SNOW IN DAMASCUS – Intervista alla band
by Monica Atzei
6 Luglio 2015
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Gli Snow in Damascus! nascono nel 2011, quando Gianluca Franchi, cantante e chitarrista del gruppo, inizia a suonare insieme a Matteo Bianchini e Davide Besi (prima per lungo tempo nei Moleskin). Loro pongono le basi per l’album d’esordio della band umbra, in un secondo momento coinvolgono Andrea Ottaviani, (chitarrista, anche lui nei Moleskin), Michele Mondrelli (elettronica e voce), Giorgia Fanelli (voce) e Ciro Fiorucci (batteria). Mentore e vigile del progetto, Michele Pazzaglia, che registrerà e mixerà l’album nel suo “Jam Recordings Studio”.
Perchè il nome Snow in Damascus?
Nonostante si tratti di una domanda, in fondo ci dovrebbe stare il punto esclamativo! A parte gli scherzi, effettivamente il nome del progetto è una citazione, per la precisione un’esclamazione pensata dal personaggio di un libro, “Zeitoun” di Dave Eggers; la moglie del protagonista, nel momento stesso in cui perde ogni speranza di ritrovarlo vivo (lo scenario è ll’inondazione di New Orleans seguita all’uragano Kathrina), si ritrova, anche solo per puro istinto di sopravvivenza, a pensare a come ricostruire un futuro per sé e i suoi figli. Le viene in mente la prima volta che ha visitato Damasco, luogo d’origine del marito, e il senso di stupore provato vedendo la neve cadere, inaspettata è il primo sapore dolce dopo settimane di angoscia: quello stupore silenzioso (“Snow in Damascus!”, appunto..), è la spinta, la scintilla che fa ripartire sempre, e ci pareva una cosa bella ricordare a noi stessi e a chi ci ascolta che abbiamo questa cosa dentro, questa risorsa enorme. E poi far parte di questo progetto ha rappresentato, almeno per alcuni di noi, un po’ una ripartenza, musicale e non solo, una piccola rinascita. Ci piacciono le ripartenze.
Quali sono le vostre influenze musicali?
Il gruppo si è composto durante il lavoro sui pezzi di questo disco coinvolgendo musicisti con storie e frequentazioni musicali diverse, ed una delle cose più belle è stato proprio “scoprirsi” musicalmente scambiandoci suggerimenti e ascolti fra i più diversi. Diciamo che ci siamo trovati d’accordo piuttosto spesso, su nomi che vanno dai The National a Bon Iver, da DM Stith ai Midlake.
Il termine Folktronica cosa rappresenta per voi e che cosa vuole esprimere?
Se si va a vedere l’origine del termine si scopre che era stato coniato per definire musica anche piuttosto diversa che suonano gli Snow in Damasucs!, per esempio FourTet e Caribou: noi non conoscevamo nemmeno questa parola prima che uscisse il disco (pur avendo già tra i nostri ascolti artisti come i Tunng, Bat for Lashes o Bon Iver, che in seguito abbiamo scoperto essere considerati “folktronica”), ma quando qualcuno l’ha usata dopo aver sentito Dylar ci è sembrato un buon modo per dare spazio alle due anime che compongono il nostro suono, quella più acustica e quella aperta alle contaminazioni elettroniche. In futuro non vorremmo metterci troppi paletti su come e cosa suoneremo, e dire “folktronica” può anche essere un modo per dire fondamentalmente “aspettatevi di tutto” 🙂
L’album “Dylar”, prende il nome dal farmaco che potrebbe alleviare la morte nel romanzo “Rumore bianco” di Don DeLillo. Come mai questa scelta?
Questa non è stata una scelta così ragionata, ma semplicemente una constatazione di quanto quel nome, o quel libro, siano stati importanti durante le fasi finali della scrittura del disco. Era un nome che racchiudeva un universo di suggestioni e domande legate al nostro rapporto con ciò che ci circonda da vicino, i nostri sensi, i nostri affetti, e la nostra disponibilità a mettere in gioco tutto questo.
Come nascono le vostre canzoni?
I brani che sono andati a comporre Dylar sono nati prima del gruppo stesso, ma erano semplici bozze, voce chitarra e poco più. Le canzoni, come le sentiamo ora, sono frutto di sessioni di registrazione, elucubrazioni mentali solitarie, chiacchierate serali tra di noi: nonostante il punto di partenza sia stato il medesimo, ogni canzone ha avuto un percorso diverso, unico, a volte di pochi giorni, altre volte quasi interminabile. Non sappiamo ancora cosa succederà in futuro: probabilmente ci affideremo all’istinto, come abbiamo fatto fino ad ora!
MONICA ATZEI
Perchè il nome Snow in Damascus?
