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L’8 Novembre del 1971 i LED ZEPPELIN pubblicano “Led Zeppelin IV”.

L’8 Novembre del 1971 i LED ZEPPELIN pubblicano “Led Zeppelin IV”.

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​ L’8 Novembre del 1971 i LED ZEPPELIN pubblicano il loro quarto album, comunemente denominato “Led Zeppelin IV”. Sin dalla sua pubblicazione è risultato essere uno degli album di maggior successo della storia, con oltre 23 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti, dove ha totalizzato 260 settimane in classifica. E’ stato stimato che nel mondo l’album abbia venduto circa 35 milioni di copie.
Il materiale, già abbozzato nel dicembre del 1970 presso gli Island Studios di Basing Streets, fu perfezionato quando il gruppo si spostò nella villa vittoriana di Headley Grange, come avvenuto già per le registrazioni di “Led Zeppelin III”: questa volta, però, venne usato lo studio mobile dei Rolling Stones. L’album si apre con l’urlo selvaggio di Plant nella celebre “Black Dog”: un brano giocato sulla discontinuità, un continuo botta e risposta tra la voce e il giro di Page, impreziosito da imprevedibili variazioni ritmiche e da sonorità fortemente blues. L’intro di Bonham apre “Rock and Roll”, il secondo pezzo, destinato a diventare uno dei più rappresentativi della band, che nasce quasi per caso da un’ improvvisazione in studio. Un giorno, mentre Bonham stava suonando la ritmica di “Good Golly Miss Molly”, Page ci costruì sopra la base del pezzo, a cui poi sarebbero stati aggiunti la voce di Plant e il piano di Ian Stewart. Con “The Battle Of Evermore” si inizia a navigare in acque diverse, veleggiando verso sonorità uniche. Vero e proprio capolavoro del folk, la ballata è caratterizzata dalla splendida voce di Plant che, in un intersecarsi di violini e chitarre, per la prima ed unica volta duetta con un artista esterno al gruppo, Sandy Denny, che impreziosisce ulteriormente un brano da brividi. Ma è la quarta traccia il capolavoro, vero e proprio monumento, del gruppo: “Stairway To Heaven”. Dal silenzio emerge quell’arpeggio di chitarra, da manuale di storia della musica, che trasporta subito in un mondo enigmatico e mistico, seguito dai fiati che danno un tocco di magia. Ed ecco la voce malinconica di Plant cantare parole di una poesia indiscussa, alternandosi a sezioni di sola chitarra e fiati fino all’entrata di Bonham che, sicuro e deciso, fa riscendere il pezzo sulla scala del Rock. Ed è proprio quando il brano sembra aver dato già tutto che arriva il solo di Page: con le dita sulla tastiera della Telecaster, donatagli da Jeff Beck, tratteggia un solo quasi cantato che rappresenta l’apice emotivo del pezzo, e dà il via al correre della voce di Plant fino alla conclusione della canzone.