L’ 8 maggio del 1970 esce “Let It Be” dei BEATLES
L’ 8 maggio del 1970 esce “Let It Be” dei BEATLES, il loro ultimo album in ordine di pubblicazione, ma non in ordine di incisione (l’ultima incisione in ordine cronologico è stata quella di “Abbey Road”).
Viene registrato nel Gennaio del 1969 ma distribuito soltanto l’anno successivo, l’anno dello scioglimento ufficiale del gruppo. Com’è noto, infatti, “Let It Be” non avrebbe dovuto essere l’ultimo album dei Beatles, ma le convulse vicende della seconda metà del 1969 fecero sì che “Abbey Road” – registrato in seguito e pianificato come la conclusione del percorso musicale della band – uscisse per primo, e lasciasse all’album tratto dallo sfortunato progetto “Get Back” il compito di mettere la parola fine alla carriera del gruppo di maggior successo di tutti i tempi. L’idea originale, di McCartney di registrare un album dal vivo, riprenderne le sedute d’incisione per trarre un film/documentario, e concludere il tutto con uno spettacolare concerto in un anfiteatro greco, o su un transatlantico, avrebbe meritato miglior fortuna. Ma lo scisma dei Beatles, le tensioni anche di natura finanziaria, che di lì a poco avrebbero distrutto anche la loro amicizia, oltre al loro sodalizio musicale, erano ormai ad un livello troppo avanzato perchè il progetto potesse funzionare.
Sin dalla scelta del set – gli studi troppo freddi e troppo grandi di Twickenham – ogni cosa andò storta. I litigi, documentati dalle telecamere, erano all’ordine del giorno; la presenza di Yoko Ono e i tentativi di McCartney di mantenere il controllo delle operazioni non fecero che peggiorare le cose. L’album venne poi abbandonato per quasi un anno, finchè non venne riesumato da due produttori (Glyn Johns e Phil Spector) che ebbero un approccio diametralmente opposto. Ad una canzone (“The Long And Winding Road”) dell’album che avrebbe dovuto essere registrato “dal vivo, senza trucchi”, venne sovraincisa un’orchestra di cinquanta elementi senza che il suo autore, Paul McCartney, ne venisse informato.
Con queste premesse, il fatto che l’album sia comunque ottimo e che contenga alcuni brani ormai classici della storia della musica moderna, è un nuovo, incredibile tributo all’eccezionale levatura dei Beatles.
Attiva da molti anni nel panorama musicale emiliano, Francesca Mercury si occupa di management e produzione in veste di talent-scout e promoter. È organizzatrice di eventi e ricopre il ruolo di stage manager in festival di importanza nazionale. È direttore artistico di progetti e format musicali e teatrali, molti dei quali sono proposti dall’Associazione Musicale “Avanzi Di Balera”, della quale è presidente. Fa parte del team redazionale di "Tuttorock", per il quale cura la rubrica "Almanacco Mercury", presente anche sulle maggiori piattaforme social e in programmi televisivi e radiofonici. Si occupa di formazione nelle scuole di musica emiliane e porta avanti iniziative dedicate alla storia della musica. Ama i suoi figli, le scarpe, la mortadella e Freddie Mercury.