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FRANCO BATTIATO “Attraversando il Bardo – Sguardi sull’Aldilà” al …

FRANCO BATTIATO “Attraversando il Bardo – Sguardi sull’Aldilà” al …

Il 23 Febbraio al Forum Monzani di Modena si è tenuta la proiezione del documentario “Attraversando il Bardo – Sguardi sull’Aldilà“, alla presenza del regista e ideatore del progetto, il Maestro Franco Battiato, al quale ha fatto seguito un’ incredibile presentazione-spiegazione  del libro (edito da Bompiani)  e del relativo documentario, con la partecipazione di  Cristina Battocletti, nelle vesti di meravigliosa intervistatrice/moderatrice, e di Padre Guidalberto Bormolini, ideatore e coordinatore dell’Associazione Tuttoèvita.  Il  “Bardo” del titolo è il Bardo Todol, meglio conosciuto come “Il libro Tibetano dei Morti”, un testo antico, importante, molto venerato dai buddisti, nel quale vengono descritte le esperienze che l’anima vive dopo la morte. Più precisamente  si  riferisce a  quell’intervallo di tempo che l’anima vive passando tra la morte e la rinascita. Questo intervallo è, appunto,  il Bardo, che altro non è che lo stato mentale dopo la morte, quando la coscienza è separata dal corpo. Un periodo della durata massima di 49 giorni, in cui la mente acquisisce un corpo mentale simile a quello che abbiamo nei nostri sogni,  e in cui si può raggiungere qualsiasi luogo senza ostacoli .  Il libro del musicista siciliano, e di conseguenza la sua trasposizione cinematografica, è   una riflessione sul senso della vita  e sul tema della morte nelle tradizioni spirituali d’Oriente e Occidente, oltre che sulla differenza di come viene vissuta l’idea dell’ aldilà  nelle diverse culture.  Un’opera spirituale, un viaggio prezioso nell’immortalità dell’anima, attraverso testimonianze  e interviste di personaggi incredibili.  Il maestro ha raccolto infatti le testimonianze  di  monaci buddisti e filosofi, asceti e psicologi della cultura occidentale e orientale,  per guidarci verso la consapevolezza che la morte non è necessariamente un pensiero triste ma un’opportunità: prepararsi alla morte è prepararsi a vivere in modo più pieno, con serenità e gioia.   Quest’ultimo è il pensiero – chiave che muove l’attività di Padre Bormolini , counselor  e docente, il quale organizza incontri e seminari  per avvicinarsi al tema della morte e della preparazione personale ad essa.  A questo proposito vorrei porre l’ accento su un aspetto che mi ha colpito moltissimo:  il tema trattato nel “Bardo”, incentrato principalente sul tema della morte,  non è ovviamente di comprensione immediata, ma il modo in cui  Battiato e i suoi collaboratori l’hanno trattato è  davvero incredibile, e per nulla lugubre o triste.  

Tra le varie testimonianze che si susseguono nel documentario, il Battiato regista ha inserito immagini di paesaggi della Sicilia, attraverso alcune riprese particolari e più che suggestive.  Gli scenari e i panorami di Sicilia, infatti, rapiscono lo spettatore e lo lasciano senza fiato. Si passa dalle famose Cave di Cusa, nel trapanese, fino all’altopiano dell’Argimusco, dove addirittura svettano menhir e  dolmen. Incredibili anche le riprese  delle dimore dei monaci nepalesi  a Katmandu. 

 La testimonianza di Fabio Marchesi, un ricercatore indipendente,  credo riassuma perfettamente ciò che il film vuole trasmettere:   “Io, un tempo, credevo solo a ciò che era osservabile,  ripetibile, dimostrabile, e avevo una grande fiducia in questo metodo di accettazione o rifiuto di conoscenza.  Sennonchè a un certo punto mi sono accorto che con la razionalità si può anche accumulare una grande conoscenza ma non si può riuscire a essere felici (…) La consapevolezza dell’anima può arrivare attraverso o un’esperienza diretta o un’esperienza di trascendenza, o attraverso un’esperienza che porta ad aprire la propria capacità intuitiva, cioè partendo dal presupposto che ogni essere umano, nessuno escluso, è dotato per natura di una capacità intuitiva che potenzialmente gli può consentire l’accesso a qualunque conoscenza”.  

E il concetto si completa  attraverso le parole di Battiato : “Tutti   siamo prigionieri delle nostre abitudini, paure, illusioni. Le sofferenze dovrebbero indurci ad abbandonare l’ego che chiude la strada del ritorno alla nostra natura divina. Noi esseri umani siamo orgogliosi del libero arbitrio e guai a chi mette in discussione questa libertà. Ma ahimè, non è così. In realtà, siamo schiavi delle nostre emozioni che ci determinano, dei desideri che ci dominano e spesso finiscono in tragedia…bella libertà! La liberazione non può avere legami, né attaccamenti. Di notte, quando si sogna, ci sembra tutto vero. Al risveglio scopriamo che non lo era. Gli elementi terra, acqua, fuoco, aria e spazio sono presenze non esistenti, non hanno natura propria. Il senso della nostra esistenza terrena è quello di crescere, diventare esseri completi e ritornare all’unità”.  
Tra le collaborazioni vorrei  sottolineare anche quella di Manlio Sgalambro, il filosofo scomparso a marzo dell’anno scorso, autore di vari testi del maestro,  e suo amico fraterno.

Durante la conferenza stampa che fa seguito alla proiezione  Battiato  ci delizia con il suo umorismo sottile e sempre intelligente e mirato,  attraverso il quale non risparmia critiche verso le istituzioni , sia politiche che religiose.   Cristina Battocletti è meravigliosa, nel tentare di far “rientrare nel seminato” il Maestro, che spesso si lascia andare al racconto, in chiave divertente e ironica, di  aneddoti personali.   Quella che traspare è una serenità  di fondo, acquisita durante un percorso di studi e di esperienze, a tutto tondo, che da sempre caratterizzano le opere dell’artista, considerato da molti   tra le figure artistiche  più importanti e influenti di tutto il panorama cantautorale italiano, essendosi sempre confrontato con diversi  stili musicali, combinandoli tra loro in modo assolutamente originale, ma che soprattutto ha esteso la sua opera alla scrittura e alla regia, non fermandosi soltanto alla musica. 

FRANCESCA MERCURY
photos by Nino Saetti Photographer

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