Il 6 Dicembre del 1988 muore ROY ORBISON

Roy Orbison 1965 Wikimedia Commons

Il 6 Dicembre del 1988, per un attacco di cuore,  muore ROY ORBISON, grandissimo cantante inserito frettolosamente nella categoria del “rockabilly”, genere per il quale compose solo qualche primitivo successo, ma che poi trovò  la sua via nelle ballad romantiche dalle storie disperate, e quasi mai a lieto fine.  Roy cantava per chi si sentiva solo e senza un amore, come ricorda Bruce Springsteen in “Thunder Road” (“Roy Orbison singing for the lonely”). Lo stesso Springsteen è stato il suo primo fan . Roy era maestro nel falsetto, che rendeva credibili le sue storie anche quando erano cupe e dolorose.  Dylan disse una volta di lui, che era un “misto di mariachi e di opera, che cantava come dall’alto del Monte Olimpo, che possedeva una bravura quasi criminale in grado di scuotere un cadavere”. La sua vita fu  segnata da tragedie durissime. Sua moglie  perse la vita nel 1966 in un incidente motociclistico, e nel 1968, mentre il cantante era in Inghilterra per una serie di concerti, la sua casa di Nashville prese fuoco e tra le fiamme morirono due dei suoi tre figli. Queste due atroci disgrazie lo segnarono per tutta la sua esistenza. Gli ultimi anni di vita lo videro protagonista di un progetto musicale assai interessante con la partecipazione al gruppo dei “Traveling Wilburys”,  di cui fecero parte anche Bob Dylan, George Harrison, Tom Petty e Jeff Lynne. Agli esordi discografici il gruppo non fu pubblicizzato e gli stessi componenti non svelarono inizialmente le loro reali identità, spiazzando il pubblico ed ottenendo un interessante successo con il primo album, intitolato “Vol. 1”, nel 1988.