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FRAGMENTS OF LIGHT – Intervista su Europavox Festival

FRAGMENTS OF LIGHT – Intervista su Europavox Festival

Fragments of Light

In occasione dell’uscita della loro partecipazione a Europavox Festival 2019,  ho intervistato Max Messina della band Fragments Of Light. Assieme a Gianluca Di Stefano sono le menti (e le mani, e i cuori) dentro e dietro questo progetto tutto italiano che fonde analogico e digitale, acustico ed elettronico, atmosfere artiche e anima rock.

Ciao Max, oramai è un pezzo che ci conosciamo, partendo dalla Liquido e suoni rock vedo che sei approdato a questo progetto, potremmo definirla world music per l’atmosfera che riesce a creare?
Ciao Maurizio! È vero…ed è un vero piacere per me ritrovarti. Tante cose sono cambiate in questi anni ed ognuno di noi (parlo della Liquido) ha subito delle evoluzioni direi molto significative. Un bel momento ripensando a tutto ciò che abbiamo creato in passato ed un bellissimo sguardo di speranza verso il futuro della musica. Questo nuovo progetto, che prende il nome di “Fragments of Light”, ha certamente le basi incentrate nella world music, portandosi dietro parte delle atmosfere nordiche, artiche che hanno contraddistinto la mia scrittura in passato, mescolandola con della sana elettronica, dai suoni ricercati. Al mio fianco un pianista di altissimo calibro tecnico e compositivo: Gianluca Di Stefano, braccio destro ormai in quasi tutto. Era da anni che avevo in testa un progetto del genere e sono riuscito a concretizzarlo, soprattutto grazie a questo legame fortuito.

Ascoltando Anima, disco assolutamente bellissimo, si viene proiettati in un mondo fatato, anche il titolo pare evocativo, che messaggio volete trasmettere con questo disco?
Grazie mille intanto… Anima è un lavoro nato quasi per caso (che poi per caso non nasce nulla). Abbiamo deciso di dare questo nome al disco perchè è stato concepito da anni di pensieri, atiche e voglia di non dover per forza seguire una linea ben precisa…un disco che viene dall’anima, scritto e concepito grazie ad essa. Un messaggio di spontaneità, sia nel pensiero che nella scrittura. Ci piace pensare che, chi ascolti questo disco, possa far vibrare il proprio essere, senza paure o influenze secondarie, come è successo a noi in fase compositiva. Istinto puro, perché l’anima ancora lo è. 

Mi pare di recepire un suono molto cosmico se non erro, un retroscena ambientalista direi, è un tema molto forte in questo periodo. Avete avuto questo ideale componendo la vostra musica?
Sono felicissimo che tu abbia citato il cosmo, ascoltando i nostri suoni. Fin da bambino ho vissuto con gli occhi rivolti verso il cielo, affascinato da tutti quei puntini che, nel buio più assoluto, prendono il nome di stelle. Le osserviamo, senza renderci conto che viviamo esattamente all’interno di una di essa. Partendo proprio dal nostro pianeta, con il quale potremmo essere molto più attenti a mantenere vivi i suoi bellissimi colori, dovremmo capire come poterci salvare e la risposta la si trova nell’universo. Se ci consideriamo forma di vita intelligente, basterebbe far funzionare l’intelletto per capire che abbiamo una fortuna da trattare con i guanti di seta ed occhi innamorati. Quel pianeta che ci ha messo al mondo, che ci ha dato la possibilità di respirare, di corre e pensare…di creare.

Una band formata da batteria e tastiere non è propriamente la formazione classica, ci sono particolari problemi nell’affrontare la creazione della musica in questo contesto per unire drummin’ ed elettronica ad esempio?
No, infatti. Di standard c’è veramente poco in una formazione del genere ma è proprio questo il bello. Quando abbiamo concepito Fragments of Light ci siamo accorti naturalmente di non pestarci i piedi in alcun modo. La musica è fatta di armonia e ritmo. Tutto ciò dà la possibilità al duo di muoversi in completa autonomia. Ci capiamo ma soprattutto abbiamo stima di ciò che suoniamo reciprocamente. Gianluca mi ha folgorato nelle sue composizioni classiche ma contaminate da suoni contemporanei ed allo stesso tempo le mie batterie, a volte storte e scomposte, si intersecano perfettamente con le sue idee. Anima ha preso vita dopo solo due prove (circa 8 ore di musica) dove abbiamo capito che, come in ogni progetto, avevamo un compito. Gianluca è la parte armonica ed io quella ritmica…insieme siamo una cosa unica. Ovviamente, come ogni musicista, a volte ci scambiamo perché è bello mettere le mani nella marmellata dell’altro

Come siete approdati ad Europavox?
Diciamo che, se ci ripenso, mi rendo conto di come nella vita seminiamo, capendo man mano che abbiamo creato una ramificazione di anime che, prima o poi, si intrecciano. È partito tutto da Marco, di Semm Store, con il quale mi confronto da anni su scritture e strategie musicali, il quale mi ha fornito qualche contatto, dopo aver ascoltato un embrione di “Anima”. Da li a poco, mentre il disco andava avanti e veniva registrato, il destino ha mosso le sue carte, facendoci incontrare Pasco e Katia. Qui torniamo al significato del nome del disco…sono le belle anime che muovono il mondo e l’universo nella sua interezza. Difficile è incontrarle ma quando lo si fa, è come intraprendere un viaggio cosmico. La stessa importanza la do a chi, insieme a noi, ha partecipato alla creazione del disco come Lorenzo Perrella che lo ha mixato, Vince Pàstano che ha donato le sue mani e la sua arte in “Circum” e Marc Urselli che ci ha fornito il mastering e ci ha aiutato a muoverci da soli. Nella vita basta poco…ascoltare è la prima forma di valorizzazione di sé stessi e del prossimo; loro lo hanno fatto e lo fanno ogni giorno. Altrimenti non esisterebbe Europavox e forse noi, saremmo ancora in garage a scrivere per noi stessi. 

Oltre che un evento musicale il Festival Europavox rappresenta un momento sociale particolare, usufruendo anche di Fondi Europei per la cultura, vi sentite partecipi in questo progetto?
È una fortuna poter prendere parte ad un progetto così ambizioso, soprattutto in un periodo storico dove l’arte viene considerata (quasi sempre) un qualcosa “in più” rispetto alle priorità gestionali della società. Qualcosa si muove e forse, non stiamo andando alla deriva.

La cornice del Teatro Comunale è straordinaria, avete in serbo qualcosa di particolare per il pubblico?
Infatti, non ti nego che siamo molto emozionati. Sarà un onore per noi suonare in una location storica e così importante, insieme ad artisti di calibro mondiale; alcuni di loro fanno parte dei nostri ascolti quotidiani. Non penso avremo cose particolari in serbo per il pubblico…piuttosto la vera meraviglia esiste già ed è il posto in cui si svolgerà il tutto. Crediamo che unire il moderno al classico sia la chiave per continuare a creare cose spettacolari e realmente fuori di testa. Abbiamo un costante bisogno di fonderci e confonderci per restare vivi.

MAURIZIO DONINI

Band:
Max Messina – batteria
Gianluca Di Stefano – tastiere

https://www.facebook.com/fragmentsoflightmusic
https://fragmentsoflight.bandcamp.com

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