Laurea Ad Honorem alla Sacerdotessa del Rock: Patti Smith @ Ateneo Parma 31-1-2017
Il Rettore dell’Università di Parma Loris Borghi, il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, l’Assessore alla Cultura del Comune di Parma Laura Maria Ferraris e Diego Saglia, Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università di Parma, hanno illustrato alla stampa l’interessante progetto dedicato alla sacerdotessa del rock.
Tre giorni di iniziative, coordinate da Università e Comune di Parma, a partire dal 3 maggio, renderanno omaggio a Patti Smith, inzialmente conferendole la Laurea Magistrale ad honorem in Lettere classiche e moderne, in una cerimonia che si terrà presso l’Auditorium Paganini, dando così modo ad un’ampio pubblico di assistere all’evento, in un contesto ricco di fascino e stroria.
Patti, ha reagito con caloroso entusiasmo all’iniziativa. È importante infatti ricordare, che quella che le sarà conferita dall’Università di Parma, sarà la prima Laurea ad honorem per l’artista in Europa, che ha invece ricevuto simili onoreficenze negli Stati Uniti.
Felice di contribuire con la propria arte all’iniziativa, Patti arricchirà la giornata con alcune letture scelte.
Il giorno seguente, presso il Teatro Regio, si terrà il grande concerto “Patti Smith Grateful” (titolo scelto dall’artista),, organizzato da International Music in collaborazione con il Teatro Regio stesso.
La cantante sarà accompagnata sul palco dai figli Jackson e Jesse, nonchè dal chitarrista Tony Shanahan.
Successivamente, a chiusura di queste giornate di festeggiamenti, Patti presenzierà alla sua mostra fotografica “Higher Learning”, sviluppata appositamente per la città di Parma e per l’occasione, aperta dall’8 aprile presso il Palazzo del Governatore.
La mostra, promossa dall?università e dal Comune di Parma, è una rivisitazione di “Eighteen Stations”, presentata a New York e attualmente esposta a Stoccolma.
Una serie di 100 scatti in bianco e nero, stampati su gelatina d’argento, catturati dalla Smith durante i suoi viaggi per il mondo, nel corso della sua vita.
All’interno della mostra sarà allestita anche la Patti Smith library, con opere selezionate che hanno ispirato la cantante nel tempo, a cui si aggiungeranno anche pellicole cintematografiche.
Aspettiamo con grande interesse lo svolgersi di questi eventi, felici di poter assistere ad un’iniziativa di grande caratura culturale.
Dedichiamo un approfondimento biografico all’artista, attraverso lo speciale Almanacco Mercury a seguire qui sotto
– Elena Arzani
Patricia Lee Smith, in arte Patti, ha compiuto 70 anni lo scorso 30 dicembre, ed è considerata da tutti la “poetessa del rock”, la “signora del punk”, la “sacerdotessa della musica”.
Patti nasce a Chicago, ma a metà degli anni Sessanta si trasferisce a New York, dove va a vivere con uno studente, che poi sarebbe diventato il celebre fotografo Robert Mapplethorpe. In quegli anni New York era una città sporca, degradata e pericolosa, e come la definisce Edmund White nel suo libro “Un ragazzo di città “ : « ..una discarica a cielo aperto con aspirazioni artistiche elevate». Ma era anche poco costosa, e soprattutto l’unico rifugio, assieme a San Francisco, in cui due persone dello stesso sesso potevano camminare mano nella mano. Chiunque fuggisse da se stesso e sognasse fama e libertà, finiva lì.
E così fa Patti, che inizia a lavorare in una libreria e a frequentare artisti e scrittori, molti dei quali la incoraggiano a scrivere e a recitare. Ma è nel 1971, che inizia il suo rapporto con la musica. Il 10 Febbraio si esibisce per la prima volta in pubblico, accompagnata dal chitarrista Lenny Kaye, nella chiesa di St.Marks, nel Lower East Side. Non è un vero e proprio concerto, è un reading di poesia e musica. Quel giorno non nasce solo un’artista , nasce anche un nuovo concetto di rock applicato alla poesia e, se preferite, la nuova vita di una poesia applicata al rock. “Street Poetry”, poesia di strada: immediata, potente, che ti si appiccica alle ossa. Patti è molto chiara nello spiegare le ragioni di quell’esperimento, che prima di lei nessuno aveva mai tentato, o almeno non di quelle dimensioni: “Mi sembrava che la poesia stesse morendo, ma anche il rock and roll. Vedevo il suo declino. La poesia era una lingua morta che non parlava più della gente e alla gente, e io avevo voglia di prenderla a calci nel culo. La mia idea era quella di dare una scossa a tutto, motivare la gente a spingerla ad amare le cose fino in fondo, perchè l’arte va amata e vissuta, non solo vista e ascoltata” . Assieme a Lenny Kaye Patti inizia a tenere una serie di performance , finchè nel 1974 ai due si unisce il tastierista Richard Sohl, per incidere “Hey Joe” di Jimi Hendrix, uno dei primi singoli “indipendenti”, finanziato da Mapplethorpe e con Tom Verlaine dei Television alla chitarra. Il lato “B” del 45 giri è “Piss factory”, scritta da Patti. Il suo nome comincia a diventare uno dei più noti di un circuito underground che ha come tempio il leggendario CBGB’s di New York. Il gruppo attrae l’attenzione di Clive Davis, fondatore della Arista, e nel novembre 1975 John Cale produce l’album di debutto HORSES, contenente tra l’altro la “cover” di “Gloria”. L’album, uno dei precursori della scena new wave, entra nella top 50 americana. Ma la vera svolta avviene nel 1978 con l’album “Easter”, che si avvale di un brano scritto con Bruce Springsteen, “Because the night”, che diventerà un successo planetario, e la sua hit più conosciuta.
– Francesca Mercury
Attiva da molti anni nel panorama musicale emiliano, Francesca Mercury si occupa di management e produzione in veste di talent-scout e promoter. È organizzatrice di eventi e ricopre il ruolo di stage manager in festival di importanza nazionale. È direttore artistico di progetti e format musicali e teatrali, molti dei quali sono proposti dall’Associazione Musicale “Avanzi Di Balera”, della quale è presidente. Fa parte del team redazionale di "Tuttorock", per il quale cura la rubrica "Almanacco Mercury", presente anche sulle maggiori piattaforme social e in programmi televisivi e radiofonici. Si occupa di formazione nelle scuole di musica emiliane e porta avanti iniziative dedicate alla storia della musica. Ama i suoi figli, le scarpe, la mortadella e Freddie Mercury.