FRANCESCO RENGA #LALTRAMETATOUR @ Teatro Golden, Palermo 25-11-2019
La sala gremita è un pentolone di feromoni impazziti. Palermo aspetta Renga e Renga risponde con entusiasmo. La voce non è al meglio, ma è normale dopo tante date. Il tour che sta affrontando è lunghissimo. Scherzando dice che si è a fine tour, poi ricordando che mancano ancora una quindicina di date, ci ride su. Vidi Francesco sul palco ere geologiche fa. Allora mi appariva un ragazzo timido e sincero. Era con i Timoria. Strano destino quello dei cantanti che lasciano il gruppo d’origine. Potranno passare decenni, ma ce si li ricorda sempre come “il cantante dei…” e non importa la carriera fatta. Pensiamo a Peter Gabriel, a Sting… ma Francesco è cresciuto. Ora è un grandissimo mattatore. Il palco è la sua casa ed è bravissimo a gestire il pubblico e le sue emozioni. Possiamo dire che è l’incarnazione stessa della popstar. Il suo stile rimane a metà tra Pierluigi Ferrantini dei Velvet e Francesco Sarcina de Le Vibrazioni. “Ruffiano” come il primo e dirompente come il secondo. Bravissimo ad intrattenere ed interagire col pubblico quando c’è un attimo da tirare il fiato. Mestiere, tanto mestiere ha messo nello zaino. Il palco è bellissimo. Enormi specchi avrebbero l’ipotetico scopo di far sentire protagonista il pubblico, ma non è affatto così. La scena è di Francesco, tutti i riflettori sono per lui e le giacche sfoggiate durante il live, intessute di lustrini, lo fanno sembrare splendere di luce propria. Una montagna di ricci, la camicia aperta almeno al quarto bottone. Questo è diventato Renga, un sex symbol e la cosa è innegabile. Eppure conserva qualcosa di vero, di autentico, di spontaneo. E’ commovente sentirlo parlare della mamma. Non reitera il discorso come fanno altri quando si intraprende il discorso dei genitori perduti in età adolescenziale. No, lo fa con pudore, ancora col pathos che tutto quel dolore gli ha creato e probabilmente gli creerà ancora. Eppure quel dolore è una cosa buona, forse la cosa che lo salva, che ce lo rende umano. Parla con la debita delicatezza di cose complicatissime. Parla della visione di sé stesso, del tranfert vissuto con una ragazza per cui ha scritto una delle sue canzoni più belle, in cui, in fondo in fondo, non ricercava altro che lo stesso abbraccio materno. C’è la vita, probabilmente tanta analisi e tanto passato nelle sue parole. Ma intanto i pezzi scorrono come su un rullo. I ritornelli spesso li lascia al pubblico in delirio. Palermo sa essere bellissima quando vuole. “L’unica risposta”, “L’altra metà”, “La tua bellezza”, “Migliore”, “L’’odore del caffè”. E poi i successi: “Angelo”, “Meravigliosa”, etc… Come in “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes è tutto un esercizio di stile, quasi una sfida su quanti modi di parlare dell’amore si riesca a fare. Tutto incentrato su questo incomprensibile sentimento e le sue declinazioni. Una roba da mettere in crisi qualsiasi diabetico. Ma, ma… i pezzi sono confezionati tutti benissimo. Ognuno è un cofanetto di bon bon offerto al pubblico in “salotto”. Gli arrangiamenti alle volte sono armonicamente complessi. I sei musicisti che lo accompagnano sono solidissimi. Su tutti spicca il quadratissimo suono di basso di Gabriele Cannarozzo e delle chitarre “stropicciate” di Heggy Vezzano e Stefano “Brando” Brandoni. Completano la rocciosa formazione l’efebico Phil Mer alla batteria, il simpatico Fulvio Arnoldi (tastiere, chitarra e cori) e Vincenzo Messina (tastiere). Lo spettacolo arriva al suo apice quando Renga scende fra il pubblico. La folla lo circonda, lo strattona. Giovani donne (e meno giovani) si buttano furiosamente sul cantante alla ricerca del “selfie della vita”. Risalire sul palco è difficile, ma ce la fa… Si congeda dal suo pubblico con un’ultima manciata di canzoni, chiudendo con una un po’ affettata apologia alla “Normalità” che dà appunto il titolo al brano di chiusura. Immagino poi la crew andare a cena, la star flirtare un po’ con tutti, eppure, da qualche parte, seppur ben nascosto, seppur malcelato dietro tanto glamour, l’ho intravisto… lui, il cantante dei Timoria. Quel ragazzo perfino timido, con un maglione infeltrito, che ogni tanto aveva il tic di cacciare la lingua dopo un acuto. Tutto cambia, ma forse, nessuno di noi, cambia mai davvero!
MASSIMILIANO AMOROSO
Photoset by AZZURRA DE LUCA
Credits: si ringrazia Puntoeacapo Concerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
BAND:
Fulvio Arnoldi (chitarra acustica e tastiere)
Vincenzo Messina (pianoforte e tastiere)
Stefano Brandoni (chitarre)
Heggy Vezzano (chitarre)
Phil Mer (batteria)
Gabriele Cannarozzo (basso)
SETLIST:
- L’unica risposta
- La tua bellezza
- Nuova luce
- Come te
- L’odore del caffè
- Migliore
- Vivendo adesso
- Ancora di lei
- Angelo
- A un isolato da te
- Ci sarai
- Era una vita che ti stavo aspettando
- Il bene
- Meravigliosa
- Medley: Dove il mondo/L’Impossibile/Cambio direzione/L’uomo senza età/Ferro e cartone/Faccia al muro (la nuda verità)/Un’ora in più
- L’amore altrove
- Scriverò il tuo nome
- Prima o poi
- Il mio giorno più bello del mondo
- Guardami amore
- Aspetto che torni
- Raccontami
- Normale
Massimiliano Amoroso, architetto e bassista elettrico. Cresciuto alla corte di alcuni dei più grandi produttori italiani (Franco Patimo, David Lenci, Rob Ellis, Matteo Cifelli, Alessandro Sgreccia, Paolo Mauri, Daniele Grasso), nel tempo ha proposto, in veste di fondatore e songwriter, bands alternative-rock quali Betty Ford Center (oggi Betty Poison), Milk White, Bye Bye Japan, Electro Malicious ed altri. Con queste formazioni ha vinto oltre quindici Premi Nazionali, tra i quali Heineken Jammin’ Festival e Red Bull Tourbus, ed innumerevoli piazzamenti di prestigio (Finalista Tour Music Fest, Sanremo Rock, etc). Le stesse formazioni vantano aperture ai maggiori artisti internazionali (Jamiroquai, Yann Tiersen, Glasvegas, etc) ed a moltissimi artisti della scena nazionale (Elio e le storie tese, Linea 77, Tre allegri ragazzi morti, 24 Grana, Super Elastic Bubble Plastic, Piotta, Frankie HI NRG, 99 Posse, etc). Con le sue band si esibisce in numerosi festival (Neapolis, Home Festival, etc) ed in passato si esibisce con regolarità anche all’estero (Francia, Olanda, Belgio, Germania, etc). La sua musica è stata recensita dai principali magazine nazionali (Rolling Stone, Rumore, Raro, Rockerilla, Repubblica, etc) e frequentemente viene passata nei network nazionali (Radio Rai, Rai Stereo, Rai 3, R101, Rock Tv, etc). Da qualche anno collabora con diverse redazioni di siti musicali fra cui TUTTOROCK