Burdon, Jefferson Airplane, Creedence Clearwater Revival, Rolling Stones, Who, Brian Wilson.
Adios Amigos del 1995 è l’album che annuncia il ritiro dalle scene della band, si apre con una cover I Don’t Wanna Grow Up che suona come una sorta di protesta, la protesta di chi non vuol crescere, di chi non si rassegna ad essere serio e non solo divertente. Da evidenziare anche I Love You e Got Alot to Say. Le ultime date sono quelle del Lollapalooza Festival, l’ultima è dell’agosto 1996, pubblicata come We’re Outta Here!
Oltre il ritorno di Dee Dee, l’album vede la partecipazione di ospiti come Lemmy dei Motorhead, con cui suonano R.A.M.O.N.E.S.
Cala il sipario.
Gli anni che seguono sono tristi:
il 15 aprile 2001, ad un mese circa dal suo compleanno, dopo una lunga battaglia contro un tumore al sistema linfatico, si spegne Joey Ramone. L’anima dei Ramones lascia un testamento spirituale con l’album da solista Don’t Worry About Me dove il capolavoro di Louis Armstrong, What a Wonderful World, si veste di luce nuova, ed è coraggiosa e piena d’amore per la vita. Invece Dee Dee, autore di molti brani del gruppo, eccentrico ma con una personalità debole muore nel 2002, la sua battaglia con una delle sue “bestie” lo sconfigge a cinquant’anni.
II 15 settembre 2004 muore Johnny Ramone, a causa di un tumore alla prostata, lui era il paciere, aveva un carattere forte e un gran senso della disciplina, era lui che “aggiustava” le fila degli animi di tutti.
Dopo dieci anni, nel 2014, viene a mancare Tommy Ramone il batterista della formazione originaria, per una neoplasia maligna dell’albero biliare, aveva 62 anni..
Marky Ramone continua a girare il mondo.
Chiudo questo viaggio sui Ramones con una frase di Tommy: “Abbiamo trasportato il suono del rock in un mondo psicotico e lo abbiamo concentrato in una sottile linea di energia. In un’epoca di rock progressivo, con le sue complessità e i suoi contrappunti, noi avevamo una prospettiva di non-musicalità e di intelligenza che prendeva il sopravvento sull’abilità musicale“.
E credo non ci sia nient’altro da aggiungere se non… Hey ho, let’s go!
A cura di Monica Atzei
Insegnante, classe 1975, medioevista ed immersa nella musica sin da bambina. Si occupa per Tuttorock soprattutto di interviste, sue le rubriche "MommyMetalStories" e "Tuttorock_HappyBirthday". Scrive per altri magazine e blog; collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.