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La leggenda di Sonny Boy Williamson I & II

La leggenda di Sonny Boy Williamson I & II

sonny boy I stage

Ce n’erano due, in epoche diverse,  ma c’erano due armonicisti che usarono il nome di  Sonny Boy Williamson e furono chiamati I e II in ordine cronologico. Entrambi sono stati importanti per lo sviluppo del blues, sia John Lee Sonny Boy Williamson I (chiamato anche «The Original», morto durante una rissa nel giugno 1948) sia Alec Rice Miller (il II), nato in Mississippi nel 1897 o nel 1912 (ancora oggi ci sono dubbi sulla sua esatta data di nascita ) ma divenuto in breve l’indiscusso re del blues dell’Arkansas.

Ricapitolando: abbiamo due artisti con lo stesso “ nome d’arte” :  John Lee Curtis, alias Sonny Williamson I e Alex Rice Miller, alias Sonny Wiliamson II, entrambi grandi talenti dell’armonica.
Il loro stile era diverso, John Lee suonava Delta Blues, Miller  suonava il Chicago Blues, ma non  si sono mai trovati assieme, sulla scena musicale, in quanto Miller inizia ad incidere e ad essere conosciuto fuori dalla zona di Chicago solo alla morte di John Lee.
Miller (il II) raggiungerà poi dei livelli di così alta tecnica da diventare il più famoso armonicista di tutta la storia del blues, tanto importante da cambiare completamente l’utilizzo dell’armonica.
La storia di questo strumento (che a prima vista può sembrare molto semplice ma che invece ha bisogno di una tecnica di esecuzione molto particolare) si può infatti dividere in “prima”  e “dopo Sonny Boy”, per sottolineare l’importanza che l’artista ha avuto nello studio di questo strumento
Due grandi artisti, basilari per chiunque voglia intraprendere lo studio dello strumento più piccolo del blues, ma anche di quello che ha scritto con la chitarra la storia di questo stile.

Noi dell’ Almanacco, in occasione dell’ anniversario della morte del primo, vi raccontiamo entrambe le storie.

Sonny Boy Williamson I (30 marzo 1914 – 1º giugno 1948)

John Lee Curtis (1914-1948) fu il primo ad utilizzare il nome di Sonny Boy Williamson. Le sue prime registrazioni appartengono al country blues,  ma negli anni egli contribuirà a far diventare l’armonica uno strumento principe del blues.
La sua prima incisione, “Good Morning School Girl”,  fu il maggior successo del 1937.
Altri grandi successi furono “ Shake the Boogie”, “You Better Cut that Out”, “Sloppy Drunk” e “Early in the Morning”
La sua carriera inizia quando nel 1934 si trasferisce a Chicago, dove suona con Robert Nighthawk, Big Joe Williams, Tampa Red e Big Bill Broonzy.
Dal 1937 al 1947 incide  la bellezza di centoventi  brani per la RCA, con classici del blues come “Decoration Blues”, “Whiskey Headed Blues”, “Tell Me Baby”, “Bring Me Another Half a Pint”, “Sugar Mama” e “Hoodoo Hoodoo”
La sua “Good Morning Little School Girl” sarà il brano più coverizzato e inciso  della storia del blues, una cover sempre suonata da chiunque faccia questo genere, un brano che hanno inciso tutti i più  grandi. Una versione su tutte, quella incredibile di Muddy Waters.
Come già detto, negli anni ‘40 il suo nome venne utilizzato anche da Alex Rice Miller, ma non ci furono azioni legali, in quanto Miller non incise nulla fino alla morte di John Lee. Di  fatto, poi, i due  orbitavano in due aree diverse (che nel blues non sono solo aree geografiche ma stili diversi), Miller nel delta del Mississipi, John Lee nell’area di Chicago.
La sua luminosa carriera era però destinata a durare poco, perché nel 1948, a 34 anni, quando era al top della fama, venne ucciso in modo mai completamente chiarito. La versione più accreditata rimane quella che lo vede vittima di una rapina mentre tornava nella sua casa nel South Side. Il bluesman sarebbe stato percosso e alla fine ucciso sul marciapiede con un’accetta per il ghiaccio. Qualcuno sostiene invece che venne ammazzato da una pallottola vagante sparata nel corso di una rapina in banca. Non ci furono indagini. Dopotutto, nel 1948 un nero che veniva ucciso in una rapina era qualcosa che non interessava a nessuno.
Purtroppo non si trovano molte sue foto, e la sua biografia è lacunosa. Spesso la realtà si confonde con il mito e con le leggende metropolitane che da sempre hanno accompagnato questi storici personaggi del blues. Rimane solo la sua musica a dare il giusto merito ad un uomo che ha scritto la storia del blues e che non è riuscito, come spesso abbiamo visto, a vivere il suo successo.
Nel 1980  è stato inserito nella Blues Foundation Hall of Fame

Sonny Boy Williamson II

Ancora oggi ci sono dubbi sulla sua esatta data di nascita (1897 o 1912), ma non ci sono dubbi riguardo la sua influenza sull’armonica e sulla musica Blues di ogni tempo.Grazie alla radio, al programma “King Biscuit Time” della KFFA, che lo rese popolarissimo in tutto lo Stato e oltre, divenne uno degli artisti più ricercati in sala d’incisione e nei locali notturni.
Con una misteriosa quanto intensa storia di vita, e abile di lasciare suggestivi ricordi, Sonny Boy Williamson II era un vero poeta della musica Blues, un canta-storie con brani dai testi intensi. A volte possiamo riconoscere un’attitudine “punk” (e ascoltando“Your Funeral and My Trial“non può non venire in mente) o pensare all’ intesità di quelle che sono tra le canzoni più influenti di tutti i tempi, come “Help Me”, “Bring It On Home”, o  “Eyesight To The Blind“. E  alcune tra le migliori storie di amori finiti male, come “Nine Below Zero“, in cui descrive benissimo quanto fredda sia diventata la sua compagna.

Insieme ai suoi potenti testi, c’è il grande stile che questo meraviglioso artista aveva. La sua armonica era una sorta di estensione della sua voce: potente, affilata e dritta al punto, con un profondo feeling supportato da una tecnica sublime. Alcuni dei suoi fraseggi sono una firma inconfondibile sull’armonica, come le sincopi, e la fantastica voce della sua armonica è sempre struggente ed emozionante, piena di vibrato, wah-wah e una tensione che risuona su ogni suo solo, grazie al suo senso del ritmo così unico.
E’ facile riconoscere un preciso uso del tongue-blocking ed un continuo “domanda e risposta” sul suo modo di suonare. L’uso dell’armonica anche per “commentare” con le note ciò che aveva appena cantato è sempre fonte di ispirazione.
Non si ripeteva mai e fu un punto di riferimento (oltre che per personaggi seminali come Howlin’ Wolf), per alfieri del British Blues come gli Yardbirds (con i quali incise nel periodo in cui nella band c’era Eric Clapton), gli Animals, l’organista Brian Auger.
Morì nel 1965, quando la sua popolarità era  all’apice.