Nonostante si tratti di una domanda, in fondo ci dovrebbe stare il punto esclamativo! A parte gli scherzi, effettivamente il nome del progetto è una citazione, per la precisione un’esclamazione pensata dal personaggio di un libro, “Zeitoun” di Dave Eggers; la moglie del protagonista, nel momento stesso in cui perde ogni speranza di ritrovarlo vivo (lo scenario è ll’inondazione di New Orleans seguita all’uragano Kathrina), si ritrova, anche solo per puro istinto di sopravvivenza, a pensare a come ricostruire un futuro per sé e i suoi figli. Le viene in mente la prima volta che ha visitato Damasco, luogo d’origine del marito, e il senso di stupore provato vedendo la neve cadere, inaspettata è il primo sapore dolce dopo settimane di angoscia: quello stupore silenzioso (“Snow in Damascus!”, appunto..), è la spinta, la scintilla che fa ripartire sempre, e ci pareva una cosa bella ricordare a noi stessi e a chi ci ascolta che abbiamo questa cosa dentro, questa risorsa enorme. E poi far parte di questo progetto ha rappresentato, almeno per alcuni di noi, un po’ una ripartenza, musicale e non solo, una piccola rinascita. Ci piacciono le ripartenze.
Quali sono le vostre influenze musicali?
Il gruppo si è composto durante il lavoro sui pezzi di questo disco coinvolgendo musicisti con storie e frequentazioni musicali diverse, ed una delle cose più belle è stato proprio “scoprirsi” musicalmente scambiandoci suggerimenti e ascolti fra i più diversi. Diciamo che ci siamo trovati d’accordo piuttosto spesso, su nomi che vanno dai The National a Bon Iver, da DM Stith ai Midlake.
Il termine Folktronica cosa rappresenta per voi e che cosa vuole esprimere?
Se si va a vedere l’origine del termine si scopre che era stato coniato per definire musica anche piuttosto diversa che suonano gli Snow in Damasucs!, per esempio FourTet e Caribou: noi non conoscevamo nemmeno questa parola prima che uscisse il disco (pur avendo già tra i nostri ascolti artisti come i Tunng, Bat for Lashes o Bon Iver, che in seguito abbiamo scoperto essere considerati “folktronica”), ma quando qualcuno l’ha usata dopo aver sentito Dylar ci è sembrato un buon modo per dare spazio alle due anime che compongono il nostro suono, quella più acustica e quella aperta alle contaminazioni elettroniche. In futuro non vorremmo metterci troppi paletti su come e cosa suoneremo, e dire “folktronica” può anche essere un modo per dire fondamentalmente “aspettatevi di tutto” 🙂
L’album “Dylar”, prende il nome dal farmaco che potrebbe alleviare la morte nel romanzo “Rumore bianco” di Don DeLillo. Come mai questa scelta?
Questa non è stata una scelta così ragionata, ma semplicemente una constatazione di quanto quel nome, o quel libro, siano stati importanti durante le fasi finali della scrittura del disco. Era un nome che racchiudeva un universo di suggestioni e domande legate al nostro rapporto con ciò che ci circonda da vicino, i nostri sensi, i nostri affetti, e la nostra disponibilità a mettere in gioco tutto questo.
Come nascono le vostre canzoni?
I brani che sono andati a comporre Dylar sono nati prima del gruppo stesso, ma erano semplici bozze, voce chitarra e poco più. Le canzoni, come le sentiamo ora, sono frutto di sessioni di registrazione, elucubrazioni mentali solitarie, chiacchierate serali tra di noi: nonostante il punto di partenza sia stato il medesimo, ogni canzone ha avuto un percorso diverso, unico, a volte di pochi giorni, altre volte quasi interminabile. Non sappiamo ancora cosa succederà in futuro: probabilmente ci affideremo all’istinto, come abbiamo fatto fino ad ora!
MONICA ATZEI
Formazione:
Gianluca Franchi (chitarra e voce)
Matteo Bianchini ( basso, synth, clarinetto)
Giorgia Fanelli (voce e percussioni)
Michelle Mondrelli ( synth e voce)
Ciro Fiorucci ( batteria)
Official site: http://www.snowindamascus.com
Facebook: https://www.facebook.com/pages/Snow-In-Damascus/1419024711684700
Soundcloud: https://soundcloud.com/snowindamascus
La recensione: http://www.tuttorock.net/recensioni/snow-in-damascus-dylar
Monica Atzei
Insegnante, classe 1975, medioevista ed immersa nella musica sin da bambina. Si occupa per Tuttorock soprattutto di interviste, sue le rubriche "MommyMetalStories" e "Tuttorock_HappyBirthday". Scrive per altri magazine e blog; collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.