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MommyMetalStories-ANTHRAX

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La Mommy Metal Stories di oggi parlerà degli Anthrax che si sono saldamente affermati insieme ai Metallica, ai Megadeth e agli Slayer come Big Four del genere thrash. Ma alle parti vocali urlanti di rigore e agli assoli istrionici, loro hanno aggiunto anche l’umorismo che li distingue sostanzialmente da qualsiasi altro gruppo thrash.
La band nasce nel 1981, a New York, da due compagni di classe, i chitarristi Scott Ian e Dan Lilker, a cui presto si aggiunse il cantante John Connelly; la formazione si completò con l’arrivo del batterista Dave Weiss e del bassista Kenny Kushner.
Il cantante abbandonò la band poco dopo, Kushner fu ben presto sostituito da Paul Kahn, ma anche lui decise di non rimanere, così Lilker iniziò a suonare il basso e chiamò il chitarrista Greg Walls. Come sostituto di Connelly fu scelto Dirk Kennedy, che abbandonò quasi subito, al suo posto subentrò Jason Rosenfeld, fratello di Scott Ian. La prima formazione fu completata dall’arrivo del batterista Greg D’Angelo, che sostituì Weiss.
Diciamo che la formazione fu abbastanza ballerina inizialmente…!
Nel 1982 la band incide la prima demo e poi fu messa sotto contratto dalla Megaforce Records.
L’ album di debutto intitolato Fistful of Metal vede la luce nel 1984 e la formazione era così composta: il chitarrista Scott Ian, il bassista Dan Lilker, il batterista Charlie Benante, il chitarrista Dan Spitz e il cantante Neil Turbin.
Il primo album ci presenta un heavy metal grezzo e primordiale ed è considerato, insieme ai debutti dei Metallica e degli Slayer, tra i dischi che hanno segnato la nascita del thrash. Infatti, brani come Deathrider, Panic e Soldiers of Metal ne sono una chiara dimostrazione.
Dopo una breve permanenza del cantante Matt Fallon, pubblicano nel 1985 il magnifico Spreading the Disease che fa conoscere la voce di Joey Belladonna e abbiamo anche un’altra sorpresa, al basso troviamo Frank Bello, nipote del batterista Charlie. In questo lavoro tutti i pezzi sono di grande impatto e probabilmente i migliori sono Madhouse, Armed and Dangerous, Gung-Ho, da evidenziare voce e batteria veramente importanti e portanti.
Among the Living del 1987 li ha resi una thrash band molto apprezzata anche per le loro peculiarità: i calzoncini corti, i riferimenti ai fumetti, come I Am the Law ispirata a Judge Dredd, gli inni ironici come Caught In A Mosh che hanno incontrato gli apprezzamenti anche di persone che non compravano album metal in generale.
Da non dimenticare che l’album viene pubblicato nello stesso anno in cui uscirono: …And Justice For All dei Metallica, The Legacy dei Testament e Reign In Blood degli Slayer… Mica bruscolini! L’album è carico, energico, libero, potente e dalle composizioni veloci, è un capolavoro e le sezioni ritmiche sono l’ideale per la voce di Joey che ci regala un virtuosismo dietro l’altro.
Nel 1988 ecco il quarto album, State of Euphoria, devastante! Un album thrash tra i più potenti, qui le melodie son più ricercate e i temi trattati sono anche di denuncia sociale. Out of Sight, Out of Mind è il sound Anthrax per eccellenza; Who Cares Wins è tecnica, martellante, persistente, eccezionale; Schism potente e tirata.
Nel 1990 danno alle stampe Persticence of Time, altro successo con dei testi che diventano più seri. Viene lasciata un po’ in disparte la scena divertente, i testi a tratti sono anche più irruenti; tutti i componenti apportano qualcosa di diverso: Joey abbassa i toni, ma non sono meno belli; le chitarre si sfidano a vicenda e Ian e Spitz sono entrambi vincitori; il basso di Frank regge l’impalcatura e Charlie alla batteria non si risparmia; vengono trattati temi anche come l’odio e il pregiudizio. Nell’album troviamo anche una cover del pezzo new-wave di Joe Jackson, Got the Time, che testimonia la loro continua propensione a sfidare le aspettative, ma non scordiamo Blood, Keep It in The Family e One Man Stands.
Dopo questo disco Joey Belladonna lascia il gruppo per intraprendere una carriera solista e viene sostituito da John Bush.
Con lui gli Anthrax pubblicano l’ottimo Sound of White Noise nel 1993, che vanta l’orchestrazione del compositore di Twin Peaks, Angelo Badalamenti. Questo nuovo lavoro sembra quasi uno spartiacque tra quello che erano stati negli anni ‘80 e le nuove influenze degli anni ’90, troviamo nuove sonorità e questo non fu capito appieno dai fan, ma c’era ancora tutto degli Anthrax: i riff serrati delle chitarre, la batteria martellante, il basso che sorregge e la voce di John carismatica quanto lui. Potters Field, Invisible ad esempio sono pezzi thrash al fulmicotone e se gli altri sembrano più virare sull’heavy metal non importa, l’album in complesso è compatto e trascinante.
A questo punto lascia la band Dan Spitz.
Nel 1995 pubblicano Stomp 442 e Benante si inventa pure chitarrista, coadiuvato da Paul Crook e Dimebag Darrell; il disco presenta all’interno una varietà di stili, si cambia spesso registro e il disco viene visto quasi come un flop. Buone prove Fueled, King Size e Riding Shotgun; d’ora in poi Dimebag suonerà nei dischi della band fino alla sua scomparsa, questo a dimostrazione dell’amicizia e della stima profonda che univa i ragazzi.
Stanno per terminare gli anni ’90 e i nostri pubblicano nel 1998 il disco Volume 8: The Threat is Real, anche qui troviamo Paul Crook e Dimebag come chitarristi e nel brano Killing Box la voce di Phil Anselmo; in questo lavoro il thrash è stato quasi del tutto abbandonato. Infatti né i fan della prima ora, né gli addetti ai lavori furono tanto teneri con la band. Sicuramente da apprezzare Killing Box e Chush dove Benante non si risparmia.
Nel 2003 nel nuovo We’ve Come for You All, arriva Rob Caggiano alla chitarra solista, anche questo lavoro si avvale ancora di Dimebag e, stavolta, della voce di Roger Daltrey dei The Who in Taking The Music Back. Riuscite What Doesn’t Die, in cui la precisione di Benante e Ian è da manuale e Cadillac Rock Box in cui Dimebag trascina la band.
Nel 2004 il bassista Frank Bello lascia la band.
Il 13 settembre 2011 ecco Worship Music che vede il ritorno di Joey Belladonna alla voce, decimo album per la band che torna con velocità, groove e speed metal a non finire. Composizioni ottime, melodie trascinanti, su tutte sicuramente la fanno da padrone Fight Em Til You Can’t , Earth On Hell, I’m Alive e la superba The Giant.
Il 26 febbraio 2016 è la volta dell’undicesimo album in studio, intitolato For All Kings, album che riprende quello precedente per certi versi ma appare più melodico e meno immediato; Joey appare in splendida forma e tutta la band fa da contorno con una voglia di rimettersi in gioco ( i ragazzi, son giusto oltre 30 anni che suonano!). Degne di nota sono a mio parere: Evil Twin, Breathing Lightning, Zero Tolerance.
Mi piace concludere questa Stories con le parole di Ian Scott sull’ultimo lavoro in studio For All Kings:
Il significato che personalmente attribuisco a questo titolo è che tutti possono essere un Re. Tutti possono avere il controllo sulla propria vita, il controllo sul proprio destino e diventare, crescendo degli uomini responsabili. Non sto necessariamente dicendo che essere un Re è sinonimo di comando verso qualcosa e/o qualcuno, ma più semplicemente voglio dire di essere il Re di sè stessi verso sè stessi, nulla più. Assumersi le proprie responsabilità e il coraggio di affrontare ciò che la vita ti propone è fondamentale; questo è il vero significato per me”.
Questo significa anche non darsi mai per sconfitti, non stravolgere quello in cui credi e gli Anthrax hanno sempre creduto in quel che hanno fatto. Si sono assunti le proprie responsabilità e hanno avuto coraggio sempre. Sono dei Re e lo sanno bene.

A cura di Monica Atzei